Al Lu.C.C.A. il nuovo progetto firmato Maurizio Vanni...
DA NON PERDERE!!!
WARHOL vs GARTEL. HYP POP
Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art
Dal 25 febbraio al 18 giugno 2017
a cura di MAURIZIO VANNI
Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art
Dal 25 febbraio al 18 giugno 2017
a cura di MAURIZIO VANNI
Andy Warhol e Laurence Gartel sono due di quegli artisti eletti, nati
per fare e rimanere nella storia, cresciuti per modificare gli
equilibri culturali e sociali di un luogo in un determinato momento
storico. Gartel svela a Warhol i segreti di Commodore Amiga e la loro
sintonia è immediata perché sono tantissimi i punti in comune.
La mostra “Warhol vs Gartel. Hyp Pop” mette a confronto due artisti
che, seppur con modalità differenti – anche in relazione ai rispettivi
momenti storici di appartenenza –, hanno compreso che la realtà
quotidiana non poteva più essere interpretata, che non era possibile
apportare innovazione al mondo dell'arte utilizzando gli strumenti
tradizionali e che un artista creativo e figlio del proprio tempo non
poteva allontanare alcune forme di mercato dalla vita di tutti i giorni.
Non serviva ideare ex-novo quando nei circuiti sociali e
industriali, e intorno a loro, esisteva già tutto: sarebbe stato
sufficiente celebrare le figure e gli oggetti proiettandoli dal mondo
dell’invisibile a quello visibile. La loro mission si esaltava
nel riproporre il già fatto, il più delle volte riconoscibile, in modo
che potesse essere fruito diversamente attraverso alcune accortezze
concettuali e artistiche.
Warhol e Gartel hanno tolto all’opera d’arte l’idea di autenticità e
di unicità evolvendo radicalmente la funzione dell’arte stessa; infatti
quando un elaborato artistico è riproducibile perde la sua autonomia,
omologandosi a una differente interpretazione non solo legata allo
studio iconografico della composizione, ma anche all’indagine del mezzo
espressivo utilizzato per arrivare a quel particolare esito. Il loro
obiettivo era quello di scoprire la verità e non la realtà,
quell’essenza del mondo e delle cose che poteva giungere all’uomo
solamente tramite i mezzi di comunicazione di massa. Da una parte
Polaroid, registratore, Photomaton e serigrafia per Warhol, dall'altra
Apple Macintosh (con programma Mac Paint), Commodore Amiga (abbinato al
programma Deluxe Paint), la stampante Art Color Ink-Jet di Xerox, le
novità di Canon con la macchina fotografica 760, le stampanti a getto
d'inchiostro e i primi scanner per Gartel: tecniche che contemplavano
sempre più l’utilizzo della macchina e sempre meno il coinvolgimento
diretto e “fisico” dell’artista.
Sia Warhol che Gartel riconoscono il mercato come esigenza oggettiva
da dover indagare attraverso una costante e ossessiva ricerca di nuove
forme espressive, di nuovi mezzi di comunicazione e interazione. Ma non
tutti gli elementi comuni ai due artisti sono simmetrici e
corrispondenti: la Pop Art di Warhol perpetua in maniera
impersonale e quasi maniacale le immagini proposte dai mass-media
documentando, senza timore reverenziale, il cambiamento di valori
indotto nella società dei consumi. Una serigrafia di Warhol che ripete
ossessivamente l'immagine di una bottiglia di Coca Cola ci testimonia
come quell’oggetto sia ormai divenuto un referente talmente importante,
rispetto ad altri valori interiori e spirituali, da promuoverlo come
positivo e vincente nella società contemporanea. La Hyper Pop
di Gartel si nutre di immagini presenti nell'immaginario collettivo, ma
non si limita a mitizzarle, bensì le proietta in futuri plausibili, in
scenari immaginifici, in dimensioni realmente oniriche, in contesti che,
seppur distanti da ciò che crediamo reale, appaiono stranamente iper familiari, iper evocativi, iper suggestivi, iper allusivi, iper quotidiani, iper comunicativi, iper fantasiosi e iper contemporanei.
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