RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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lunedì 11 maggio 2015

Raluca Andreea Hartea "VENIRE ALLA LUCE" a cura di Fortunato D'Amico



Raluca Andreea Hartea
"VENIRE ALLA LUCE"
a cura di Fortunato D'Amico

12 maggio - 6giugno 2015
FABBRICA EOS
P.zza Baiamonti, 2 - 20154 Milano

martedì 7 aprile 2015

Una piccola anteprima in attesa del comunicato...: RALUCA ANDREEA HARTEA a Nervi


 

RALUCA ANDREEA HARTEA
La natura umana···
a cura di Fortunato D'Amico
dal 12 aprile al 28 giugno 2015
Musei di Nervi – Galleria d’Arte Moderna
http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique16

mercoledì 10 settembre 2014

Giovane per l'eternità - Raluca Andreea Hartea - a cura di Fortunato D’Amico



“Il tempo è l’immagine mobile dell’eternità” (Platone)

L’ arte di Raluca Andreea Hartea sposa la profondità dell’anima e del ricordo indagando i processi emozionali custoditi nell’intimità dell’inconscio e vitalizzati dalla ricognizione artistica.

La mostra, curata da Fortunato D’Amico, è una riflessione sensibile sul tempo inesorabile che corre nei meandri alchemici dei pensieri e genera la necessità urgente di ancorare memorie di vite sospese nella dimensione dell’eterna giovinezza.

Le fotografie del passato, conservate in minuscoli scrigni di ottone e ceramica, rivelano ai curiosi i piccoli e i grandi segreti dell’esistenza. Offrono all’osservatore suggestioni straordinarie attinte dalle storie personali, condivise con gli altri attraverso la trasmigrazione empatica della narrazione artistica.

I cromatismi, che contrassegnano ciascuna delle scatole, riportano le sfumature emozionali verificate riguardo alle specifiche reminiscenze presentate e classificabili in sentimenti positivi o negativi.

Le opere in mostra sono un valido contributo artistico alla comprensione dell’identità psicologica degli individui, spesso distante dalla loro età biologica, e si inseriscono nel filone culturale e di esplorazione introspettiva condotta in questi anni da Raluca Andreea Hartea.

Raluca Andreea Hartea (Bucarest 1985), artista visiva, vive e lavora a Milano. Ha frequentato la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, NABA (2007- 2010), e l'Istituto di Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica, CID_CNV (2009-2011). La fascinazione per l'essere umano porta Hartea a indagare l'universo interiore come metodo per esplorare il mondo circostante. La sua ricerca è influenzata dall'ambito della psicologia traendo ispirazione dai meccanismi dell'inconscio e dalla percezione emotiva.
Mediante la forma e il colore del contenuto accompagna l'inconscio e il sentimento di chi guarda a confrontarsi con istinti basilari, quali l'attrazione ed il rifiuto. Agli inizi del 2012, insieme a un altro artista e due designer, ha fondato lo Studio Uncut: un posto dove lavorare, condividere idee ed evolvere insieme. Vincitrice della 2° edizione del Premio Patrizia Barlettani, NEXT_GENERATION 2010, ha all'attivo mostre in spazi pubblici e privati tra cui Neon_Campobase, Bologna (2010), MUSA, Cervia (2012), Coro della Maddalena, Alba (2012), Studio d'Arte Cannaviello, Milano (2013).

INAUGURAZIONE
Domenica 14 settembre ore 17,30
 
Spazio B – Palazzo Sanseverino
corso della Repubblica, 19 Vigevano (Pv)
t. 0381 73908
info.spaziob@gmail.com
Ingresso libero

Artista: Raluca Andreea Hartea
Titolo mostra: Giovane per l'eternità
A cura di: Fortunato D’Amico
Catalogo
Periodo: dal 14-09 al 12-10-2014
Comunicazione: www.sopramaresotto.it – info@sopramaresotto.it

mercoledì 14 maggio 2014

Emotive Portraits di Raluca Andrea Hartea

Su LASTAMPA.IT (http://www.lastampa.it) è stato pubblicato qualche giorno fa dall'amico Fortunato D'Amico, un bell'articolo/intervista ad Raluca Andrea Hartea, vincitrice della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani. Un talento che avevamo individuato in tempi non sospetti e che ora giustamente cavalca gli onori della visibilità con questo suo ultimo interessante progetto.

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Emotive Portraits è un progetto rivoluzionario della giovane artista rumena Andreea Hartea che coniuga arte e ipnosi. Un'opera unica nel suo genere che racconterà in un libro dʼartista 50 personaggi del panorama artistico italiano attraverso un linguaggio innovativo che privilegia l'uso dell'istinto rispetto alla ragione. 

 
FORTUNATO D'AMICO INTERVISTA RALUCA ANDREEA HARTEA  

 
FDA:  Come ti sei avvicinata al mondo dell'arte?  
RAH: Sono cresciuta a Palermo, una città meravigliosa, dove ho trascorso l’adolescenza e mi sono nutrita inconsapevolmente di tanta storia dell’arte. Ma il richiamo più forte l’ho avuto dalla tv. Incredibile no!? Un programma pomeridiano trasmetteva biografie sulla vita di politici, scienziati, imperatori, rivoluzionari e artisti. Tutte persone che hanno inciso profondamente sulla realtà che li circondava, trasformandola secondo i loro desideri. Ne rimasi impressionata e mi appassionai alle loro storie, in particolare a quelle degli artisti. Così ho iniziato a leggere biografie e a guardare documentari, diventando monotematica. Il libro e il video li ho sempre considerati strumenti magici perché hanno la capacità di riassumere e trasmetterci le tappe fondamentali della vita di qualcuno: i fallimenti in cui si sono imbattuti, ma che sono sempre stati fonti di grandi ispirazioni per superare l’ottusità morale e spirituale degli altri con forza e coraggio, l’incrollabile fede nella vita, gli alti e bassi. In seguito ho frequentato La Nuova Accademia di Belle Arti, poi L’Istituto di Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica.  

 
FDA: Ma tu non sei Italiana?  
RAH: No, non lo sono. Ma d'italiano ho l’accento, 20 anni di residenza, e un po’ la mentalità. Sono nata e ho vissuto l’infanzia a Bucarest, durante il regime di Ceausescu, ma solo adesso, perché sono cresciuta in Italia, percepisco i segni lasciati dal comunismo. E’ stato un sistema che ha impedito di guardare alla realtà e che ha imposto di adeguarla sempre a uno schema preconfezionato. Con delle conseguenze molto limitanti che la mia generazione paga tuttora.  

 
FDA:  Sei una delle giovani artiste italiane che si è avvicinata all’arte partendo da un punto di vista molto originale. Di che cosa si tratta?  
RAH: L’arte è fatta dagli uomini per gli uomini… Nel mio caso, la fascinazione per l’essere umano mi porta a indagare l’universo interiore come metodo per esplorare il mondo che mi circonda. Attraverso il mio lavoro esploro il significato di soggettività relazionandomi al contenuto dell'opera e alla percezione emotiva dell'osservatore, cercando di coniugare la psicologia analogica, la biologia della percezione, dell'emozione e dell'empatia. Attraverso la tecnica dell’ipnosi porto l’interno all’esterno, poi ritorno all’interno, come punto di partenza per pensare all’ambivalenza delle pulsioni per analogie; sicché la combinazione tra il familiare e l’incognito esprime il ritorno del rimosso, la ritualizzazione dei complessi infantili sopiti. Detto così sembra molto complicato, ma il risultato è tutt’altro..... 

Per leggere l'intero articolo vai su:


mercoledì 23 aprile 2014

Cose di Natura di Luisa Menazzi Moretti e Marco Maria Zanin a cura di Fortunato D'Amico e Maria Flora Giubilei



MUSEI DI NERVI
Galleria d'Arte Moderna di Genova

Cose di Natura
di Luisa Menazzi Moretti e Marco Maria Zanin

Mostra di arte fotografica
Rassegna NaturaconTemporanea
a cura di Fortunato D'Amico e Maria Flora Giubilei

26 aprile – 22 giugno 2014

inaugurazione venerdì 25 aprile, ore 17
conferenza venerdì 25 aprile, ore 17.30
(interverranno gli artisti, i curatori, Paolo Mighetto AIAPP e Renucio Boscolo)

La Galleria D'Arte Moderna di Genova, uno dei quattro Musei di Nervi, dal 25 aprile al 22 giugno accoglie la mostra fotografica Cose di Natura.
Luisa Menazzi Moretti e Marco Maria Zanin con diverse opere site specific, frutto di un dialogo creato in loco con le raccolte museali e il paesaggio circostante.
L'evento è il sesto appuntamento della rassegna "Natura ConTemporanea" ideata e curata da Fortunato D'Amico e Maria Flora Giubilei per due musei di Genova Nervi - la Galleria D'Arte Moderna e le Raccolte Frugone - ed è incentrata sulla lettura delle differenze espressive degli artisti in rapporto alle collezioni esposte e al suggestivo contesto naturale dei parchi storici e della costa.
L'esposizione approfondisce il tema della natura e istituisce un dialogo tra l’arte contemporanea e i lavori esposti nelle collezioni permanenti della Galleria d'Arte Moderna di ambito otto-novecentesco, particolarmente legati al tema del paesaggio.


Orari di apertura martedì - domenica 10-18
Ingresso mostra Intero € 6,00 - Ridotto € 5,00
Info e prenotazioni visite guidate
tel.010 3726025 / 010 5574739-18
biglietteriagam@comune.genova.it www.museidigenova.it

Ufficio stampa
Irma Bianchi Comunicazione
info@irmabianchi.it

giovedì 6 febbraio 2014

Loredana Galante "Con l'aiuto dei ragni tessitori" a cura di Fortunato D'Amico e Maria Flora Giubilei




Dal 7 febbraio al 6 Aprile 2014 continua la rassegna NaturaContemporanea con la mostra di Loredana Galante "Con l'aiuto dei ragni tessitori" a cura di Fortunato D'Amico e Maria Flora Giubilei all'interno delle sale della Galleria d'Arte Moderna di Genova - Musei di Nervi

www.sopramaresotto.it


Compie dieci anni, nel 2014, la nuova Galleria d’Arte Moderna di Genova e celebra la ricorrenza con la mostra
“Con l’aiuto dei ragni. Loredana Galante”, quinto appuntamento di “NaturaConTemporanea”, una rassegna che ha rimescolato le raccolte permanenti della Galleria d’Arte Moderna e delle Raccolte Frugone e restituito al pubblico, di volta in volta, nuovi allestimenti e la possibilità di dialoghi contaminati.

Certamente Loredana Galante non appartiene a quella sfera di persone che s’intimidiscono davanti all’ortodossia dell’arte accademica, lei non è conforme nemmeno ai comportamenti di molti artisti italiani, sovente calati in un ruolo ascetico, seriamente paranormale, perché la sua attività artistica è strettamente congiunta al suo modo di essere donna e di sentire la vita reale, con un pizzico di genuina follia.


I travestimenti, le mascherate, il ritmo andante allegro della sua camminata, gli indumenti e gli ornamenti utilizzati negli happening che organizza abitudinariamente, sono i materiali della sua arte. Non ci sono altre condizioni per descrivere il fenomeno Loredana Galante: briosa, attiva, intraprendente, timida, sfacciata, riflessiva, amletica, decisa, insicura, coinvolgente fino al punto da ritenere che gli stati d’animo, provocati dal racconto delle sue storie, siano in parte anche i tuoi.

Il rapporto con la natura è proiettato in un mondo magico, dove il sogno esercita l’ideale immaginato e l’armonia regna tra le persone che entrano nella cornice e assumono il ruolo di coprotagonisti.

Nell’ambito della mostra verranno organizzati laboratori per i bambini in Galleria d’Arte Moderna e presso il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce.


Interverranno alla presentazione:

Fortunato D'Amico, curatore della mostra
Maria Flora Giubilei, curatrice della mostra
Loredana Galante, artista

Seguirà la conferenza Il paesaggio dei nidi di ragno di Paolo Mighetto (AIAPP-Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, sezione Piemonte Valle d'Aosta). Il paesaggio italiano è un tessuto da ricucire fatto di percorsi interrotti, di comunicazioni da riconnettere dopo che una civiltà che l'ha formato -la civiltà agricola- si è perduta e la nuova civiltà che ha sostituito quella -la civiltà industriale- è da almeno vent'anni in forte crisi di sistema.


LOREDANA GALANTE

Vive tra Genova e Milano. Artista poliedrica, ha studiato a Genova presso il liceo artistico Paul Klee e l' accademia Ligustica di Belle Arti. La sua attività performativa si concentra sui rituali di socializzazione ed interazione con e tra il pubblico. Il cibo è uno degli elementi ricorrenti usati allo scopo di facilitare il contatto e la fruizione anche ad un pubblico di non addetti.L'attenzione per le fasce deboli come bambini ed anziani. In un linguaggio ironico e spesso ludico, sdrammatizza ansie e desideri personali, esprimendosi con la pittura, l'installazione e le performance.

www.loredanagalante.it


Titolo: Con l'aiuto dei ragni tessitori


Autore: Loredana Galante


A cura di: Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei


Con il patrocinio di: AIAPP-Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, sezione Piemonte Valle d'Aosta


In collaborazione con: Cerruti Arte


Vernice mostra e conferenza AIAPP: venerdì 7 febbraio dalle ore 17.00


Catalogo: testi di Carla Sibilla (Assessore alla Cultura e al Turismo di Genova),Fortunato D'Amico, Maria Flora Giubilei, Chiara Canali


Dove: Musei di Nervi – Galleria d’Arte Moderna Villa Saluzzo Serra, Via Capolungo 3 - 16167 - Genova
www.museigenova.it

Quando: 8 febbraio – 6 aprile 2014


Orari apertura: martedì-venerdì, 15-20; sabato e domenica, 10-20


Ingresso: intero 6 euro - ridotto 5 euro


Info e prenotazioni: Tel. 010 3726025 / 010 5574739-18 biglietteriagam@comune.genova.it


Info e prenotazioni per i laboratori didattici a Villa Croce: Tel. 010 580069 - pscacchetti@comune.genova.it

 

sabato 1 febbraio 2014

Vernice mostra personale e presentazione del libro "Abitare l'anima", di Marco Maria Zanin, a cura di Fortunato D'Amico.

Oggi a Treviso....


 
 
Vernice mostra personale e presentazione del libro "Abitare l'anima", di Marco Maria Zanin, a cura di Fortunato D'Amico.

Con i patrocini di Premio Dedalo Minosse e ALA Assoarchitetti



Fondazione Benetton Studi Ricerche
via Cornarotta, 7-9, 31100 Treviso

Il cielo di San Paolo si apre agli occhi e alla camera fotografica di Marco Maria Zanin, svelando la città dall'alto, con le sue architetture e il desiderio di spiccare il volo per conquistare la libertà, lasciando la materia cadere al destino del suo peso. Il cielo della pianura padana non si vede; forse perché siamo sprofondati e ci muoviamo dentro le nuvole abbassate fino a toccare terra, nebbie che impediscono qualsiasi visione dell'orizzonte, ma innalzano i profili leggeri ed evanescenti catturati dalla bianca morbidezza della bruma, nell'olimpo degli esseri superiori. Il confronto di luoghi cosi distanti, fisicamente e culturalmente opposti, è un esercizio artistico particolare elaborato come concetto critico di una mostra che espone fotografie rubate all'oblio della memoria da angoli estremi della superficie planetaria.

Il movimento interiore che si agita dentro di noi, ogni volta che esaminiamo le immagini di questa personale di Marco Maria Zanin, selezionate insieme al curatore Fortunato D'Amico, include il segreto per accedere alle verità del racconto: un'esperienza indefinibile, che già altri poeti, filosofi, scrittori, musicisti, hanno provato a narrare utilizzando il linguaggio della loro arte. Dietro le apparenze delle architetture pauliste, i luoghi silenziosi della campagna padana, si nascondono le anime di chi le abita, il cuore che batte a segnare il ritmo della vita, i corpi occultati dagli ambienti rappresentati in primo piano, ma che in realtà sono una presenza invisibile, al di qua e di là della fotografia.

L'esposizione documenta i movimenti dell'anima, la sua capacità di rapportarsi al genius loci dello spazio architettonico e della natura, riconoscendo nel primato della loro integrazione un mezzo reale per indurre riflessioni mirate a migliorare la sfera spirituale, artistica, e il benessere delle persone, oggi alienato dalle filosofie consumiste che hanno insidiato i territori occidentali.

giovedì 16 gennaio 2014

Ieri sera allo Spazio Tadini...

Ieri sera sono stato allo Spazio Tadini.
C'erano diversi eventi in contemporanea, e fra gli altri: "Milano in Arte 1945 – 2015" a cura di Francesco Tadini e Anna Daelli (vedi:http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/01/milano-in-arte-1945-2015-allo-spazio.html), un gran bel tuffo nella migliore Milano del dopoguerra con opere di grandissimo livello e la mostra " Il suono dei Luoghi"(http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/01/vernice-mostra-personale-il-suono-dei.html), del giovanissimo fotografo Marco Maria Zanin, curata da Fortunato D'Amico. 
Una rivelazione! Bravo ed efficace, raffinato e colto, preparato e convincente!
Merita la visita!

uno spaccato della mostra " Il suono dei Luoghi"

uno spaccato della mostra " Il suono dei Luoghi"

uno spaccato della mostra " Il suono dei Luoghi"

Fortunato D'Amico, Melina Scalise, Marco Maria Zanin

martedì 14 gennaio 2014

Vernice Mostra personale 'Il Suono dei Luoghi' di Marco Maria Zanin, a cura di Fortunato D'Amico

'Il Suono dei Luoghi' 
personale di Marco Maria Zanin 
a cura di Fortunato D'Amico


Spazio Tadini, Via Niccolò Jommelli 24
20131 Milano, Italia
ms@spaziotadini.it | ft@spaziotadini.it;

da martedì a sabato dalle 15:30 alle 19:00


http://www.marcomariazanin.com/

http://www.spaziotadini.it/


Testo di Fortunato D'Amico


Lo Spazio Tadini ospita dal 15 al 28 gennaio 2014 la mostra fotografica "Il suono dei luoghi" di Marco Maria Zanin, curata da Fortunato D'Amico. L'esposizione documenta le due tappe del viaggio intrapreso da questo giovane fotografo a partire dalla sua terra, il Veneto.


E’ il racconto di due luoghi dell’anima, di un’intima ispirazione che dai brumosi fondi agricoli vicino a casa lo porta sino a San Paolo del Brasile, città costruita al di là dell’oceano Atlantico e cuore culturale dell’America Latina. Il Cammino di Santiago, intermezzo tra queste due mete, è un elemento di connessione profondo tra momenti e siti geografici solo apparentemente distanti.


Una documentazione fotografica che testimonia l'interesse personale a sviluppare un'esperienza interiore ricca e appassionata, metafora utile a interpretare il lavoro di introspezione e ascolto elaborato attraverso l'arte delle immagini, sempre di più trasformata in strumento di riflessione per acquisire conoscenza.


 

Le panoramiche sugli ambienti, le inquadrature catturate puntando l'obiettivo dall'alto della città, i punti di vista terrestri incapsulati nella nebbiosa campagna padovana, le prospettive aperte dalle linee tracciate dal cammino dei viaggiatori lungo i sentieri che corrono nei campi, sono le chiavi per accedere alla comprensione dei silenzi e delle assenze che reggono la complessa struttura delle visioni.

Marco Maria Zanin scopre la sconfinata rete dei segni e dei linguaggi visivi e li osserva attraverso l'occhio

della macchina fotografica. Proiettando sulla carta sensibile gli sguardi curiosi che si adagiano ad osservare aperture inaspettate di paesaggi urbani e rurali, egli ci svela dietro le immagini dell'architetture, o dei ruderi, altri universi sensibili inclini a raccontare le storie degli uomini.

L'indole dell'uomo e le tecniche personali della sua arte sono in Marco Maria Zanin combinazioni perfettamente coniugate l'una con l'altra, elementi centrali nella definizione della poetica e della personalità di chi, da dietro l'obiettivo, ha immaginato di filtrare l'infinito caos del mondo tangibile per dare origine a una possibile interpretazione dell'universo interiore e delle leggi che lo governano.
 

mercoledì 26 giugno 2013

LE TRACCE DEL SOLE - Stefano Marangon a cura di Fortunato D'Amico

A Milano, al Museo della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci succede che...



LE TRACCE DEL SOLE Disegnare utilizzando l'energia del sole Stefano Marangon Dal 10 luglio al 30 agosto 2013 Inaugurazione 10 luglio ore 18.00 MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA VINCI Via San Vittore, 21 – Milano Il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano è continuamente alla ricerca di nuovi modi e nuovi linguaggi per raccontare la scienza nella maniera più semplice ed accessibile a tutti, per questo ha deciso di ospitare all’interno dei suoi spazi la mostra “Le tracce del Sole” dell’artista Stefano Marangon che esporrà le sue ultime opere realizzate con la pirografia. L’inaugurazione sarà il 10 luglio alle ore 18.00 e la mostra sarà visitabile fino al 30 agosto. Il periodo scelto è l’ideale per la presenza del Sole per gran parte della giornata, questo consentirà ai visitatori, attraverso i workshop e gli incontri organizzati, di realizzare esperimenti, testare applicazioni, capire l’utilizzo della luce e dell'energia solare nel corso della storia e conoscerne l’interazione con l’uomo che ha imparato a sfruttarlo e a veicolarlo fino a trasformarlo in opera d’arte. Un viaggio insolito per scoprire a livello multidisciplinare l’uso del sole nella scienza, nella filosofia, nell’architettura e soprattutto nell’arte svelando, attraverso interventi e dimostrazioni, come Stefano Marangon sia riuscito a realizzare le sue opere pirografando con delle lenti ottiche e la luce del sole. Ci sarà anche la possibilità di sperimentare la sua tecnica partecipando alla creazione di un’opera collettiva che verrà poi donata al Museo.
Fortunato D’Amico scrive: “La performance di Stefano Marangon, attrezzato di legni e lenti ottiche di dimensioni diverse, appassiona e attira intorno a se la folla di curiosi, che improvvisamente e inaspettatamente viene "illuminata" mentre sta assistendo allo spettacolo "open air " messo in scena per tracciare segni senza toccare con gli oggetti il piano di scrittura.”

Durante l’inaugurazione i partecipanti verranno accolti dal concerto d’arpa eseguito da Patrizia Borromeo, si proseguirà con la visita alla mostra. Eccezionalmente in occasione dell’inaugurazione l’ingresso al Museo sarà gratuito, mentre nei giorni successivi la visita alla mostra sarà compresa nel costo del biglietto.
Mostra personale: Le tracce del Sole – Disegnare utilizzando l’energia del sole Artista: Stefano Marangon Curatela e direzione artistica: Fortunato D’Amico Luogo: Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci Via San Vittore, 21 - Milano Durata: 10 luglio – 30 agosto 2013 Orari: martedì - venerdì 9.30 - 17.00 / sabato e festivi 9.30 - 18.30 Biglietto: compreso in quello del museo - Intero: 10 €, Ridotto: 7 € Informazioni: www.thesunpainter.com Catalogo: Edizione Grafiche Desi, in vendita al bookshop Testi: Fortunato D’Amico, Renuccio Boscolo, Fiorenzo Galli – Dir. del Museo DA VINCI Ufficio Stampa : B52Communication - comunicazione@b52c.com

sabato 13 aprile 2013

Da AAM 2013

Si è da poco conclusa la prima giornata di AAM (per info http://www.arteaccessibile.com/) ed è quindi doveroso pubblicare alcune immagini che sicuramente parlano più di molte parole. 
Primo consuntivo: senza ombra di dubbio un successo.

Elio Fiorucci Photo by Frattura Scomposta

Elio Fiorucci Photo by Frattura Scomposta
l'ingresso...

L' "icona " della fiera: Marco Chiurato

L'omaggio di Marco Chiurato a Sottsass (opera realizzata in zucchero)

l'opera di Daniele Alonge prima della censura,,,

una panoramica...

Omaggio a Fiorucci

Marco Pirovano e Marta Fumagalli

l'opera di Daniele Alonge dopo della censura,,,
Lo stand Casa d'Arte San Lorenzo

Lo stand Casa d'Arte San Lorenzo
la sal collina...

un'altra veduta...

di tutto un po'...

Premio d'arte AOP academy

l'installazione di Cazzaniga...
un po' di gente...

Anna Maria Brizzi e Fabrizio Grigolo

Patrizia Milani e Angela Loveday

Con Marco Chiurato

Con Pao

Con Rossella Faarinotti

Con Fortunato D'Amico

Con Emila Sirakova

Con Gio Lacedra

Gio Lacedra con Emanuele Beluffi

lunedì 25 marzo 2013

Castello40, “a case study” a cura di Fortunato D’Amico




Venicedocks – Venezia 29.03.2013 – 28.04.2013
Castello40, “a case study”
Inaugurazione:
29 marzo 2013 ore 12:00 


artisti:
Fausto Bertasa Sophie Chkheidze
Francesco Correggia Pietro Finelli Barbara Nahmad Marco Pellizzola Pierluigi Pusole 


Dipingere è obbedire all’appello dell’opera. E’ anzitutto ritrovare in sé, sia pure a forza di esercizio e senza ingenuità, la grazia di un gesto la sicurezza di uno stile spontaneo, e in seguito riconoscere, in questo stesso gesto in cui la mano si sa complice della tela l’esigenza dell’opera in gestazione, per provare infine il sentimento di una consistenza e una necessità irrecusabili Mikel Dufrenne

La mostra che inaugura a Venezia il 29 marzo 2013 presso il prestigioso spazio di Venicedocks presenta un caso particolare della pittura contemporanea. La mostra segue da un punto di vista cronologico quella di Caravaggio a Bergamo nell’ex convento di San Francesco dal titolo “Il quadro e Lo schermo” e quella a Milano nell’ex Chiesa di San Carpoforo. La serie d’iniziative presentate aveva per tema la questione del quadro e l’agnosia dello screen, ma era ed è anche l’espressione di una situazione che riparte da ciò che la modernità ha lasciato ancora sul campo, alla fine del post-­‐moderno e cioè la questione dell’opera e della verità.
In questa situazione il quadro e la pittura sono indissolubilmente legati al “parergon”, alla cornice soglia che diventa il limine del quadro verso e oltre la parete e lo spazio che la accoglie. 

Il quadro sembrerebbe essere negazione della parete ma proprio perché la cornice lo incastra e al contempo anche lo disincastra che, l’ambivalenza quadro/parete riprende quella componente oppositiva dello stare nello spazio e del farsi spazio. Ciò per gli artisti (Bertasa, Chkheidze, Correggia, Finelli, Nahmad, Pellizzola, Pusole) rappresenta un case-­‐study, caso di studio, punto di partenza per una discussione o per uno studio più approfondito, di elevato valore cognitivo, l’apertura di un nuovo paradigma visivo che ridà significato al lavoro dell’arte. In questo senso l’interrogazione sul perché debba esistere un reale o se invece tutto è interpretazione, parte dalla pittura e dai suoi livelli misti di rappresentazione: l’immagine e le cose, l’ambivalenza dei segni, i campi linguistici -­‐ storiografici, la profondità e la superficie in opposizione alla piattezza. E’ quindi per sottrazione e appropriazione, sdefinizione e ridefinizione dell’opera rispetto al luogo che la nuova avventura poetica della pittura riemerge.
La Pittura cui si fa riferimento si trova per paradosso vicino, nel suo agire rimembrante, a quel complesso spazio della cultura visiva a più livelli. E vi si trova per percorsi che, da una parte, hanno come sfondo l’interpretazione e la possibilità rigenerante del senso e dall’altra la dimensione del reale in tutti i suoi aspetti culturali, antropologici, visivi, tra immagine e negazione dell’immagine. Si tratta di dualità significative se concepite all’interno di una dimensione estetica ed etica. 

La mostra è a cura di:
Fortunato D’Amico 

Comunicazione:
Tatiana Martyanova

Associazione culturale arte contemporanea Visual Culture Study, erreanderre
Sopramaresotto 


Arsenale Docks
San Pietro di Castello, Venezia
Giovedì – Domenica
10:00 – 18:00
http://www.art-­‐events.it http://www.valorizzazioniculturali.com

venerdì 30 novembre 2012

Fortunato D'Amico intervista Beatrice Merz per lastampa.it



Trovo, leggo e condivido con voi questa interessantissima intervista fatta dall'amico Fortunato D'Amico per http://www.lastampa.it a Beatrice Merz.

Leggetela con attenzione, merita!


Beatrice Merz e l'arte delle connessioni
di Fortunato D'Amico


FDA- Come sei arrivata ad assumere l' incarico di direttore artistico al Castello di Rivoli?   
BM- Nel 2009 il Consiglio di Amministrazione optò per una co-direzione del Museo nominando Andrea Bellini ed un altro referente scelti all’interno di una rosa preselezionata. Essendo uno dei membri del comitato di segnalazione dei nominativi alla direzione, anche se a mia volta ottenni diverse nomination, per evidenti ragioni il mio nominativo fu estromesso dai possibili candidati ma, a seguito della rinuncia all’incarico di uno dei due direttori nominati, venni proposta praticamente all’unanimità dagli altri membri della commissione e quindi – come puoi ben immaginare - la nomina mi colse di sorpresa. L’aver ottenuto questo prestigioso incarico rappresentò e rappresenta tuttora per me una grande sfida ed al contempo una preziosa opportunità di crescita professionale, sebbene non nasconda che, sin dagli esordi, la co-direzione abbia rappresentato un iter complesso dal momento che era necessario condividere scelte e metodi operativi con una persona radicalmente diversa da me. Ciononostante ritengo che l’esperienza di co-direzione recentemente conclusa sia stata stimolante e produttiva per entrambi.   


FDA- Il territorio  come ha accolto  l a presenza di questo museo?   
BM- La storia del Museo è abbastanza singolare tanto che tutti noi appartenenti al mondo dell’arte abbiamo seguito le controversie che ne hanno preceduto l'apertura. Quando finalmente nel dicembre del 1984 il Museo è stato inaugurato, è stato chiaro fin da subito si trattava del primo museo d’arte contemporanea in Italia definibile in quanto tale.   


FDA- Cosa rappresenta il Museo di Rivoli nel sistema culturale della nostra nazione?   
BM- Un’esplosione d'interesse per l’arte contemporanea italiana che ha coinvolto anche i livelli istituzionali. Inizialmente il sistema era gestito solo da galleristi e dagli stessi artisti con modalità che rasentavano quelle di un circuito esclusivamente privato. Finalmente, con l’apertura del Museo di Rivoli, la figura dell’istituzione pubblica ha fatto un grande passo in avanti facendo il suo ingresso nella strategia di promozione culturale di nuovi movimenti artistici. In confronto ad altri paesi, l’Italia è sempre stata molto carente dal punto di vista del contemporaneo in generale: per questo il Castello di Rivoli rappresenta la punta di diamante di un possibile sistema dell'arte tuttora in continua evoluzione.   

 
 
FDA- Quali le sono state le tappe fondamentali di questo cammino?  
BM- Sin dall’apertura, il Museo rivelò la propria genetica poiché Rudi Fuchs, l’allora direttore, già a partire dalla mostra inaugurale stabilì una precisa linea di gestione degli eventi espositivi orientata non solo alla mera esposizione delle opere, ma anche alla loro raccolta. All’epoca, ovviamente, il Castello di Rivoli non disponeva ancora di una propria collezione permanente, sicché in qualche modo dobbiamo a lui l'imprinting che ha caratterizzato i successivi momenti di crescita dell’istituzione. Un nuovo museo d’arte contemporanea deve costruire una propria collezione che ne caratterizzi le peculiarità e questa rimane anche oggi una delle nostre priorità. Credo infatti che anche le mostre temporanee, momenti significativi della cultura contemporanea, debbano essere orientate in questo senso. Si sono realizzate nel tempo, ma anche in questi ultimi tre anni, importanti mostre temporanee collettive e personali che hanno proposto al nostro pubblico la conoscenza di nuovi artisti ma, parallelamente, la frequente rotazione della collezione ha permesso di accrescere la vitalità dell’offerta del Museo ed è per questo che in questi tre anni di lavoro mi sono volutamente concentrata sulla collezione, inserendo via via le nuove acquisizioni all’interno di un percorso linguistico in divenire, a partire da Tutto è Connesso nel 2010, ad Arte Povera International nel 2011 fino all’attuale display di Oltre il muro.   


 
FDA- Il museo in questi anni ha integrato altre attività e servizi?   
BM- A questo proposito è bene ricordare un punto di forza del nostro Museo: il Dipartimento Educazione, il cui lavoro inizialmente veniva percepito come sperimentale, mentre oggi è riconosciuto di vitale importanza per le istituzioni culturali del nostro Paese. Il Dipartimento, la cui attività completa e supporta con iniziative mirate l’offerta culturale del Museo, si occupa di formazione dall’età prescolare alla terza età proponendo di volta in volta progetti speciali. Tra le varie iniziative, ad esempio, l’estate scorsa il Museo ha ospitato la Summer School. Il progetto prevedeva un intenso programma di attività e laboratori condotti non solo da vari dipartimenti educazione e dalle scuole, ma anche da singoli individui o curatori. Al fine di valorizzare ulteriormente le figure professionali afferenti alla cultura, è stato inoltre attivato un Master di Formazione in collaborazione con l'Università del Piemonte Orientale. Inoltre il Museo ha al suo attivo una ricca biblioteca specializzata. Parallelamente organizziamo con regolarità eventi collaterali di richiamo per il pubblico e di integrazione culturale alle attività espositive. Ad esempio ha avuto molto successo il recente programma di incontri di approfondimento storico con gli autori de La Storia siamo noi organizzato a latere della mostra curata da Marcella Beccaria La storia che non ho vissuto (testimone indiretto).   


FDA- Quali sono le conseguenze di questa ricaduta sociale?   
BM- Siamo soddisfatti dell'interesse che il Museo continua a suscitare nei confronti del pubblico. Un dato significativo, in questo senso, è l'incremento dei visitatori del 10% registrato nel 2011 che a sua volta sta ulteriormente crescendo. Mi piace ripetere che la crescita culturale e la conoscenza della contemporaneità dei cittadini è un diritto e che il museo è garante di tale diritto. Spesso però il nostro lavoro si scontra con problematiche operative che rischiano di vanificare molti dei nostri sforzi. Infatti un obiettivo di carattere strategico e territoriale è rappresentato dal tentativo di mettere a punto un sistema efficiente di mezzi di trasporto che agevolino il pubblico e favoriscano l’accesso al Museo. Purtroppo l’attuale cantiere impiantato su tutta l’area del piazzale che circonda il Castello, e che avrà presumibilmente la durata di un intero anno, di fatto rischia di impedire il normale svolgimento dell’attività museale non solo per quanto riguarda la movimentazione delle opere e l’allestimento delle mostre, ma anche in quanto fortemente vincolante per l’accesso dei visitatori. Proprio per venire incontro ai possibili disagi del pubblico, stiamo sperimentando l’ingresso gratuito.   


FDA- Per quanto riguarda la promozione delle vostre attività, siete indipendenti oppure fate parte di un sistema di circuiti che si occupa della comunicazione?   
BM- Dal punto di vista promozionale il Castello di Rivoli è autonomo, sebbene il Museo sia da tempo inserito nei principali circuiti turistici della città così come del resto lo sono tutte le maggiori istituzioni culturali cittadine. È infatti fondamentale riuscire a trasmettere ai visitatori la cultura del territorio. La definizione di un buon programma di comunicazione, insieme all'ottimizzazione dei costi gestionali, rappresenta uno degli obiettivi principali della nostra struttura. Per poter aumentare la visibilità, sarebbe però necessario attivare su base nazionale un serio lavoro di promozione destinato a tessere una rete efficiente di collegamenti e scambi con le altre istituzioni culturali italiane.   

 
 
FDA- Anche in questa direzione potete portare un valido contributo per le attività che avete svolto di recente.   
BM- Certamente. Ne è un esempio la grande mostra sull’Arte Povera curata da Germano Celant, importante non solo per la valenza scientifico-culturale e storiografica dell’evento - che di per sé non aveva più necessità di ambire a storicizzare il movimento artistico - quanto alla vera e propria “messa in rete” del Museo. Infatti il progetto ha visto coinvolte ben sette città italiane e otto istituzioni culturali che hanno lavorato insieme, coordinate proprio dal Castello di Rivoli e dalla Triennale di Milano.   


FDA- Cos'è cambiato dopo la partenza di Andrea Bellini?  
BM- Di fatto passare alla direzione unica ha snellito alcune procedure operative e di programmazione.   


FDA- Cosa può fare l'arte contro questa crisi che sta attraversando l'Europa?   
BM- Storicamente l’arte ha sempre rispecchiato le problematiche sociali, politiche e i mutamenti storici. Gli artisti con la loro sensibilità sono termometro delle situazioni nelle quali vivono. Rappresentano con le loro reazioni il valore della democrazia. Dobbiamo saperli guardare, leggerli, ascoltare e trarne messaggi, individuali o collettivi. Io personalmente ho imparato molto, forse anche altri possono raccogliere stimoli, suggerimenti, valori.  


FDA- Come siete organizzati per la vendita delle mostre prodotte al Castello di Rivoli verso altre strutture espositive internazionali?   
BM- Proprio uno degli aspetti più significativi del nostro lavoro è il tessere una rete di rapporti internazionali tra musei. Questo costituisce la possibilità di “esportare” all’estero le mostre da noi ideate, condividere con altri pubblici le scelte culturali, permettere agli artisti in cui crediamo di crescere, così pure il far conoscere meglio la collezione permanente del Museo. Da sempre le opere della collezione del Museo vengono concesse in prestito per essere esposte nelle più prestigiose sedi museali internazionali. Lo scorso anno, nell’ambito del programma di scambio 2011 Anno della Cultura e della Lingua italiana in Russia e della Cultura e della Lingua russa in Italia, con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ha presentato un consistente nucleo di lavori appartenenti al movimento dell’Arte Povera al MAMM Multimedia Art Museum Moscow. Successivamente l’istituzione russa ha prestato alcune opere della propria collezione al Castello di Rivoli, permettendo l’allestimento della rassegna Russian Cosmos. Ritengo quindi che questa modalità di scambio, soprattutto in tempo di crisi, rappresenti una valida opportunità di creare network, di scambiarsi patrimoni. La recente mostra dedicata a Luigi Ontani è stata ospitata da Le Consortium di Digione e successivamente alla Kunsthalle di Berna, mentre la personale di Piero Gilardi, dopo essere stata allestita nella Manica Lunga del Museo, è attualmente ospitata al Van Abbemuseum di Eindhoven e l’anno prossimo sarà presentata al Nottingham Contemporary, in Gran Bretagna. La mostra di Thomas Schütte è stata invece frutto di una collaborazione internazionale come lo sarà la retrospettiva sull’artista cubana Ana Mendieta.   

 
FDA- Avete organizzato una strategia di vendita delle mostre?  
BM- Più che di vendita vera e propria si tratta di intensificare la politica di scambi che, come già detto, è attiva da parecchio tempo e, come testimoniano le recenti operazioni, sicuramente proficua. Alla strategia individuale dovrebbe però affiancarsi una più intensa programmazione di scambi culturali a livello nazionale. Ad esempio, in occasione di un recente viaggio in Israele organizzato dall’Ambasciata d’Israele in Italia al quale hanno partecipato numerosi direttori di museo e curatori associati all’AMACI, si è ancor più rafforzata la necessità di condividere a livello internazionale il proprio know-how e il proprio patrimonio. Questa esperienza, oltre a portare molti di noi a conoscere una nuova realtà, ha incrementato la visibilità dei nostri musei.   


FDA- Artissima: una fiera con molte ambizioni internazionali. Come è andata quest'anno?  
BM- Questa edizione di Artissima ha visto rafforzarsi la naturale collaborazione tra la fiera e le istituzioni culturali dedicate al contemporaneo, operando preziose sinergie con il territorio. Il Castello di Rivoli ha quindi accettato con entusiasmo di partecipare al progetto It’s not the end of the world co-producendo la mostra Paola Pivi. TULKUS 1880 to 2018 ora in corso nella Manica Lunga. Molte altre attività e incontri ci hanno visto protagonisti. La fiera è stata di qualità e, grazie al sostegno della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea, abbiamo potuto acquisire nuove opere che hanno arricchito la nostra collezione permanente.   


FDA- Quali altre mostre e attività avete in programma per il 2013?   
BM- A fine gennaio la Manica Lunga ospiterà la rassegna Ana Mendieta. She Got Love, prima grande retrospettiva europea dedicata all’artista cubana che curerò insieme a Olga Gambari. Il progetto si propone di rileggere la figura dell’artista come modello e icona per la performance e il video, la body art e la fotografia, la land art, il ritratto e la scultura. Nel lavoro di Mendieta confluiscono infatti tutte queste componenti, linguaggi coniugati in un personalissimo alfabeto visionario e materico, magico e poetico, politico e progressista che aspirano a raccontare l’identità femminile a partire dalle radici culturali cubane dell’artista per arrivare alla donna contemporanea. Parallelamente, al terzo piano del Museo sarà allestita la rassegna Disobedience Archive, the Parliament a cura di Marco Scotini. Un’indagine nelle pratiche di attivismo artistico che sono emerse dopo la fine del modernismo inaugurando nuovi modi di essere, di dire e di fare. Concepito come un archivio di immagini video, eterogeneo e in evoluzione, il progetto vuole essere una guida attraverso le storie e le geografie della disobbedienza politica, sociale e artistica.  
 
 

FOTO  
1.   
a. Beatrice Merz  
Direttore Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea  
b. Il Castello di Rivoli, l’atrio juvarriano e la Manica Lunga  
Foto Paolo Pellion, Torino 
2.  Jannis Kounellis  
Senza Titolo (Untitled), 2009  
cappotti, scarpe, fusioni di piombo  
dimensioni determinate dall’ambiente  
Collezione dell’artista  

3.   
Allestimento della mostra Oltre il muro  
Peter Friedl,  Failed States  
Foto Andrea Guermani, Torino
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