"La neve non ha voce" a cura di Alessandra Redaelli
Cinque artiste indagano la violenza del malamore
Tra pochissimi giorni al Chiostro di Voltorre, a Gavirate (Varese), si
alzerà il sipario su una mostra potente, forte e delicatissima come le
artiste che ne saranno protagoniste.
Un tema difficile, quello della
violenza di genere, che cinque donne hanno deciso di raccontare in toni
sussurrati, scegliendo di affrontare l’argomento per vie traverse,
silenzi allusivi e gesti d’amore. C’è Alessandra Baldoni, che con una
serie di scatti tratti da Salva con nome ci accompagna, tra solitudini e
silenzi, attraverso le vicende di donne grandissime, come Amelia
Rosselli, Antonia Pozzi o Virginia Woolf. Ci sono le ceramiche e i
disegni di Alice Olimpia Attanasio, immagini lievi e terribili che con
un linguaggio in bilico tra suggestioni neorinascimentali e influenze
pop raccontano la rimozione del vissuto traumatico. Ci sono i gesti di
affetto, gli abbracci e la complicità femminile dipinti a olio e
acrilico su tela da Jara Marzulli, un antidoto amoroso al non amore. E
poi ci sono le storie del passato di Florencia Martinez, la parola o lo
sguardo negati con un lembo di pizzo, un ritaglio di stoffa, a
simboleggiare la più subdola e invisibile delle sopraffazioni. E
Giovanna Lacedra, con i suoi acquerelli dove Sylvia Plath e Anne Sexton,
visi trasparenti in dissolvenza, diventano simbolo di tutte le donne
alla ricerca della loro identità, con i volti delle spose bambine e con
le sue performance, dure e pacate al tempo stesso.
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un immagine della performance L'aspirante, di Giovanna Lacedra, scattata da Pablo Peron. |
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Alessandra Baldoni, Ogni tanto riaffioriamo in superficie, e così veniamo riconosciuti. |
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Florencia Martinez, Una ragazza d'oro, dettaglio. |
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Alice Olimpia Attanasio, Bombgirl. |
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R Jara Marzulli, Il torrente di Ofelia. |
A breve altre info...
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