Alla Mudima arriva Umberto Mariani
Umberto Mariani Sinfonie di pieghe: la superficie introflessa
a cura di Gérard-Georges Lemaire
10 novembre - 10 dicembre 2016
La mostra alla Fondazione Mudima presenta una
selezione di circa cinquanta opere di Umberto Mariani (Milano 1936) che,
coprendo un arco temporale che va dal 1966 al 2016, ripercorrono la
ricerca di uno tra gli artisti più significativi della sua generazione.
La formazione di Mariani nei lontani anni ’50 all’Accademia di Brera a
Milano è avvenuta all’interno del clima neoclassico e di forte valenza
tradizionale proprio della scuola di Achille Funi, fondatore e
protagonista insieme a Sironi e Carrà del gruppo artistico del
Novecento.
Alla metà degli anni ’60 Mariani trova la propria
autonomia di linguaggio realizzando una serie di opere che lui chiama
“oggetti allarmanti”, quadri che rappresentano strani umanoidi formati dall’assemblaggio di poltrone, cuscini, stivali, guanti, dipinti con la
“sapienza del mestiere” assimilata in quella “bottega del Quattrocento”
concepita e organizzata come una fucina classicheggiante dal suo
maestro Funi.
Già in queste prime prove compaiono con insistenza
particolari di quelle pieghe che in seguito diventeranno protagoniste
assolute del suo lavoro, dal giorno in cui Mariani deciderà di
indirizzare la sua attenzione in modo esclusivo verso il “panneggio”,
ovvero il
drappo, il tessuto, l’addobbo. La piega, da dettaglio
circoscritto, viene dall’artista ripetuta all’infinito acquisendo ben
altro significato: diviene sudario, sipario, drappeggio, cioè un tema
che è stato centrale nell’arte occidentale dagli antichi greci fino a
tutto il XVIII secolo. All’inizio e fino agli anni ’80 Mariani è
pittore, e nelle sue opere la piega è dipinta. E’ però con i primi anni
’90 che l’artista scopre un materiale nuovo, il piombo, e con questo si
affaccia al mondo della scultura. Con il piombo, che considera “un
tessuto muto e pesante”, l’artista crea misteriose “sinfonie
plissettate”. Si tratta di una lamina molto sottile e malleabile che
consente all’artista di plasmare e modellare le forme più varie, spesso
colorate con tinte monocrome. Nascono così opere sia in bassorilievo sia
in altorilievo. Invece delle “superfici estroflesse” di artisti quali
Castellani e Bonalumi, Umberto Mariani crea piuttosto delle “superfici
introflesse”, poiché la piega, per sua costituzione, è sì un elemento che invade lo spazio, ma in profondità. Per questa ragione per Mariani
il riferimento costitutivo non va allo Spazialismo e a Lucio Fontana, ma
a una ricerca che affonda le sue radici in forme archetipe e in
funzioni arcaiche che evocano sublimi bellezze.
Mercoledì 16
novembre in occasione dell’ottantesimo compleanno del maestro, sarà
presentato il volume Racconto di 400 pagine, Edizioni Mudima, a cura di
Gérard-Georges Lemaire, con testi inediti dello stesso curatore e di
Julien Blaine, Béatrice Courraud, Véronique Emmenegger, Giorgio
Fontana, Patrick Froehlich, Jean-Claude Hauc e Esther Ségal. Ciascuno di
questi testi è ispirato ad un’opera in oro di Mariani.
Il volume
contiene inoltre una ricca antologia critica e numerose fotografie che
documentano la vita e l’opera di Umberto Mariani.
Fondazione Mudima
Via Alessandro Tadino 26, 20124 Milano