RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






Vota questo blog

Siti
Visualizzazione post con etichetta Palazzo Ducale - Massa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Palazzo Ducale - Massa. Mostra tutti i post

sabato 10 dicembre 2016

Marco Cornini a Palazzo Ducale di Massa

Continua questo interessantissimo ciclo di esposizioni a Palazzo Ducale di Massa... 

 

AMORE SACRO AMORE PROFANO

Si apre sabato 10 dicembre a Palazzo Ducale di Massa (Ms) – inaugurazione ore 17 – la mostra dello scultore Marco Cornini dal titolo “Amore sacro amore profano” che rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2017. Si tratta della terza mostra del ciclo “Oltre l’immagine” organizzata dall’Associazione Quattro Coronati in collaborazione con il Comune di Massa e curata da Mauro Daniele Lucchesi

Marco Cornini “è uno scultore che fa sculture”…
Fin dal suo primo apparire non ha concesso nulla allo “sperimentalismo”, alla facile ricerca di stampo concettuale, né ha mai deviato da una scelta poetica e ideologica non sempre facile da mantenere .
Cornini scultore milanese doc, con uno studio bohémien in una vecchia fornace alla periferia della città, ha esordito giovanissimo nel mondo dell’arte, appena ventiduenne e, in un periodo in cui imperavano “sperimentazioni” concettuali e videoarte, ha scelto di utilizzare, come materiale privilegiato se non esclusivo, la terracotta, mostrando una straordinaria coerenza e fedeltà a un mezzo espressivo spesso considerato “minore”.
Una scelta “inattuale” ma che lo stesso artista ha subito sentito come istintiva e immediata, in netta controtendenza con gli umori e gli indirizzi all’interno dell’Accademia milanese e con un diffuso e imperante desiderio di stupire a tutti i costi, e che lo fa notare allo scrittore e critico d’arte Mario De Micheli, che alla sua mostra d’esordio (a soli 22 anni) lo segnala come giovanissimo scultore di grande talento, “da mettere i brividi …”, come scrive lo studioso in quel primo testo.
Luca Beatrice (curatore del Padiglione Italia alla 53^ Biennale di Venezia del 2009) accosta il lavoro di Marco Cornini ad un racconto di Dino Buzzati “Un amore”: “un testo secco, disseminato di ritratti poetici e di straordinari protagonisti. Straordinari nel loro essere ordinari. Nella cornice di una Milano grigia e consumata, abitata di borghesismi, case popolari e bordelli, si scoprono esistenze periferiche, estremamente possibili e tutt’altro che immaginarie. È una sceneggiatura fatta da uomini normali che s’innamorano di giovani prostitute, ordinarie anche loro, prive di perversioni e di ostentazioni. Non c’è volgarità e nemmeno falsità … Buzzati, pittore oltre che giornalista e scrittore, amava le donne. Come Marco Cornini. A legarli lo stesso spirito “milanese”, quello delle vie di Brera, di Corso Garibaldi, dove lo scultore, in tempi più recenti, ha trascorso la sua formazione artistica e culturale. Le stesse donne poi, quelle dipinte nei fumetti pittorici e noir di Buzzati, e le sculture con i tacchi alti di Cornini. Ragazze, belle certamente, giovani e attraenti anche se mai perfette, sempre attraversate da un alone d’imperscrutabile mistero. Normali, ordinarie, provocanti, modelle del quotidiano descritte in pose consuete. Donne, o chissà puttane, demoni e perché no, angeli, (da qui Amore sacro, Amore profano) come quelle anime cantate dal poeta De Andrè…
Semidee nude o abbigliate di minigonne e abiti succinti, canottiere e slip, mai eccessive nel loro essere svestite o vestite, giustamente calibrate in quello sguardo penetrante e assente. Provocanti si diceva, per quella duplicità tutta femminile di attrarre e respingere (come solo l’amore sa fare). Eppure così vere. Le donne ritratte da Cornini, prendono forma lentamente fra le sue dita e si aggiustano in composti di terre e acrilici. Il colore naturale si somma a quello artificiale che permette la restituzione di una versione della scultura rinnovata, dunque contemporanea. Perché a quel profilo etrusco, si sommano, in pose tutt’altro che arcaiche, abiti, dettagli e cromie che non svincolano mai dal presente, dall’oggi. Seppur confinate in un tempo incompiuto, nell’attimo in cui sembrano essere custodite, le modelle di Cornini s’inseriscono a pieno titolo nella contemporaneità. E non solo per quei dettagli concreti che le fanno prelevare direttamente da qualche periferia cittadina, ma anche e soprattutto per quello sguardo svogliato e seduttore da “vergini suicide”,
Cornini riporta in auge quel gradito e sottile sentore di purezza e perversione insieme (Amore sacro, Amore profano) che anela dalle sculture antiche, quello delle carni tradotte in iperrealismo interpretativo e del nudo materico. Mette in atto il suo teatro, la sua nuova sceneggiatura scultorea: conosce l’opera di Arturo Martini, la bellezza simbolica e la fisicità delle opere del grande Maestro sicuramente, ha bene in mente i capolavori di Martini. Usa un linguaggio antico nella tecnica assemblato al gusto moderno che impiega i costumi della quotidianità per costruire microstorie dell’ordinario. Immortala il soggetto femminile, donne che amano svelarsi, senza pudore, con un insolito ma giustificato piacere davanti all’occhio di chi guarda (l’amore è in se un sentimento puro). Donne che guardano dritte verso uno spettatore indiscriminatamente voyuer, immobilizzate nel dettaglio di una ripresa fortuita ed eterna che le congela nell’attimo prima di potersi dare a qualsivoglia reazione, animate da una nuova vita, per la strana alchimia dell’opera d’arte che rilascia continui significanti pur risiedendo nella materia inerme, si lasciano osservare, ora cercandolo ora respingendo, come solo una donna sa e può fare, lo sguardo complice di chi le vorrebbe, anche solo per un istante, poter toccare.

La mostra “Amore sacro amore profano” di Marco Cornini rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2017 ad ingresso libero nel Palazzo Ducale di Massa (Ms), Piazza Aranci 35, dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30.
Informazioni:
mobile : 3288375423
e-mail: mdlucc57@gmail.com
Pagina facebook: Marco Cornini: Amore Sacro Amore Profano
Ufficio Stampa, agenzia ILogo, Fabrizio Lucarini cell. 3407612178, www.ilogo.it

giovedì 6 ottobre 2016

Bertozzi & Casoni in mostra a Palazzo Ducale di Massa

E dopo Dani Vescovi a Palazzo ducale di Massa arrivano Bertozzi & Casoni...
da vedere 





Arte. La quotidianità nelle ceramiche di Bertozzi & Casoni
in mostra a Palazzo Ducale di Massa

La mostra dal titolo”Niente è come appare” sarà aperta da sabato 8 ottobre al 6 novembre organizzata dal Comune di Massa e dall’Associazione Quattro Coronati
Si apre sabato 8 ottobre a Palazzo Ducale di Massa in Piazza Aranci – vernissage ore 18 alla presenza degli autori - la mostra “Niente è come appare” di Bertozzi & Casoni, due artisti di fama internazionale che portano avanti da tempo una ricerca finalizzata a riposizionare l’utilizzo della ceramica dandogli pari dignità degli altri mezzi espressivi utilizzati nell’arte contemporanea attraverso la realizzazione di opere che per autorevolezza esecutiva e ideativa non temono confronti né con le sofisticate esperienze contemporanee né con l’antico, utilizzando un linguaggio definito “pop concettuale”. Un evento che rientra nel ciclo di mostre dal titolo “Oltre l’immagine” organizzate dall’Associazione Quattro Coronati e dal Comune di Massa, curate da Daniele Lucchesi, da settembre a febbraio 2017 nelle sale del bellissimo Palazzo Ducale. Le mostra di Bertozzi & Casoni, Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961), presenta una serie di sculture realizzate in ceramica e maiolica in cui i due artisti riproducono con straordinaria abilità tecnica, acquisita in oltre trent’anni di “mestiere” così com’era uso dire nelle botteghe rinascimentali, oggetti di uso comune utilizzati e poi abbandonati ( bidoni per l’olio combustibile, cestini dei rifiuti, “sparecchiature”, scatole di detersivo), ai quali aggiungono animali bellissimi e coloratissimi ( pappagalli , coccinelle, camaleonti, iguane, ecc.). La bellezza della natura, interagisce e in qualche modo assorbe e fa suoi i rifiuti dell’uomo, ne stravolge la percezione visiva eliminando il confine tra ciò che viene considerato bello, secondo i normali canoni della bellezza, e ciò che è considerato “spazzatura” e quindi brutto, non esiste più e quindi il duo artistico va “oltre l’immagine”. Bertozzi & Casoni, maestri indiscussi e consacrati, fin dagli anni Novanta hanno riscosso il consenso dei maggiori e influenti critici d’arte contemporanea e l’interesse di importanti gallerie d’arte nazionali e internazionali, di musei e collezionisti d’arte. Tra le loro mostre recenti più importanti segnaliamo: nel 2007 Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, nel 2008 Castello Sforzesco di Milano e Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, nel 2009 i loro lavori sono stati esposti al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, nel 2010 alla All Visual Arts di Londra, alla Galleria Sperone Westwater di New York e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, nel 2013 al Museum Beelden aan Zee all’Aia, alla Galleria Beck Eggeling di Düsseldorf e nelle sale monumentali di Palazzo Te a Mantova, nel 2016 alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo.

Le altre mostre del ciclo sono quelle di Marco Cornini “Amore sacro, amore profano” ( 10 dicembre – 8 gennaio 2017), e la la collettiva "L'arte e la croce" ( 15 gennaio – 19 febbraio 2017) dove viene affrontato il tema dell'anima, della spiritualità con la partecipazione di oltre 20 gli artisti tra cui alcuni nomi storici dell’arte italiana come Sandro Chia, Mimmo Paladino, Nicola De Maria e Romano Cancogni. 
 La mostra “Niente è come appare” di Bertozzi & Casoni rimarrà aperta fino al 6 novembre ad ingresso libero, dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30. 

Info: telefono: 3288375423, e-mail: mdlucc57@gmail.com
Ufficio Stampa, agenzia ILogo, Fabrizio Lucarini cell. 3407612178, www.ilogo.it

mercoledì 5 febbraio 2014

I DISEGNI DI FEDERICO FELLINI DAL "LIBRO DEI SOGNI"


I DISEGNI DI FEDERICO FELLINI DAL "LIBRO DEI SOGNI"

PALAZZO DUCALE. SALONE DEGLI SVIZZERI. MASSA (MS)

da venerdì 7 a mercoledì 26 febbraio 2014


Nata da un’idea di Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st, curata da Francesca Fabbri Fellini, nipote di Federico Fellini, pensata per la città di Massa da Giancarlo Alviani con la collaborazione di Maria Vittoria Della Pina e Daniele Lucchesi la mostra “I disegni di Federico Fellini dal Libro dei sogni” propone cento tavole tratte dal “Libro dei sogni”, pubblicato nel 2007 a cura di Tullio Kezich, una sorta di Grande Album che rappresenta l’inconscio felliniano, un diario onirico che lui stesso definiva: “un’insieme di segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati”. Un’opera che Fellini ha elaborato con impegno scrupoloso per circa un trentennio, dagli Anni ‘60 agli Anni ‘90, sotto consiglio dello psicanalista junghiano Ernst Bernhard, con il quale è stato in analisi dal ‘60 al ‘65. Nelle opere di Fellini, straordinario disegnatore, sono immortalati personaggi della sua vita pubblica e privata come Marcello Mastroianni, Sandra Milo, Anita Ekberg, Sophia Loren, Herst Bernhard (il suo analista) e sua moglie Giulietta Masina, alla quale dedica un’intera sezione. Ma è anche pieno di incubi, di riferimenti alla famiglia e ai luoghi d’origine (“Amarcord”, Rimini e Romagna) e “sognare e filmare”, tavole in cui si riconoscono alcune ispirazioni per i suoi indimenticabili capolavori cinematografici. Ogni disegno è contenuto in quadri di dimensioni 37 cm X 50 cm e relative didascalie, divisi secondo tematiche quali: “Giulietta Masina”, “Personaggi famosi”, “La famiglia Fellini”, “Incubi”, “Sognare e filmare”, “Amarcord”, “Rimini” e “La Romagna”.