GIOVANNI CERRI
A hurricane of light
24 giugno - 24 luglio 2010
De Luca Fine Art – Toronto, Ontario - Canada
Inaugurazione: giovedì 24 giugno ore 18.00
In collaborazione con: Galleria Palmieri - Busto Arsizio
Catalogo in galleria, testi di Lorenza Fragomeni, Roanna Weiss e Giovanni Cerri.
Giovanni Cerri (Milano, 1969), figlio del pittore Giancarlo Cerri, ha iniziato la sua attività di pittore nel 1987 e da allora è presente in numerose mostre in Italia e all’estero. Tra le sue “personali” citiamo: 1995 – Galleria Cortina – Milano; 2000 – Galleria Artistudio/Magrorocca – Milano; 2002 – Galleria Monogramma – Roma; 2005 – Casa Cini – Ferrara, Cortina Arte – Milano; 2006 – Galleria Blanchaert – Milano; 2007 – Galleria Palmieri – Busto Arsizio; 2008 – Spazio Tadini – Milano, ComoArte – Como, Avanguardia Antiquaria - Milano; 2009 – Galleria Gli Eroici Furori – Milano, Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (MN), Ex Chiesa di San Pietro in Atrio – Como, Orenda Art International - Parigi; 2010 – Cortina Arte – Milano, Spazio Arte – Milano..
Tra le rassegne a cui ha partecipato: 1998 - “Milano-Berlino / Metropoli a confronto – Galerie Verein – Berlino (Germania); 2002 – “Arte per tempi nuovi” – Galerie Die Ecke – Augsburg (Germania); 2003 – “Dialoghi Incrociati” – Galleria Luka – Pola (Croazia); 2006 – Premio Michetti – Francavilla al Mare (CH); 2008 – “I Cerri. Giancarlo e Giovanni. La pittura di generazione in generazione” – Museo della Permanente – Milano, “Maestri di Brera” – Museo d’Arte Moderna di Shanghai; 2010 – Le Meduse – Fabbrica del Vapore - Milano.
La mostra presenta il nuovo lavoro dell’artista milanese, che – abbandonata la carta di quotidiano, supporto usato dal 2001 ad oggi – ritorna alla pittura ad olio su tela. Il tema urbano è ancora presente, ma con una rinnovata luce e una colorazione decisamente più vivace e accesa. Inquadrature divenute più essenziali e quasi metafisiche, ampi spazi di colore e pochi elementi disposti quasi in modo “astratto”. I nuovi protagonisti sono i segnali stradali che diventano simboli di ammonimenti e tabù, di divieti e obblighi di direzione, oppure i semafori e gli “omini” dei cartelli dei lavori in corso e degli attraversamenti pedonali. Dai titoli, come “Babylon”, “Trinity” o “Noli me tangere”, si enuncia un’evocazione biblica, mistica, come se questi paesaggi fossero l’alba di un nuovo mondo appena creato, un nuovo “habitat” sorto dalle macerie e dai resti di quello – archeologico e industriale - precedente.
Per questa esposizione canadese, inoltre, l’artista presenta un grande trittico, costituito da tre tele ispirate ad artisti nati a Toronto: Neal Young, Gleen Gould e David Cronenberg.
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