Vademecum - pittura come ricerca del sé
personale di Elisa Zadi
da non perdere
ELISA ZADI
"VADEMECUM - pittura come ricerca del sé"
a cura di Laura Monaldi e Marco Palamidessi
Via Bagnolo di Sopra, 24, 59013 Montemurlo (PO)
La sede espositiva de "Il Borghetto" di Bagnolo a Montemurlo di Prato, ospiterà la mostra personale di Elisa Zadi "Vademecum - pittura come ricerca del sé". Località di pregievole qualità storica, naturalistica e paesaggistica oltre che artistica, sempre più nota per ospitare eventi anche di rilievo nazionale, la mostra aprirà al pubblico sabato 4 marzo alle ore 17:00 e prevederà ana presentazione critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi.
In
questa esposizione l’artista intende presentare una serie di opere
rigorosamente selezionate dalla sua produzione, sintesi antologica del suo
lavoro pluriennale. Una mostra interessante, che offrirà la preziosa occasione
di ammirare sia opere già conosciute che lavori assolutamente inediti.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la “pittura come ricerca del sé”, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze. La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all'infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso. Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche” – scrive Laura Monaldi – “Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell'anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la “pittura come ricerca del sé”, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze. La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all'infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso. Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche” – scrive Laura Monaldi – “Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell'anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La
mostra sarà visibile dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura sabato e
domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando 3473860653 o
3394827291. Ingresso libero.
Si ringrazia il Comune di Montemurlo, Cinzio Cavallarin e l'Associazione Culturale Multimedia91.
evento fb
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