Christian Zucconi
LEVIATHAN
a cura di Emanule Beluffi
8 aprile - 17 maggio 2014
BIANCA MARIA RIZZI & MATTHIAS RITTER
via Cadolini 27 Milano
Milano
La personale di Christian Zucconi negli spazi milanesi
della Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter a cura di
Emanuele Beluffi si propone di raccogliere una rappresentanza di ogni
ricerca estetica intrapresa dall’artista negli ultimi cinque anni. Dalla
scultura, alla fotografia fino al video, ogni aspetto del lavoro di Zucconi è esposto come insieme unitario di uno studio interamente dedicato al corpo umano.
Durante la mostra verrà effettuata una performance, in occasione della quale sarà data ai visitatori la possibilità di spaccare, in prima persona e con le proprie mani, una scultura in pietra di Christian Zucconi, successivamente “ricucita” dall’artista secondo il suo metodo di lavorazione. Sarà quindi possibile assistere, in una galleria privata, a un evento inedito per due ragioni: innanzitutto perché in tal modo il pubblico potrà contribuire attivamente a una fase fondamentale e “topica” del lavoro di Zucconi. In secondo luogo perché – diversamente da quanto accade usualmente negli spazi espositivi -, non solo sarà possibile toccare e manipolare un’opera in mostra, ma anche perché in tal modo il visitatore, partecipando attivamente al processo creativo, darà letteralmente l’impronta di sé a un’opera unica, irripetibile e totalmente personale.
Durante la mostra verrà effettuata una performance, in occasione della quale sarà data ai visitatori la possibilità di spaccare, in prima persona e con le proprie mani, una scultura in pietra di Christian Zucconi, successivamente “ricucita” dall’artista secondo il suo metodo di lavorazione. Sarà quindi possibile assistere, in una galleria privata, a un evento inedito per due ragioni: innanzitutto perché in tal modo il pubblico potrà contribuire attivamente a una fase fondamentale e “topica” del lavoro di Zucconi. In secondo luogo perché – diversamente da quanto accade usualmente negli spazi espositivi -, non solo sarà possibile toccare e manipolare un’opera in mostra, ma anche perché in tal modo il visitatore, partecipando attivamente al processo creativo, darà letteralmente l’impronta di sé a un’opera unica, irripetibile e totalmente personale.
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