Da sempre, pur non essendo un grosso conoscitore di fotografia, seguo il lavoro di questo raffinatissimo artista. Di lui ho visto diverse mostre, ne ricordo una a Lucca ad esempio, che mi fece definitivamente innamorare della sua opera. Questa mostra si inaugura il 23 novembre, purtroppo non ci potrò essere, in quanto nello stesso giorno inauguro "The Skull" a Torino e poi, subito dopo, partenza per la via di Milano, alle Stelline, per la personale di Angela Loveday (di ambedue queste mostre vedi post precedenti), ma non mi priverò del piacere di andarla a vedere nei giorni seguenti.
Galleria Pack è orgogliosa di presentare il nuovo progetto di Matteo Basilé dal titolo THISHUMANITY che si ispira a uno dei massimi capolavori del tardo gotico fiorentino, La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello (1397-1475). Il celebre trittico fu commissionato all’artista fiorentino nel 1438 dalla famiglia Bartolini Salimbeni per commemorare la vittoria dei fiorentini sulle truppe senesi alleate a quelle milanesi del 1 aprile 1432.
Nei dipinti di Paolo Uccello tutto risulta essere immobile, pronto all’atto finale. È questo ‘fermo immagine’, suddiviso in tre scansioni temporali, che ha spinto Matteo Basilé a creare il frame successivo, lo scontro fisico tra popoli ed eserciti immaginari. Nella Battaglia di San Romano, Paolo Uccello sperimenta per la prima volta tecniche prospettiche rivoluzionarie per l’epoca che creano visioni multiple all’interno della stessa scena.
Le opere di THISHUMANITY sono costruite con le stesse regole prospettiche del pittore quattrocentesco, ma realizzate attraverso tecniche fotografiche digitali di post produzione.
Fedele alla sua cifra espressiva, Basilé ha realizzato nel sud est asiatico, dove da tempo vive e lavora, il set in cui ambientare questa grande opera. Un’epopea al femminile che raccoglie storie e identità di donne pronte alla lotta per l’indipendenza e la propria affermazione. Una sorta di ‘Ratto delle Sabine’ al contrario, dove le protagoniste, anziché essere rapite, combattono tra loro per svelare e salvare la propria identità. Una battaglia purificatrice nella quale donne di razze e storie differenti si affrontano fino all’ultimo sangue.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Damiani editore di Bologna che raccoglierà tutte le opere di THISHUMANITY, il back-stage del set balinese e alcuni testi sul progetto e l’opera dell’artista.
Il progetto Thishumanity, dopo la tappa milanese, sarà ospitato dal Sam, Singapore Art Museum
Matteo Basilé (Roma, 1974) è considerato uno dei principali esponenti dell’arte digitale europea. Da circa dieci anni fonde la cultura digitale con l’iconografia classica, re-inventando l’idea del ritratto. L’artista utilizza la fotografia digitale per sviluppare e ampliare il suo personale codice di pittura contemporanea, utilizzando la protesi linguistica del computer, che gli permette di ampliare ogni visione e dare profondità alla splendente superficie dell’immagine. Il mondo di Basilé è un universo iconografico risolto tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. Nel suo caso i due movimenti storici dell’arte segnalano l’uso inedito di una citazione che tende alla sintesi e all’affermazione dell’arte come metalinguaggio.
I suoi personaggi, catturati dallo scatto digitale, divengono icone senza tempo, dove segni tracciati sulla pelle raccontano geografie di memorie intime. Il volto inteso come viaggio, la memoria come approdo in quello che Basilé definisce “archivio dell’anima”. La sua collezione di volti e corpi racconta, nel suo divenire, la storia di un’umanità a lui cara. Donne, bambini, uomini e vecchi vengono catapultati nell’immaginario senza tempo dell’artista con il compito di tramandare un verbo tridimensionale che unisce la pittura con il cinema, la scrittura con la materia, la fotografia con il suono e lo spazio scenico con il pubblico. L’artista campiona, manipola e sintetizza il DNA dei suoi personaggi per trasformarli in martiri e santi di un mondo parallelo al nostro. Bellezze inquietanti e bruttezze meravigliose si fondono nell’era del digitale. Realtà e finzione viaggiano parallele fino a sfiorarsi nella creazione di un nuovo immaginario collettivo.
Matteo Basilé esordisce a soli 23 anni, nel 1997, con la sua prima mostra personale presso la galleria Il Ponte Contemporanea di Roma. Ha esposto in molti tra i più significativi contesti italiani e internazionali. Nel 2002 è stato vincitore del Premio New York. Nel 2007 ha la prima personale in un’istituzione italiana, il MART di Rovereto e nel 2009 è tra gli artisti selezionati per il Padiglione Italia della 53° Edizione della Biennale di Venezia.
Nei dipinti di Paolo Uccello tutto risulta essere immobile, pronto all’atto finale. È questo ‘fermo immagine’, suddiviso in tre scansioni temporali, che ha spinto Matteo Basilé a creare il frame successivo, lo scontro fisico tra popoli ed eserciti immaginari. Nella Battaglia di San Romano, Paolo Uccello sperimenta per la prima volta tecniche prospettiche rivoluzionarie per l’epoca che creano visioni multiple all’interno della stessa scena.
Le opere di THISHUMANITY sono costruite con le stesse regole prospettiche del pittore quattrocentesco, ma realizzate attraverso tecniche fotografiche digitali di post produzione.
Fedele alla sua cifra espressiva, Basilé ha realizzato nel sud est asiatico, dove da tempo vive e lavora, il set in cui ambientare questa grande opera. Un’epopea al femminile che raccoglie storie e identità di donne pronte alla lotta per l’indipendenza e la propria affermazione. Una sorta di ‘Ratto delle Sabine’ al contrario, dove le protagoniste, anziché essere rapite, combattono tra loro per svelare e salvare la propria identità. Una battaglia purificatrice nella quale donne di razze e storie differenti si affrontano fino all’ultimo sangue.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Damiani editore di Bologna che raccoglierà tutte le opere di THISHUMANITY, il back-stage del set balinese e alcuni testi sul progetto e l’opera dell’artista.
Il progetto Thishumanity, dopo la tappa milanese, sarà ospitato dal Sam, Singapore Art Museum
Matteo Basilé (Roma, 1974) è considerato uno dei principali esponenti dell’arte digitale europea. Da circa dieci anni fonde la cultura digitale con l’iconografia classica, re-inventando l’idea del ritratto. L’artista utilizza la fotografia digitale per sviluppare e ampliare il suo personale codice di pittura contemporanea, utilizzando la protesi linguistica del computer, che gli permette di ampliare ogni visione e dare profondità alla splendente superficie dell’immagine. Il mondo di Basilé è un universo iconografico risolto tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. Nel suo caso i due movimenti storici dell’arte segnalano l’uso inedito di una citazione che tende alla sintesi e all’affermazione dell’arte come metalinguaggio.
I suoi personaggi, catturati dallo scatto digitale, divengono icone senza tempo, dove segni tracciati sulla pelle raccontano geografie di memorie intime. Il volto inteso come viaggio, la memoria come approdo in quello che Basilé definisce “archivio dell’anima”. La sua collezione di volti e corpi racconta, nel suo divenire, la storia di un’umanità a lui cara. Donne, bambini, uomini e vecchi vengono catapultati nell’immaginario senza tempo dell’artista con il compito di tramandare un verbo tridimensionale che unisce la pittura con il cinema, la scrittura con la materia, la fotografia con il suono e lo spazio scenico con il pubblico. L’artista campiona, manipola e sintetizza il DNA dei suoi personaggi per trasformarli in martiri e santi di un mondo parallelo al nostro. Bellezze inquietanti e bruttezze meravigliose si fondono nell’era del digitale. Realtà e finzione viaggiano parallele fino a sfiorarsi nella creazione di un nuovo immaginario collettivo.
Matteo Basilé esordisce a soli 23 anni, nel 1997, con la sua prima mostra personale presso la galleria Il Ponte Contemporanea di Roma. Ha esposto in molti tra i più significativi contesti italiani e internazionali. Nel 2002 è stato vincitore del Premio New York. Nel 2007 ha la prima personale in un’istituzione italiana, il MART di Rovereto e nel 2009 è tra gli artisti selezionati per il Padiglione Italia della 53° Edizione della Biennale di Venezia.
da martedì 23 novembre alle ore 18.00 - sabato 29 gennaio 2011 alle ore 0.00
Galleria Pack
Foro Buonaparte, 60
Milan, Italy
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