Al Rivoli arriva Sophie Calle... da ottobre...
Sophie Calle. MAdRE
al Rivoli
a cura di Beatrice Merz
11 ottobre 2014 – 15 febbraio 2015
Un nuovo importante progetto di mostra segna la marcia di avvicinamento
del Castello di Rivoli al traguardo dei suoi primi trent’anni di
attività. Ancora una volta una rassegna internazionale che vede, come è
tradizione del Museo, qualcosa oltre la semplice collaborazione con un
artista prestigioso quanto, piuttosto, una vera e propria sfida, un
confronto da parte dell’artista stesso con un luogo carico di storia, da
mettere in relazione con le proprie storie e narrazioni, col vissuto
personale divenuto oggetto d’arte e di ricerca. È il caso della grande
mostra che il Castello dedica alla celebre artista francese Sophie
Calle, protagonista indiscussa della scena artistica mondiale, la quale
propone un progetto interamente site-specific per le sale auliche al
secondo piano della Residenza Sabauda. Il concept di mostra si articola
sullo sviluppo di due importanti progetti che l’artista ha posto in
essere da diversi anni: Rachel, Monique e Voir la mer. Il confronto tra
questi importanti progetti propone due percorsi insieme distinti e
uniti, includendo opere incentrate sui temi dell’affetto e
dell’emozione, sulla morte, sull’analogia madre|mare alla base del
titolo della mostra: un mare che accoglie e accomuna, copre e investe
un’immensità di sentimenti ed emozioni contrastanti.
L’artista lavora da sempre intorno a temi quali il distacco da una
persona cara, la rottura amorosa, la vita intima in generale riuscendo a
rendere in modo efficace oltre alle emozioni anche il lato filosofico,
la riflessione che queste suscitano, accompagnando l’elaborazione
culturale del vissuto personale attraverso un’organizzazione così
precisa da risultare quasi ossessiva fatta di oggetti, video e testi:
sorta di mise-en-place e di organizzazione teatrale senza
spettacolarizzazione scenica. Un processo di appropriazione per immagini
dove anche il visitatore, quando ritenga di essersi perduto, può
ritrovare un percorso e alla fine farlo proprio come in un romanzo a
ruolo.
Sin dalla fine degli anni Settanta Calle lavora con metodi provocatori e
assai controversi, mettendo in stretta relazione le proprie emozioni
con le fasi e gli accadimenti della sua vita personale. La mostra al
Castello di Rivoli rivela il lato di “accumulatrice d’immagini”
dell’artista insieme alla sua capacità di rendere le stesse del tutto
essenziali, al limite del minimale; diremmo emozioni allo stato puro.
L’aspetto emozionale dell’opera dell’artista non ne oscura tuttavia il
tratto analitico; gli interrogativi su cosa significhi non vedere, cosa
sia il non vedere. In altri termini una riflessione filosofica sul cos’è
che non vediamo, sul ruolo giocato dai legami e dai ricordi, sul
paradosso della natura che accoglie, che crea e distrugge, sulla cecità
che crea incoscienza e sulle assenze di visione determinate dagli
aspetti definitivi di un distacco. Vi è un aspetto epico nell’opera di
Sophie Calle che si identifica bene nell’affrontare il tema della
tragedia quotidiana rendendo condiviso il proprio dolore personale, con
effetto insieme liberatorio e mnemonico.
Rachel, Monique
è un palinsesto di opere che vede la luce a partire dalla ripresa in
video della morte della madre dell’artista. Dalla Biennale di Venezia
del 2007, dove venne esposto il solo video, l’opera si è evoluta
costantemente nel tempo accumulando elementi e ricordi quasi in forma di
diario a ritroso, incrementando il corpus di opere dell’artista che
sarà esposto nelle sale storiche e ampiamente decorate del Castello
ricamando una sorta di nuovo dialogo tra le memorie di un luogo storico e
gli oggetti cari alla madre o meglio oggetti e parole che traggono
linfa vitale dal ricordo e si trasformano in oggetti d’arte. Calle
stessa precisa l’oggetto della propria analisi affermando “Mia madre
amava essere oggetto di discussione. La sua vita non compariva nel mio
lavoro e questo la contrariava. Quando collocai la mia macchina
fotografica ai piedi del suo letto di morte – volevo essere presente
per udire le sue ultime parole ed ero intimorita che potesse morire in
mia assenza – esclamò: ‘Finalmente’”.
Voir la mer
Video installazione appositamente concepita per la sala 18, che ha visto
negli anni alcuni tra i più significativi progetti site specific per il
Castello di Rivoli. Ancora l’artista introduce bene il progetto “A
Istanbul, una città circondata dal mare, ho incontrato persone che non
l’avevano mai visto. Li ho portati sulla costa del Mar Nero. Sono
venuti a bordo dell’acqua, separatamente, gli occhi bassi, chiusi, o
mascherati. Ero dietro di loro. Ho chiesto loro di guardare verso il
mare e poi tornare indietro verso di me per farmi vedere questi occhi
che avevano appena visto il mare per la prima volta”. Calle cattura
sentimenti, felicità e sgomento attraverso l’attimo in cui i
protagonisti le si rivolgono dopo diversi minuti impiegati a
“contemplare” una cosa mai vista. Mai vista per il doppio ostacolo della
disabilità che non concede loro di vedere con gli occhi e della
condizione sociale che ha negato loro fino a quel punto di potersi
immergere – loro nati e vissuti in una città di mare – nella percezione
del mare, in una diversa modalità di visione. In una città abbracciata
dal mare in pieno ventunesimo secolo l’artista trova e invita le
persone, che mai hanno oltrepassato il limite fisico, a uscirne per
riportarvi lo stupore del non visibile. Un vecchio, una bambina e una
donna con un bambino in fasce accoglieranno i visitatori nella sala, con
volti stupiti che non vedono ma parlano in modo diretto e frontale.
Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli - Torino.
Tel +39 011 9565222
fax +39 011 956 5230
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