Si è inaugurata lo scorso 21 maggio e sarà visitabile fino al prossimo 21 agosto, la mostra "Costantin Brancusi & Richard Serra", a cura di Oliver Wick, alla Fondazione Beyeler.
Due personalità così distanti eppure così simili... una mostra "capolavoro" da vedere!!!
Da il sito de "Il sole 24 ore" (http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-05-30/capolavori-brancusi-sculture-serra-131348.shtml?uuid=AaCkIpbD ):
«Un bel vecchio con lo sguardo vivace, occhi neri pieni di vitalità, capelli bianchi e indosso una salopette bianca. Grande artista, è rimasto grande artigiano con una coscienza professionale esigente…» Così Sonia Delaunay descriveva in un appunto conservato negli archivi del Musée d'Art Moderne di Parigi,Constantin Brancusi che incontrò e frequentò quando lo scultore aveva già oltrepassato il fiore dell'età.
Dialogo tra due artisti
Un rapido flash per disegnare i contorni di un uomo che nella sua isolata identità non rinunciò mai a plasmare la materia fra le mani, dando vita a forme che sfidano l'assoluto. Oggi il percorso di questo artista - pioniere della scultura moderna - viene ripercorso e messo in relazione con l'opera di un altro gigante abituato a giocare con materiali e linee curve. Parliamo diRichard Serra, scultore americano capace di azzerare la pesantezza dell'acciaio, dando vita a lavori aerei che giocano con la nostra percezione.
Un rapido flash per disegnare i contorni di un uomo che nella sua isolata identità non rinunciò mai a plasmare la materia fra le mani, dando vita a forme che sfidano l'assoluto. Oggi il percorso di questo artista - pioniere della scultura moderna - viene ripercorso e messo in relazione con l'opera di un altro gigante abituato a giocare con materiali e linee curve. Parliamo diRichard Serra, scultore americano capace di azzerare la pesantezza dell'acciaio, dando vita a lavori aerei che giocano con la nostra percezione.
Un dialogo non certo immediato (era già stato proposto nel 2005 presso la Pulitzer Foundation for the Arts, St Louis) un confronto che merita di essere approfondito nell'interessante esposizione che la Fondazione Beyeler di Basilea dedica fino al 21 agosto ai due artisti.
I tre momenti della mostra
Curata da Oliver Wick, la mostra prevede tre momenti diversi per il visitatore: l'immersione fra alcuni dei più importanti capolavori di Brancusi, una passeggiata dentro, fuori, sopra, sotto le suggestive sculture di Serra e uno sguardo simultaneo che può cogliere differenze e analogie nel lavoro dei due artisti.
Curata da Oliver Wick, la mostra prevede tre momenti diversi per il visitatore: l'immersione fra alcuni dei più importanti capolavori di Brancusi, una passeggiata dentro, fuori, sopra, sotto le suggestive sculture di Serra e uno sguardo simultaneo che può cogliere differenze e analogie nel lavoro dei due artisti.
Brancusi
Di Brancusi, nato a Bucarest nel 1876 (muore nel 1957), ma adottato dalla Ville Lumiére, possiamo ammirare le diverse varianti de «Il bacio», dove le figure dei due innamorati restano integrate in un parallelepipedo di pietra, mentre le teste di profilo sono iscritte in un semicerchio. Un'opera che ricorda la «Figura accovacciata» di André Derain e riecheggia alla tecnica del taglio diretto inaugurato da Paul Gauguin. Seguono gli altri capolavori: le «Teste di bambini», le «Muse addormentate» e gli «Uccelli nello spazio».
Di Brancusi, nato a Bucarest nel 1876 (muore nel 1957), ma adottato dalla Ville Lumiére, possiamo ammirare le diverse varianti de «Il bacio», dove le figure dei due innamorati restano integrate in un parallelepipedo di pietra, mentre le teste di profilo sono iscritte in un semicerchio. Un'opera che ricorda la «Figura accovacciata» di André Derain e riecheggia alla tecnica del taglio diretto inaugurato da Paul Gauguin. Seguono gli altri capolavori: le «Teste di bambini», le «Muse addormentate» e gli «Uccelli nello spazio».
Serra
Di Serra, nato a San Francisco nel 1939 e approdato a Parigi a 22 anni (per circa quattro mesi andò ogni giorno a disegnare nell'atelier di Brancusi nel Palais de Tokyo) osserviamo i primi lavori realizzati in gomma piombo, alcune opere come i «Belts» e la poetica e monumentale «Olson», fra le cui curve ci si può perdere, ritrovare o forse solo passeggiare. Pronte a dialogare cercando un linguaggio possibile le versioni in bronzo e marmo della «Princesse X» di Brancusi - opera esposta al Salon del 1920 e rifiutata perchè oscena e fallica - e «One Ton Prop» (House of Cards) di Serra, lamine di piombo in equilibrio precario in bilico fra transitorio ed eternità. Insieme ad Art Basel (dal 15 al 19 giugno), un motivo in più per andare nella bella cittadina svizzera.
Di Serra, nato a San Francisco nel 1939 e approdato a Parigi a 22 anni (per circa quattro mesi andò ogni giorno a disegnare nell'atelier di Brancusi nel Palais de Tokyo) osserviamo i primi lavori realizzati in gomma piombo, alcune opere come i «Belts» e la poetica e monumentale «Olson», fra le cui curve ci si può perdere, ritrovare o forse solo passeggiare. Pronte a dialogare cercando un linguaggio possibile le versioni in bronzo e marmo della «Princesse X» di Brancusi - opera esposta al Salon del 1920 e rifiutata perchè oscena e fallica - e «One Ton Prop» (House of Cards) di Serra, lamine di piombo in equilibrio precario in bilico fra transitorio ed eternità. Insieme ad Art Basel (dal 15 al 19 giugno), un motivo in più per andare nella bella cittadina svizzera.
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