A Milano arriva Kandinskij
Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione
MUDEC Milano
dal 15 marzo al 9 luglio 2017
a cura di Silvia Burini e Ada Masoero
Il
Mudec rende omaggio a Vasilj Kandinskij con un’inedita mostra
“site-specific”, legata alla propria vocazione e fondata sul rapporto
tra arte e scienze e sulla metafora del viaggio come avventura
cognitiva. Tutti aspetti sperimentati dal fondatore dell’astrattismo,
che ha sempre mostrato interesse per un approccio scientifico alla
realtà, per le esplorazioni, per il viaggio come cifra riassuntiva della
sua stessa esistenza.
In lui, moscovita di nascita, si mescolano i geni russi e tedeschi
dei genitori, e quelli degli avi, provenienti dalla Siberia Orientale.
Nato in una famiglia colta, segue studi classici e sin da bambino prende
lezioni di piano, violoncello e disegno. All’università frequenta
giurisprudenza, ma s’interessa con passione all'etnografia, in cerca
delle radici profonde della propria cultura. Nel 1889 vive un’esperienza
decisiva: passa più di un mese nel governatorato di Vologda, nel Nord
della Russia, studiando le credenze e il diritto penale dei komi, e il
popolo degli ziriani. Raccoglie e pubblica canzoni popolari, esegue
disegni, appunta un Diario di viaggio. In quei villaggi sperimenta una
rivelazione: «Nelle loro isbe mi sono imbattuto per la prima volta
in questo miracolo, che in seguito divenne uno degli elementi del mio
lavoro. Qui ho imparato a non guardare al quadro generale dall'esterno,
ma a ruotare intorno a esso, vivere in esso. Quando sono entrato nella
stanza, la pittura mi ha circondato, e sono entrato in essa».
La
mostra – che accosta sue opere provenienti dai più importanti musei
russi, alcune mai viste prima in Italia, a esempi della cultura
popolare, cui si ispirò - abbraccia il lungo periodo della formazione
dell’immaginario visivo dell’artista, fino al 1921, quando si trasferì
in Germania per non tornare mai più in Russia. L'obiettivo è consentire
allo spettatore, anche con l'ausilio di specifici strumenti
multimediali, di comprendere l’origine e lo sviluppo del suo codice
simbolico, in un viaggio affascinante tra le sue fonti visive. Il
visitatore potrà “entrare” nei suoi dipinti astratti e percorrerli.
Proprio come voleva lui, che scrisse «per anni ho cercato di
ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri: volevo
costringerli a dimenticarsi, a sparire addirittura lì dentro».
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