"Rubo" dal sito http://www.artwireless.it questa notizia... e la domanda sorge spontanea: quando la nostra politica aprirà gli occhi? o dobbiamo veramente continuare a credere che, come disse Tremonti, "con la cultura non si mangia"?
Queste son le mosse intelligenti per rilanciare un mercato, che nel resto del mondo viaggia a gonfie vele e da noi invece...
La Francia dimezza l'aliquota IVA per la compravendita di opere d'arte
Il Senato francese, in occasione dell'esame alla legge finanziara, ha
approvato un emendamento che abbassa l'aliquota IVA che si applica alla
vendite di opere di artisti protagonisti nella scena francese dal 10%
al 5,5%. Esaminando il caso dell'Italia, invece, la situazione è
decisamente più complessa. Nel Belpaese, infatti, la cesione delle opere
d'arte da parte dei privati non è soggetta a IVA e non genera alcuna
imposta sulla plusvalenza (differenza tra il prezzo dell'opera incassato
e il costo dell'opera quando è stata acquistata) generata dalla
cessione. La vendita di opere d’arte da parte delle gallerie, al
contrario, è soggetta a IVA nella misura del 22% (l’aliquota massima
applicata in Europa); mentre la vendita di opere d’arte realizzata
dall’autore o dai relativi eredi è soggetta a un’aliquota Iva del 10%.
In particolari condizioni, però, è possibile prevedere il pagamento
dell'IVA solo su una parte del valore dell'opera. Questo cervellotico
meccanismo di calcolo risale alla metà degli Anni Novanta, e permette al
collezionista di comprare sul mercato un’opera con un’aliquota Iva alta
(il 22%) ma calcolata su una base imponibile minore rispetto all’intero
valore del bene. Questo regime, cosiddetto “del margine”, viene
applicato solo a determinate categorie di contribuenti, tra i quali
coloro che abitualmente si occupano di commercio al dettaglio,
all’ingrosso o in forma ambulante di beni mobili usati, antiquariato,
oggetti d’arte o da collezione. All’atto dell’acquisto, questi
contribuenti vedono il bene totalmente assoggettato all’IVA solo una
volta (alla prima cessione) e nelle successive solo se risulta un
margine positivo. Per quanto riguarda l'importazione delle opere d'arte
dai Paesi extracomunitari, esse è soggetta all’Iva con un’aliquota del
10% e ai dazi doganali; al contrario, le esportazioni di opere d’arte
costituiscono operazioni a cui non va aggiunta l'Iva. Il sistema,
dunque, va decisamente semplificato per snellire la burocrazia e
rinvigorire il mercato. Sarebbe auspicabile, inoltre, un sistema di
agevolazioni fiscali, capace di favorire l'acquisto e la cessione di
opere sul territorio nazionale.
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