Una cosa è certa:
Giovanna non teme il confronto e lo dimostra mettendosi in gioco ogni volta!
EMOTIONAL REVOLUTION [Le mani in pasta al cuore]
Una performance di e con
Giovanna Lacedra
Al Festival “LA VOCE DEL CORPO” IV Edizione
Sabato 25 giugno ore 21.00
Spazio Opera Fabrizio De Andrè
Via Giacomo Matteotti
Osnago (Lecco)
Ingresso libero
Info:
info.lavocedelcorpo@gmail. com
Emotional Revolution è un’azione di delicato ribaltamento.
Da vuoto a pieno. Da resa a rinascita.
Da rabbia a tregua. Da fame a pane.
È l’azione di un lento germogliare.
Una richiesta di requie che l’anima fa a se stessa.
Del resto la vita può ripartire – e riparte – quasi sempre da ciò che resta:
da una desolazione che può mutare in pienezza.
Prendere consapevolezza. Di ciò che è stato. Di ciò che manca.
Adagiarsi persino nella resistenza ad abbandonare quel vuoto.
Ma poi, risollevarsi.
Ed essere Rivoluzione.
Voglio nutrirmi di un nuovo inizio.
Invece di affamarmi ancora, rallento.
Faccio un passo indietro. Poi uno in avanti.
Cerco la tregua.
Osservo l’impronta di una mancanza, domanda sterrata da mani bambine.
Appare indelebile. Ma laddove qualcosa manca, qualcosa di nuovo fiorisce.
Guardo le briciole appese.
Ne afferro ancora una e la infilo sotto il palato.
Per dimenticare bisogna rievocare. Un’ultima volta.
Sento il sapore della memoria.
Le briciole non possono bastarmi più.
Un’ultima volta, ancora, accarezzo il vuoto.
E poi.
Le dita si sporcano di desiderio.
E le mani, piano, impastano speranza.
Avviene sempre una rivoluzione bianca quando, dopo un’atroce battaglia, macerie ricordano che ancora può esserci vita. Lentamente abbandoni il vuoto per creare, da sola, quel nutrimento che ti è stato negato.
Là, dove l’aratro di mani nervose ha preso il niente.
Là, dove si annidano impronte dell’assenza, ogni ferita non è vuoto, ma varco sulla luce.
Non fingerò ancora pane alla mia fame.
L’impronta mnemonica è sotto le dita e dentro agli occhi.
La sento vivere come un rumore.
Ma le dita in pasta al cuore sono la mia rivoluzione.
Si rimpolpa la vita con un gesto materno e lieve.
Questo è il mio cortocircuito.
Un inedito sogno di pace.
Un ribaltamento.
Le mani fanno. Le mani sanno.
In una lotta senz’armi, senza artigli, senza piaghe.
Una Rivoluzione Emozionale che in luogo a ciò che rimane ricrea il nutrimento primario.
Dalle briciole alla sostanza.
Dall’assenza a me stessa.
(Gio Lacedra)
Giovanna Lacedra: Nasce a Venosa (PZ) nel 1977. Studia presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, si specializza come docente di storia dell’arte e disegno. Attualmente vive a Milano, dove lavora come docente, artista visiva e autrice. La sua ricerca in ambito performativo è incentrata su tematiche delicate come: anoressia, abuso all’infanzia, prevaricazione di genere, corpo somatizzante. Tra le sue performances: “Io sottraggo. La triangolazione cibo-corpo-peso”; “L’aspirante” con Roberto Milani; “Nonsonomaistataunabambina ”
con Massimo Festi; “EDGE | Ultimo Ritr-Atto”; “Come il mare in un
bicchiere”. Nel 2015 ha partecipato a: V edizione di “Corpo | festival
delle arti performative” di Pescara; V edizione della “Biennale di Anzio
e Nettuno; Performance “Io sottraggo” a Venezia in concomitanza con
l’inaugurazione della Biennale. In ambito grafico e pittorico è sempre
la condizione umana ad essere indagata. Il ritratto come traccia lirica,
sindone, memoria. Tra le ultime esposizioni: “Femminile Plurale” –
novembre 2014, a cura di Alessandra Redaelli presso Galleria Biffi Arte
di Piacenza; “La neve non ha voce” – marzo 2015 presso il Chiostro di
Voltorre a cura di Alessandra Redaelli, "L’uovo e la Croce” ai
Magazzini Criminali di Sassuolo. Per l’XI giornata del Contemporaneo
indetta da AMACI ha realizzato la performance “EDGE | Ultimo Ritr-Atto”
presso la MAG Gallery di Como.
Una performance di e con
Giovanna Lacedra
Al Festival “LA VOCE DEL CORPO” IV Edizione
Sabato 25 giugno ore 21.00
Spazio Opera Fabrizio De Andrè
Via Giacomo Matteotti
Osnago (Lecco)
Ingresso libero
Info:
info.lavocedelcorpo@gmail.
Emotional Revolution è un’azione di delicato ribaltamento.
Da vuoto a pieno. Da resa a rinascita.
Da rabbia a tregua. Da fame a pane.
È l’azione di un lento germogliare.
Una richiesta di requie che l’anima fa a se stessa.
Del resto la vita può ripartire – e riparte – quasi sempre da ciò che resta:
da una desolazione che può mutare in pienezza.
Prendere consapevolezza. Di ciò che è stato. Di ciò che manca.
Adagiarsi persino nella resistenza ad abbandonare quel vuoto.
Ma poi, risollevarsi.
Ed essere Rivoluzione.
Voglio nutrirmi di un nuovo inizio.
Invece di affamarmi ancora, rallento.
Faccio un passo indietro. Poi uno in avanti.
Cerco la tregua.
Osservo l’impronta di una mancanza, domanda sterrata da mani bambine.
Appare indelebile. Ma laddove qualcosa manca, qualcosa di nuovo fiorisce.
Guardo le briciole appese.
Ne afferro ancora una e la infilo sotto il palato.
Per dimenticare bisogna rievocare. Un’ultima volta.
Sento il sapore della memoria.
Le briciole non possono bastarmi più.
Un’ultima volta, ancora, accarezzo il vuoto.
E poi.
Le dita si sporcano di desiderio.
E le mani, piano, impastano speranza.
Avviene sempre una rivoluzione bianca quando, dopo un’atroce battaglia, macerie ricordano che ancora può esserci vita. Lentamente abbandoni il vuoto per creare, da sola, quel nutrimento che ti è stato negato.
Là, dove l’aratro di mani nervose ha preso il niente.
Là, dove si annidano impronte dell’assenza, ogni ferita non è vuoto, ma varco sulla luce.
Non fingerò ancora pane alla mia fame.
L’impronta mnemonica è sotto le dita e dentro agli occhi.
La sento vivere come un rumore.
Ma le dita in pasta al cuore sono la mia rivoluzione.
Si rimpolpa la vita con un gesto materno e lieve.
Questo è il mio cortocircuito.
Un inedito sogno di pace.
Un ribaltamento.
Le mani fanno. Le mani sanno.
In una lotta senz’armi, senza artigli, senza piaghe.
Una Rivoluzione Emozionale che in luogo a ciò che rimane ricrea il nutrimento primario.
Dalle briciole alla sostanza.
Dall’assenza a me stessa.
(Gio Lacedra)
Giovanna Lacedra: Nasce a Venosa (PZ) nel 1977. Studia presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, si specializza come docente di storia dell’arte e disegno. Attualmente vive a Milano, dove lavora come docente, artista visiva e autrice. La sua ricerca in ambito performativo è incentrata su tematiche delicate come: anoressia, abuso all’infanzia, prevaricazione di genere, corpo somatizzante. Tra le sue performances: “Io sottraggo. La triangolazione cibo-corpo-peso”; “L’aspirante” con Roberto Milani; “Nonsonomaistataunabambina
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