RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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martedì 31 gennaio 2012

Scuse per Viaggiare. Giulio Zanet

Giulio Zanet è bravo. Già finalista dell'ultima edizione del Premio Patrizia Barlettani ora sotto la guida della giovane, brava e preparata Rossella Farinotti da Piscina Comunale a Milano. Da venerdì 3 febbraio 2012... da vedere!
Scuse per viaggiare. 
Piscina Comunale , Via Campiglio 13, Lambrate, Milano
Giulio Zanet espone a Piscina Comunale una serie di disegni nati casualmente da una residenza in Spagna e portati avanti fino ad oggi. Una scusa per un viaggio in evoluzione costante: un diario frammentato fatto da momenti di riflessione e di pausa. Fogli bianchi formato A4 rigorosamente in file su una parete dello spazio. La sensazione davanti ai lavori di Zanet è quella di perdita di un pensiero delineato e fisso. Non c’è un percorso, ma appunti grezzi. L’artista gioca con impulsi, situazioni vissute, paranoie reali mescolandole con momenti onirici, impostati o realmente sognati. Soggetti diversi si muovono in spazi mai definiti del tutto, quasi impalpabili. Zanet sviluppa racconti con spunti dal quotidiano vissuto giorno per giorno con intersezioni surreali: come in un film surrealista alla Buñuel i disegni di Zanet sono sviscerate associazioni di immagini, frammentarie, senza un seguito temporale o appunto tematico. Sono elementi che si possono mischiare, perché l’ordine non è necessario: vivono singolarmente nel momento in cui sono stati realizzati. Sulle pareti dello spazio di Lambrate lo sguardo non è mai fisso: quasi cento fogli disposti in file dove prendono vita elementi numerosi e diversificati. Uomini, donne, geometrie, case rovesciate, colori, nuvole e pioggia rosa, facce senza volti, un monocromo grigio, una gamba e un braccio, elementi pornografici, una donna col corpo da scacco, quadratini bianchi e azzurri, esseri strani, puntini per riempire uno spazio o una forma, quasi per definire il tempo che scorre, come il ritratto di una madre e figlia che guardano l’orizzonte dove passa solo una vela bianca, racchiuse in uno schermo verde. Zanet racchiude alcune figure in uno spazio preciso, come per dare allo spettatore un’indicazione, uno spioncino per focalizzare meglio l’attenzione e non perdersi via. Rigetta in questi disegni di medio formato questo mondo fatto di cose viste, vissute e di dubbi. Il dubbio latente è spesso presente: l’artista disegna un fumetto con un rapido scambio di battute “ho detto di si, credo di no”. Un non-senso, o un controsenso ? Il nulla e il caos, il grigio e poi il colore, qual è la strada da scegliere ? Per ora proseguiamo il viaggio.

Rossella Farinotti

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