Ora sono a darvi la comunicazione "ufficiale" con date ed orari, ma non solo...
ancora una volta sono stato invitato da Giovanna Lacedra a prendere parte alla sua performance e... ovviamente ho accettato!
LA NEVE NON HA VOCE
Cinque
artiste indagano la violenza del malamore
Domenica 8
marzo ore 18.00
Chiostro
di Voltorre – Gavirate (VA)
Piazza Chiostro, 23,
21026 Gavirate
Fotografia, pittura,
scultura, disegno, ricamo, installazione e performance si incontrano al
Chiostro di Voltorre per raccontare l’amore sbagliato. Una lunga stagione di
mostre dedicate alle donne si apre con un tema forte, quello della violenza di
genere, che cinque tra le artiste più interessanti e promettenti dell’ultima
generazione hanno deciso di raccontare con delicatezza, in toni sussurrati,
scegliendo di affrontare il tema per vie traverse, silenzi allusivi e gesti
d’amore.
Salva con nome, la serie fotografica che presenta Alessandra Baldoni, nasce come un
omaggio alle poetesse e alle scrittrici del passato morte suicide, da Virginia
Woolf ad Amelia Rosselli e Antonia Pozzi: immagini pulite, costruite attraverso
una puntualissima messa in scena di sapore cinematografico, semplici e tuttavia
intensissime, costruite per elementi simbolici. Non la violenza, l’atto folle
del possesso come sopraffazione, dunque, ma piuttosto la solitudine disperata
frutto dell’incomunicabilità, i corridoi bui e sottili dell’incomprensione, la
morte come estremo tragico anelito alla libertà.
Raccontano invece la
negazione del vissuto traumatico le ceramiche di Alice Olimpia Attanasio. Sono candidi busti femminili di sapore
neorinascimentale sui quali irrompe l’imprevisto sotto forma di un elemento
disturbante, che può essere un uccellino annidato tra i capelli – chinato a
bucare col becco la fronte – o un piccolo missile conficcato nel cranio. Anche
i disegni, delicatissimi, si pongono in bilico tra canto lirico e oscura
minaccia, creando un senso di spaesamento e di inquietudine.
Con i suoi toni leggeri,
la pittura liquida, il tratto morbido Jara
Marzulli racconta il malamore per contrasto, attraverso l’amore,
l’accoglienza e l’abbraccio incarnati da lievi figure femminili. Amiche,
sorelle, madri e figlie rafforzano sulle sue tele il senso dell’unione positiva,
della “sorellanza” salvifica, accanto a donne che al di là della delicatezza
dei gesti si rivelano indomabili guerriere; mentre i colori tenui e gli sfondi
indefiniti pongono i personaggi in un limbo fatato, onirico, in bilico tra
realtà e memoria.
Una sola donna – una zia
avvolta da un’aura peccaminosa, perché colpevole di essere attrice e modella
nei puritani anni Cinquanta – è la protagonista dell’installazione proposta da Florencia Martinez. Stampate su stoffa
colorata o su seta, esaltate da cornici in tessuto imbottito che si avviluppano
introno al soggetto, le immagini spiazzano per il contrasto tra il taglio
classico e la mancanza di un dettaglio fondamentale. Gli occhi scompaiono,
chiudendo ogni comunicazione con la realtà. Oppure è la bocca a essere
sostituita dal vuoto, in uno straziante grido silenzioso.
Tre poetesse, Sylvia Plath, Anne Sexton e la giovane libanese Joumana
Haddad, sono le donne che Giovanna Lacedra pone al centro del suo
lavoro. I visi delle prime due autrici confessional, declinati in serie di
acquerelli leggerissimi, raccontano da un lato la dissoluzione dell’io e
dall’altro la strenua ricerca di sé. Dalle fendenti parole della Haddad,
invece, l’artista recupera e reinterpreta l’orrore delle spose bambine. L’aspirante,
una performance ispirata all’omonima poesia della Plath, aprirà la mostra il
giorno dell’inaugurazione, mentre un video racconterà il dramma subdolo
dell’abuso all’infanzia.
Vernissage ore 18.00
Dott.ssa Silvana Alberio
Presidente Associazione
Amici del Chiostro
Piero
Lotti
Direttore
Artistico
Alessandra Redaelli
Curatrice
evento fb
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