RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 25 gennaio 2017

Tour di Treviso fra mostre e musei... Goldin docet



Come molti sanno, di recente sono stato a Treviso in occasione della mostra personale di Giovanni Maranghi RUMORE DI FONDO curata da Ivan Quaroni, organizzata da Casa d'Arte San Lorenzo ed ospitata presso Ca' dei Carraresi (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2017/01/inaugurata-treviso-rumore-di-fondo.html).

Trascorrendo alcuni giorni nella splendida cittadina veneta, ho approfittato di girare per la città e godermi la proposta culturale. 

Ottima, anche se degli impressionisti non se ne può più, la mostra "Storie dell'impressionismo - I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin" ospitata al Museo di Santa Caterina e aperta fino al prossimo 1 Maggio curata da Marco Goldin che in questa città, come potrete leggere di seguito, ha una sorta di "monopolio"

Sempre nel medesimo Museo e sempre curata da Goldin, trova spazio un'altra esposizione, dedicata questa volta al '900: "Da Guttuso a Vedova a Schifano - Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento (vedi http://www.lineadombra.it/ita/mostre/da-guttuso-a-vedova-a-schifano/gvs-la-mostra/gvs-introduzione.php). Mostra a mio parere che meritava più spazio (visto la quantità di opere presenti) ed un allestimento migliore anche se i dipinti esposti sono nella maggior parte dei casi, di qualità.

Di altissimo livello e ancora una volta curata da Marco Goldin, merita la visita la mostra "De Pictura - Dodici pittori in Italia" allestita in Palazzo Giacomelli (vedi http://www.lineadombra.it/ita/mostre/de-pictura/de-pictura-la-mostra/dp-introduzione.php) anche questa visitabile fino al prossimo 1 maggio.

E sempre al Santa Caterina, per completare il poker siglato Goldin, l'espopsizione "Tiziano Rubens Rembrandt - L’immagine femminile tra Cinquecento e Seicento Tre capolavori dalla Scottish National Gallery di Edimburgo" ( vedi http://www.lineadombra.it/ita/mostre/tiziano-rubens-rembrandt/tizianorubensrembrandt-la-mostra/trr-introduzione.php). 

Per completare il Tour trevigiano, consiglio anche la visita anche al MUSEO LUIGI BAILO (http://www.museicivicitreviso.it/index.php?it/120/museo-luigi-bailo)

domenica 6 novembre 2016

DA GUTTUSO A VEDOVA A SCHIFANO. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento

Aperta fino al prossimo 17 aprile 2017, merita la visita...
 
 
 
DA GUTTUSO A VEDOVA A SCHIFANO. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento
Mostra ideata e curata da Marco Goldin
 
In occasione dei vent’anni dalla nascita di Linea d’ombra, non potrà mancare una mostra sul secondo, grande tema che ha accompagnato molte rassegne da me curate e che hanno visto, appunto, Linea d’ombra quale veicolo organizzativo. Si tratta dello studio, sostanziato anche da decine e decine di cataloghi e libri, sulla pittura italiana del Novecento, e soprattutto quella della seconda parte del secolo.

Quello che si propone l’esposizione in oggetto, è di individuare un percorso ? attraverso la selezione di una cinquantina di autori importanti ? della pittura italiana dagli anni che seguono la chiusura della Seconda guerra mondiale per giungere alla conclusione del Novecento. Scegliendo artisti nati tra la fine del primo decennio del XX secolo e la fine degli anni trenta. Quanto a dire due generazioni di pittori, che vanno da Afro e Guttuso fino a Novelli e Schifano.
 
29 ottobre 2016 - 17 aprile 2017
da lunedì a giovedì: 9.00 - 18.00 
da venerdì a domenica: 9.00 - 19.00 


Museo di Santa Caterina 
Treviso, Piazzetta Mario Botter, 1

mercoledì 8 gennaio 2014

La ragazza con l'orecchino di perla - Vermeer - Bologna, Palazzo Fava 8 febbraio - 25 maggio 2014



La ragazza con l'orecchino di perla
Bologna, Palazzo Fava
8 febbraio - 25 maggio 2014

La ragazza con l’orecchino di perla, con la Gioconda di Leonardo e L’urlo di Munch, è unanimemente riconosciuta come una delle tre opere d’arte più note, amate e riprodotte al mondo.

Per un pugno di settimane, ed esattamente dall’8 febbraio al 25 maggio 2014, il capolavoro di Vermeer sarà in Italia, a Bologna, accolta con tutti gli onori del caso a Palazzo Fava.

Sarà la star indiscussa di una raffinatissima mostra sulla Golden Age della pittura olandese, curata da Marco Goldin e tra gli altri da Emilie Gordenker, direttrice del Mauritshuis Museum de L’Aja dove il capolavoro di Vermeer è conservato. L’occasione storica di ammirare in Italia e gli altri celeberrimi dipinti olandesi nasce dalla collaborazione tra Fondazione Carisbo, e per essa il suo presidente professor Fabio Roversi-Monaco, e Marco Goldin, storico dell’arte e amministratore unico di Linea d’ombra.
La ragazza con l’orecchino di perla evoca bellezza e mistero e il suo volto da cinque secoli continua a stregare coloro che hanno l’emozione di poterlo ammirare dal vero o scoprirlo attraverso i romanzi e il film di cui la bellissima ragazza dal copricapo color del cielo è diventata, forse suo malgrado, protagonista.
Il suo arrivo in Italia è il frutto straordinario di una trattativa durata un paio di anni, a partire dal momento in cui il Mauritshuis – scrigno di opere somme da Vermeer fino a Rembrandt – è stato chiuso per importanti lavori di restauro e ampliamento, che ne vedranno la riapertura al principio dell’estate 2014.
Nel frattempo, una parte delle collezioni del Museo è stato riallestita presso il Gemeentemuseum, sempre a L’Aja, mentre un nucleo, forse il più strepitoso, è stato concesso ad alcune sedi internazionali in Giappone (a Tokyo e Kobe) e negli Stati Uniti: il Fine Arts Museum di San Francisco, l’High Museum of Art di Atlanta e la Frick Collection di New York, ovvero a istituzioni di assoluto prestigio mondiale.
Come unica sede europea, e ultima prima del definitivo ritorno de La ragazza con l’orecchino di perla al suo Museo rinnovato, la scelta è caduta su Bologna e su Palazzo Fava.

“Sarà l’unica occasione per ammirarla in Europa al di fuori della sua sede storica da dove, conclusa la mostra bolognese, probabilmente non uscirà mai più, essendo l’opera simbolo del museo riaperto”, afferma il Presidente di Genus Bononiae, Professor Fabio Roversi-Monaco.
“Annunciamo con tanto anticipo questo evento proprio per la sua eccezionalità, e perché tutti coloro che giungeranno a Bologna per la visita possano prepararsi per tempo. Ciò che accadrà tra poco meno di un anno resterà una cosa senza eguali e non più ripetibile – afferma Marco Goldin. Non serve che dica con quanto orgoglio Linea d’ombra sta lavorando su questo progetto, ringraziando sia il Mauritshuis per la fiducia nei nostri confronti sia la Fondazione Carisbo per tutto l’appoggio e la collaborazione. E quanto sentiamo la responsabilità di portare in Italia un tale capolavoro”.

Capolavoro che non sarà solo. A Bologna sarà infatti accompagnato da una quarantina di altre opere dello stesso Museo, sempre di qualità eccelsa, scelte appositamente per la sede bolognese e quindi in parte diverse da quelle già esposte in Giappone e ora negli States.
La ragazza con l’orecchino di perla non sarà l’unico capolavoro di Vermeer in mostra. Ad affiancarla ci sarà Diana e le sue ninfe, grande olio del Maestro. E ancora, ben 4 Rembrandt e poi Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael, Steen, ovvero tutti i massimi protagonisti della Golden Age dell’arte olandese.

Accanto a questa mostra, la Fondazione Carisbo e Genus Bononiae proporranno anche Attorno a Vermeer, omaggio tributato da una quindicina di grandi artisti italiani contemporanei, da Guccione a Sarnari, da Olivieri a Verna, scelti da Marco Goldin per il senso della loro adesione all’intima idea specialmente del medium luminoso vermeeriano, senza distinzione tra figurativo e astratto.
Il binomio antico-contemporaneo è, del resto, una precisa cifra stilistica del critico veneto, riaffermata in modi diverse e originali in concomitanza di molte delle sue mostre.
“L’obbiettivo della Fondazione Carisbo” precisa il Professor Roversi Monaco “è di cogliere questa magnifica occasione per rilanciare Bologna, come del resto è avvenuto per Genus Bononiae, con grande successo, sia per il numero delle presenze, sia per la soddisfazione dei visitatori, nel corso del 2012, a partire dall’inaugurazione nel mese di gennaio alla presenza del Presidente della Repubblica.”

Mostra a cura di:
Marco Goldin
Emilie E.S. Gordenker
Quentin Buvelot
Ariane van Suchtelen
Lea van der Vinde

Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni
Via Manzoni 2, Bologna

Data l'eccezionalità dell'evento, la mostra sarà quasi interamente resa prenotabile.
Apertura prenotazioni dall' 11 novembre 2013. 


fonte: http://www.genusbononiae.it/index.php?pag=300

martedì 28 agosto 2012

Succede oggi a Vicenza...



A venti giorni dall'arrivo delle prime opere, oggi martedì 28 agosto alle 10.30 direttamente in Basilica Palladiana il Sindaco di Vicenza Achille Variati presenterà in anteprima alla Stampa la conclusione dei lavori di restauro del monumento e lo spettacolare allestimento della mostra.

Il curatore Marco Goldin illustrerà inoltre il percorso espositivo attraverso le tredici sale nelle quali si svilupperà l'esposizione.

L'occasione è del tutto rilevante perchè si tratterà della prima occasione in cui la Stampa potrà entrare nella Basilica Palladiana restaurata.

55mila le prenotazioni a sei settimane dall'inaugurazione della mostra.

Vernice per la Stampa dell'esposizione a Vicenza: 3 ottobre 2012, dalle ore 10.30

Ulteriori informazioni e immagini: www.studioesseci.net


Comunicato Stampa

La Basilica Palladiana di Vicenza, conclusi i restauri cui è stata sottoposta negli ultimi cinque anni, riapre al pubblico per accogliere una folla di personalità. Quelle ritratte dai maggiori interpreti della pittura italiana e internazionale, dal Quattrocento sino alla fine del Novecento.

La mostra Raffaello verso Picasso non è, né vuole essere, una storia completa dell'arte del ritratto. E' una magnifica, affascinante e ben circostanziata sequenza di opere-capolavoro che il curatore, Marco Goldin, ha scelto per raccontare una sua interpretazione di questo fondamentale ambito della pittura, proponendo non un percorso di successione cronologica ma, come gli è consueto, uno stimolante gioco di confronti, rimandi, assonanze tra artisti e soggetti, tra epoche e scuole.

In mostra, una novantina di quadri straordinari, provenienti dai musei dei vari Continenti e da alcune gelose collezioni private sia europee che americane. Raccontano la più grande storia che la pittura ricordi, quella dedicata al ritratto e alla figura. E non a caso il titolo scelto è Raffaello verso Picasso, cioè il lungo percorso che dal senso di una perfezione delle forme giunge fino alla rottura di quella stessa forma, con la ricerca cubista novecentesca. Il volto e il corpo rappresentati, dall'armonia rinascimentale fino all'inquietudine del XX secolo. E quel verso del titolo indica allo stesso tempo l'andare da un punto a un altro punto della storia dell'arte - il moto verso luogo - e il senso di una lotta tra l'elemento apollineo e quello dionisiaco.

Sviluppata in quattro ampie sezioni tematiche (Il sentimento religioso; La nobiltà del ritratto; Il ritratto quotidiano; Il Novecento; Lo sguardo inquieto), la mostra racconta quella vicenda attraverso immagini celebri. Che dai ritratti e dalle figure per esempio di Fra' Angelico, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano, Veronese, Dürer, Cranach, Pontormo e poi ancora tra gli altri di Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo arriva fino agli Impressionisti da Manet a Van Gogh, da Renoir a Gauguin, da Cézanne a Monet e ai grandi pittori del XX secolo da Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Bonnard fino a Giacometti, Balthus, Bacon e Freud. Solo per dire di alcuni tra i moltissimi che compongono a Vicenza questo superlativo museo dei musei. Ma non generico e invece dedicato all'immagine universale dell'uomo tra sacro e profano. Tra vita quotidiana e celebrazione di sé nella regalità delle corti, tra sentimento religioso e rappresentazione della propria immagine negli autoritratti, soprattutto tra Ottocento e Novecento.

Chiusa a Vicenza, solo due settimane dopo, e con un titolo modificato, la mostra riaprirà a Verona, in un'altra sede prestigiosa come il Palazzo della Gran Guardia, proprio di fronte all'Arena. Il cuore dell'esposizione resterà lo stesso e sempre un centinaio saranno le opere. E se alcune rientreranno nei musei di provenienza, altre, bellissime, giungeranno a sostituirle. Tanto che si può con certezza dire come la mostra a Verona potrà essere visitata da chi non l'avesse fatto a Vicenza ma anche da chi volesse rivederla con l'ingresso di altri capolavori. Due saranno gli ambiti che verranno accresciuti. Per primo quello nordico, con opere strepitose e rare per esempio di Memling e Van Eyck, e il riferimento italiano di Antonello da Messina. Poi l'ambito impressionista, con nuovi arrivi per esempio riguardanti Monet e Gauguin. Ma anche l'area pienamente novecentesca, come per esempio accadrà con Francis Bacon. Insomma, Verona rappresenterà un motivo imprescindibile per tornare a vedere grande, grandissima pittura.

Ad accompagnare le due tappe non sarà il tradizionale catalogo, ma un intero libro scritto per l'occasione da Marco Goldin sul tema dell'esposizione.

La mostra in Basilica Palladiana è promossa e sostenuta dalla Città di Vicenza e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Fondazione che ha tra l'altro interamente sostenuto il restauro durato cinque anni della Basilica. Come sempre Linea d'ombra si affianca non solo quale società organizzatrice ma anche come partner importante nella produzione della mostra. Main sponsors di questo grande progetto sono realtà che con Linea d'ombra hanno una consolidata tradizione collaborativa: da un lato UniCredit, che ha individuato nella doppia proposta a Vicenza e Verona - territori in cui è presente in modo profondo e diffuso - la qualità necessaria per una nuova forte partnership, e dall'altro il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta, che sarà sponsor principale della mostra nella sua sede vicentina, giungendo così a valicare il quindicesimo anno di collaborazione con la società trevigiana.

Informazioni e prenotazioni: www.lineadombra.it

domenica 7 agosto 2011

Su Artribune un fantastico Meneghelli all'attacco di Goldin!


Luigi Meneghelli
Che io sia un fan sfegatato di Luigi Meneghelli non lo ho mai negato. Una persona che stimo, che apprezzo, che riconosco come uno delle penne più intelligenti in questo bulimico e spesso mediocre mondo dell'arte.
Per contro, Marco Goldin, che riconosco essere un professionista, non ha mai toccato le mie corde ( ammetto però, che al contrario di Meneghelli, che conosco personalmente e col quale ho anche collaborato, lui non l'ho mai conosciuto. Incontrato si, in un paio di occasioni e scambiato giusto il saluto di convenzione... quindi il mio giudizio è formato solo da quello che ho letto, scritto da lui e quello che ha prodotto...).

Ora succede che sulle pagine di Artribune ( http://www.artribune.com/ ) viene fuori un bell'attacco, del buon Meneghelli, sulla prossima avventura del Goldin, che tornerà in patria veneta, in autunno, con relativo strascico di polemiche... vi terrò aggiornati... intanto leggete un po' qua:

http://www.artribune.com/2011/08/a-volte-ritornano-marco-goldin-a-verona/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Artribune+%28Artribune%29&utm_content=FaceBook

venerdì 21 gennaio 2011

A Genova: "Guccione- Il Mediterraneo" a cura di Marco Goldin

Senza nessuna ombra di dubbio il più grande pastellista del XX secolo: Piero Guccione. Selezionato da Marco Goldin

Dal Palazzo Ducale di Genova alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento. Le “linee sul mare” di Piero Guccione approdano nella città dei templi con la mostra “Guccione. Il Mediterraneo (22 gennaio – 13 marzo). Trenta opere dal 1973 al 2010, selezionate da Marco Goldin, per raccontare la poesia del mare del maestro siciliano, massimo esponente di una ritrovata arte italiana nel mondo.
La mostra di Guccione alle FAM di Agrigento, curata dal regista delle grandi esposizioni internazionali sull’Impressionismo - è prodotta dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana guidato da Sebastiano Missineo e dagli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento in collaborazione con Antonio Sarnari. Il progetto è patrocinato dalla Presidenza del Senato della Repubblica Italiana, dalla Provincia Regionale e dal Comune di Agrigento. Media partner in Sicilia Key 75.
Ad Agrigento alcuni tra i più poetici capolavori che l’artista, originario di Scicli, nel ragusano, abbia dedicato al mare. “Un’instancabile ricerca pittorica – spiega Goldin - iniziata quando è tornato da Roma a vivere in Sicilia. Qui, immerso nel paesaggio dell’isola, ha raccontato i luoghi ritrovati dell’infanzia, avviando un dialogo tra sguardo e ricordo che avrebbe originato una lunga e ininterrotta indagine pittorica fatta di variazioni, soste, approfondimenti. Ed è proprio dagli anni ottanta – anni dai quali prende le mosse questa mostra – che la ricerca di Guccione si viene caratterizzando sempre più per la sensibile rarefazione dell’immagine, in una progressiva tensione simbolica: quasi che il mare si facesse sempre più luogo capace di fondere in sé l’apparenza visibile delle cose con la loro infinita risonanza interiore”.


Fabbriche Chiaramontane
P.zza S. Francesco n°1
Agrigento, Italy