Un sabato pomeriggio, di luglio, a Roma...
Dopo aver visitato San Luigi dei Francesi ed essermi fatto, ancora una volta, letteralmente rapire dalla possenza di Caravaggio, attraverso piazza Navona. Lascio alla mia sinistra la fontana dei Quattro Fiumi e percorro una breve via che mi porta all'incrocio con Via della Pace.
Una veloce pausa rinfrescante in quel luogo della "mia memoria" che è il Caffè della Pace (ho abitato per quasi 5 anni a Roma e spesso trascorrevo le serate in questo luogo) e subito, volgendo lo sguardo a sinistra mi trovo di fronte il Chiostro del Bramante.
Entro. Mi accoglie questo quadrilatero composto da un doppio colonnato sovrapposto rigorosamente silenzioso. Al piano terra sulla destra, un piccolo uscio mi invita ad entrare. Varco questa soglia e mi ritrovo in un mondo fantastico, quasi metafisico... la mostra personale di Armodio "ENTITA' INCOMBENTI" curata da Giovanni Faccenda.
Eleganza e sobrietà si rincorrono con rigore, mettendosi a volte in disparte per fare spazio alla fantasia. Una fantasia quasi infantile, oserei dire "naturale", sana, genuina.
Quella fantasia fanciullesca che alberga in ognuno di noi. Anche se oramai adulti, "maturi".
Sono solo opere dipinte. Dipinte da un uomo di oltre settant'anni, a tempera, a punta a di pennello, con la grazia della leggerezza e l'eleganza della consapevolezza. Con la saggezza imposta dall'anagrafe che poi in fondo non è nient'altro che la continua, perenne ricerca di dare soddisfazione alla eterna ed incolmabile curiosità di un bimbo. Un bimbo di oltre settant'anni: Armodio.
Una mostra da vedere assolutamente!
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