Anche l'ottima Francesca Manetta in questa importante colletiva tutta da "vedere"
INTERFERENZE
a cura di Ivan D’Alberto e Visualcontainer
vernissage sabato 19 aprile
ore 18.00
a cura di Ivan D’Alberto e Visualcontainer
vernissage sabato 19 aprile
ore 18.00
Spazio
INANGOLO
Strada Pultone 2, Penne (PE)
19.04.2014 > 03.05.2014
venerdì e sabato
18.00 > 20.00
Strada Pultone 2, Penne (PE)
19.04.2014 > 03.05.2014
venerdì e sabato
18.00 > 20.00
Artisti:
Silvia
De
Gennaro, Anita Calà, Rita Casdia, Elisabetta Di Sopra, Alessandra Arnò,
Igor Imhoff, Di Bernardo/Rietti Toppeta, Patrizia Bonardi,
Francesca Manetta.
INTERFERENZE
di
Ivan D’Alberto
Il
potere delle “periferie” risiede nella possibilità di poter lavorare sul fronte della ricerca e delle sperimentazioni culturali
senza dover necessariamente dar conto al “gusto” del pubblico locale, e senza porsi il problema di un confronto diretto con le
“cerimoniose” operazioni artistiche realizzate nei “grandi centri”.
Condicio
sine qua non, ahimè, spesso derivante da necessità economiche (chi opera ai “margini” non sempre dispone di grandi
risorse) che però il più delle volte alimenta risvolti interessanti e ricchi di stimoli.
Lo
spazio Inangolo è un esempio che rappresenta molto bene tale stato: piccolo luogo espositivo con sede a Penne, comune della
provincia di Pescara, che da alcuni anni porta avanti un’indagine legata alla video arte.
I
responsabili di questo spazio sono Francesco Toppeta, Alessandro Rietti e
Francesco Di Bernardo i quali, dopo una partecipazione ad una rassegna
video
organizzata nel box milanese Visual Container, hanno deciso di fare di Penne un laboratorio di ricerca dedicato a questo linguaggio
artistico.
L’operazione
a
quanto pare funziona e, ad oggi, Inangolo vanta in attivo diversi
appuntamenti espositivi che hanno messo in luce le qualità e il
livello di molti video artisti locali e nazionali.
Interferenze è
l’ultima “scommessa” messa in atto dal collettivo; una rassegna composta da nove video realizzati da artisti provenienti da
tutt’Italia.
I
lavori sono stati selezionati da una delle massime esperte del settore,
Alessandra Arnò, artista e responsabile dello spazio milanese Visual
Container.
Gli
autori coinvolti sono Patrizia Bonardi, Anita Calà, Rita Casdia, Silvia De
Gennaro, Elisabetta Di Sopra, Francesca Manetta, Igor Imhoff, il collettivo Di Bernardo
Rietti Toppeta e la stessa Arnò.
La compilation dà
vita
ad una sequenza video eterogenea, fatta di tante sfumature, dove però è
possibile individuare un filo rosso comune cha va dalla
denuncia di un malessere sociale al senso di smarrimento prodotto dalla
routine della vita quotidiana.
Patrizia
Bonardi attraverso la costruzione di una scena glaciale e al tempo stesso sospesa tra sogno e realtà ci ricorda che l’uomo nel
momento in cui nasce segna il suo destino; un triste epilogo da cui non ci si può sottrarre: la morte.
Anita
Calà, seguendo un’impostazione scenica, tipica del teatro dell’assurdo di Samuel Beckett (l’animazione ricorda
tantissimo il dramma teatrale di “Va’ e vieni”), da vita ad un gioco onomatopeico fatto di sopraffazioni sonore. La scena si
conclude in una spiazzante azione di pura violenza.
Rita
Casdia con il video “Stangliro” presenta un lavoro in cui descrive il fallimento della massa, incapace di dar vita a forze
creative e il fallimento del singolo incapace di farsi comprendere.
Quest’ultimo,
pur
riuscendo ad elaborare un linguaggio personale, resta solo ed
incompreso perché il messaggio da lui prodotto è frutto di un alfabeto
completamente sconosciuto al gruppo.
Silvia
De Gennaro presenta un lavoro che mette in risalto il potere della comunicazione mediatica sulle coscienze umane dove persino le
zanzare si trasformano in “piccole macchine da guerra” capaci di trascinare le persone in uno stato di terrore e di ansia.
L’unico
modo per sottrarsi all’inganno della parola è stare al gioco e tramutarsi in Aracne che tesse la tela per catturare le
“sanguinarie” zanzare.
Elisabetta
Di Sopra lavora sul tema dell’identità espressa attraverso il mondo che ognuno di noi si porta dietro.
Il
mobilio
della nostra casa, i nostri indumenti e il nostro corpo sono il codice a
barre che ci contraddistingue e ci rende diversi gli uni dagli
altri.
Nel
momento
in cui l’immagine che costruiamo di noi stessi viene man mano
smantellata anche la nostra ragion d’essere viene messa in crisi
fino “all’estinzione totale” della nostra persona.
Francesca
Manetta si muove su una linea estetica più vicina al mondo della comunicazione pubblicitaria e del fashion style.
Partendo
dalla fiaba di Hans Christian Andersen “Scarpette Rosse” l’artista elabora un video in cui la protagonista diventa una sorta di
madrina dell’arte; testimonial di un linguaggio che trae forza da passioni profonde frutto di incondizionati processi
subliminali.
Igor
Imhoff presenta la storia di una “passeggiata” a Marghera. Il lavoro però è il risultato di una composizione visiva
realizzata attraverso svariate tecniche videografiche utilizzate con maestria e forte capacità comunicativa.
Il
“viaggio”
non avviene più in un’anonima località veneta ma tra le fitte trame
della rete virtuale attraverso un gioco
ritmico-grafico-luminoso estremamente sofisticato. Una “banale
passeggiata” si trasforma in esperienza psichedelica affascinante e
adrenalinica.
Sulla
stessa scia si colloca il lavoro del collettivo Di Bernardo Rietti Toppeta che si muove sempre sul tema del viaggio; percorso
ripetitivo e anonimo sedimentato nel processo esperienziale di una persona a tal punto da essere recepito come hortus
conclusus oltre il quale non è possibile andare.
L’appiattimento
globale e la massificazione generale diventano i termini di riferimento di una vita omologata descritta attraverso un
linguaggio optical convulsivo e ansiogeno.
Infine, Alessandra
Arnò con il video “Blindfold” presenta visivamente la questione shakespeariana “essere o non essere” che nel
suo caso diventa “vedere o non vedere”.
Un
lavoro
dove sono protagonisti una serie di iridi azzurre che compaiono e
scompaiono seguendo un ritmo preciso e cadenzato. Nella sequenza ritmica
l’artista elabora un messaggio solo apparentemente complesso e criptico perché questo appartiene alla grafia e alla sintassi
umana dei non vedenti, quella del braille.
Il corpus video
presentato
a Inangolo si mostra come esperienza di sovrapposizione di vari
pensieri estetici, apparentemente conflittuali tra loro che, con le loro
conseguenti interferenze aprono la strada ad un segnale estraneo ma
decisamente nuovo.
Novità
assoluta
per il panorama artistico “periferico” ed estremamente stimolante per
un luogo che ha scelto di percorrere la propria strada
seguendo le sperimentazioni più spinte.
Selezione
Video:
Silvia
De Gennaro
Quest’estate le zanzare saranno più cattive, 6’22, 2010
Quest’estate le zanzare saranno più cattive, 6’22, 2010
Anita
Calà
ABC, 2'45", 2012
ABC, 2'45", 2012
Rita
Casdia
Stangliro, 2013 , 4’09’’
Stangliro, 2013 , 4’09’’
Elisabetta
Di Sopra
Temporary, 5’:00, 2013
Temporary, 5’:00, 2013
Alessandra
Arnò
Blindfold, 1'00", 2011
Blindfold, 1'00", 2011
Igor
Imhoff
M-ARRAY, 1' 16" , 2013
M-ARRAY, 1' 16" , 2013
Di
Bernardo/Rietti Toppeta
Optical instruments, 3'52", 2012
Optical instruments, 3'52", 2012
Patrizia
Bonardi
Water's expectation, 4'15', 2013
Water's expectation, 4'15', 2013
Francesca
Manetta
Dancing with myself, 3'00", 2013
Dancing with myself, 3'00", 2013
SPAZIO
INANGOLO
www.inangolo.it
www.inangolo.it
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