COMUNICATO STAMPA
Sede: Scoletta della Bragora, Campo Bandiera e Moro, Castello 3011 B, Venezia
Titolo dell’evento: BIENENTREU Acqua memoria
Inaugurazione: Sabato 1 Giugno, ore 18
Data di chiusura: 30 Giugno 2013
Orari di apertura: 10.00 - 18.00, chiuso il lunedì
Biglietto: ingresso libero
Orario del vernissage: ore 18.00
Patrocini: Provincia di Venezia
e Comune di Venezia
In collaborazione con Bellati Editore e Arte in Bragora
Ufficio Stampa: Bellati Editore, info@bellatieditore.com, www.bellatieditore.com
Curatore: Anna Caterina
Bellati
Artista: Rolf
Bienentreu
COME RAGGIUNGERCI
In treno: scendere alla stazione
ferroviaria di Venezia Santa Lucia.
In auto, dall’autostrada: prendere la direzione per Venezia, immettersi in Viale della Libertà,
parcheggiare a Tronchetto o a Piazzale Roma.
QUINDI
Scoletta della Bragora si raggiunge facilmente con il servizio di
trasporto pubblico Actv, Linea 1 (direzione Lido), da Ferrovia a San Zaccaria.
BIENENTREU Acqua memoria
Sbarcano a Venezia, in contemporanea alla 55° Biennale Internazionale
d’Arte, gli specchi profondi dell’artista e performer tedesco Rolf Bienentreu.
Dal 2 al 30 giugno il visitatore potrà vedere/guardare queste tavole laccate e interagire con
esse specchiando se stesso nel loro incunabulo visivo.
Con la partnership di Arte in Bragora e i patrocini della Provincia di Venezia e del Comune di Venezia, Acqua memoria propone una doppia
matrice, artistica, perfettamente inserita nel circuito della Biennale di Arti
Visive; e psicologica, considerata la natura introspettiva delle opere di
Bienentreu.
Dedicata a un pubblico
eterogeneo, la mostra è leggibile su più piani.
Ideata e organizzata da
Anna Caterina Bellati affronta,
nell’Anno Internazionale della condivisione dell’Acqua, il tema fondamentale e
terribile del bene più prezioso a disposizione di ogni organismo vivente, oggi
a rischio di totale depauperamento.
L’acqua matrice di vita
è sempre meno pulita e presente in quantità sempre minore per una popolazione
di uomini in continuo aumento. Bienentreu coglie la necessità di
attenzione/rispetto/risparmio energetico che questo elemento primario merita.
Ma l’acqua è anche Memoria. Del passato organico di ogni
singolo essere, perché nell’acqua veniamo concepiti e cresciamo prima di venire
al mondo, perché il nostro corpo è per due terzi composto di acqua. Del passato
emotivo di ogni persona. L’acqua diventa veicolo capace di trasportare
sensazioni, ricordi, suoni, passioni, sentimenti, preghiere, speranze. Può
essere scura, tomba di dolore e situazioni sprofondate nella parte segreta
della coscienza; chiara, strumento di scambio e vita nel presente, viaggio,
vacanza, gioco del quotidiano.
Una ventina di tavole
specchianti nei colori dal cilestrino al blu-nero, passando per i verdi chiari
della battigia e i verdi profondi dei canali di Venezia, fino ai blu oltremare
di quello che gli antichi chiamavano il Pelago,
il dio Mediterraneo che dispensava ricchezze e possibilità di sopravvivenza.
E un cortometraggio di
15 minuti, nel quale Bienentreu fissa la macchina da presa in riva al Canal
Grande e sorprende ogni minimo movimento delle onde specchiate in uno dei suoi
lavori.
A raddoppiare la
valenza della memoria che diventa da personale a corale.
Specchi profondi
di Anna Caterina
Bellati
Il primo specchio che
s’incontra nella vita è quello in cui vediamo riflessa la nostra immagine
stando in braccio alla mamma. “Quello sei tu”, dice e tu impari piano piano a
riconoscerti. Il primo specchio che s’incontra nella letteratura è invece
quello della matrigna di Biancaneve e anche questo ha a che fare con lo
sviluppo della personalità e il riconoscimento dell’io. Nella fiaba si racconta
che la regina crudele, distrutta dalla gelosia, non sa accettare il fatto che
la figliastra la superi in bellezza. Come non pensare all’Edipo re e
alla tragedia che travolge tutti i protagonisti: intanto la madre Giocasta,
quindi Laio, il padre che ha il terrore di essere soppiantato dal figlio, ed
Edipo, il ragazzo il cui destino è segnato e quindi necessario. Ma c’è un altro
personaggio, questa volta preso dalla mitologia, al quale rimanda subito l’idea
dello specchio. Si tratta del bellissimo Narciso e del proprio
innamoramento-ripiegamento su di sé che il giovanetto pagherà con la morte
cadendo nell’acqua dello stagno.
Ora, il nodo su cui
s’incentra l’indagine svolta da Bienentreu intorno allo specchio tiene conto di
tutti questi elementi che si può dire stiano alla base della percezione che
ciascuno ha di sé, in particolare quando questo “sé” è sogguardato da una
distanza privilegiata, il riflesso dello specchio.
Non a caso le tavole
dipinte di Bienentreu si chiamano Specchi profondi. Profondi per un
motivo tecnico, i molti strati di vernice creano l’illusione della profondità;
e profondi perché impongono allo spettatore uno sguardo autentico.
Quando la mattina ci si
guarda allo specchio per farsi la barba o truccarsi gli occhi, in realtà non si
bada a quello che nello specchio accade. Ci si limita a fissare una piccola
porzione del proprio viso della quale ci stiamo occupando. Invece gli Specchi
profondi obbligano a uno sguardo non distratto. Intanto l’immagine, derivante
da un gioco di luci che s’incrociano sulla superficie riflettente delle tavole,
non è quella cui siamo abituati. Siamo noi ma più larghi, o più lunghi, o più
magri. E la nostra faccia non è proprio così, non è proprio quella che ci viene
incontro. Questo gioco di domande mette in campo sia l’abitudine alla propria
immagine, sia la soddisfazione di scoprirsi dentro un oggetto lucido e
brillante. Le tavole di Bienentreu sono in genere rosse, verdi o blu i suoi
colori preferiti, ma in realtà su chi le guarda impongono una speciale
attenzione-attrazione. Sono invitanti e pieni di vita le rosse, sono riposanti
le verdi e le blu. Il piacere e la calma. Ma c’è un secondo elemento del quale
tenere conto.
C’è l’occhio
dell’artista. Lui sa che nelle sue tavole si specchierà il mondo che passa loro
davanti e sa che questo mondo sarà costretto non a vederle, ma a guardarcisi
dentro. Ecco, il gioco di Narciso raddoppia e diventa l’esercizio di un potere.
E non è ininfluente che Bienentreu sia un pediatra. Conosce perfettamente i
meccanismi che muovono la curiosità di un bambino e smuove quei medesimi
meccanismi sopiti, anche nell’adulto.
Questa specie di
sottile violenza esercitata sullo spettatore diventa ancora più forte nelle
fotografie. La realtà non viene ritratta, fotografata, fissandola attraverso
l’obiettivo, ma viene fermata quasi capovolta, cogliendone un ritaglio dentro
la tavola dipinta. Le forme si liquefanno, i contorni si sciolgono, niente è
più come normalmente appare. Il mondo intero diventa d’acqua e in tal caso
“riconoscersi” comporta un atto di fede. Quando lo specchio profondo è usato
come una quinta scenografica dentro cui una macchina da presa filma
l’esistente, tutto quello cui siamo abituati assume un aspetto diverso. Tutto
quello che di solito compone la nostra vita diventa un’altra cosa.
E allora lo specchio
che ha tradito le immagini abituali diventa strumento per indicare la
precarietà del nostro essere nel mondo.
Anna Caterina Bellati
BIOGRAFIA
Rolf Bienentreu è nato
a Duisburg (Germania) nel 1951. Dopo avere ultimato il Liceo Classico ha
studiato Filosofia e Scienze della Comunicazione.
Nel 1971 si iscrive
alla Facoltà di Medicina a Liegi, in Belgio. Completa il corso di studia
Berlino nel 1980 e nel 1985 prende la specializzazione in pediatria. In quegli
anni sviluppa anche i suoi interessi riguardo l’arte concettuale.
Nel 1979 tiene la sua
prima performance dal titolo Menschen
Gefallene (Corpi caduti) nella
Mariannenplatz a Berlino.
Nel 1980 ripropone la
medesima manifestazione allo Studio II
di Berlino, e sempre nella capitale tedesca organizza l’installazione Gedächtnis des Divan (Memoria del divano). L’anno seguente, a
Wehdel, vicino ad Amburgo, sviluppa esempi di anamorfosi sulle pareti di un
appartamento privato. Titolo, Besucher
(Visitors).
Nel 1983, a Bremerhaven
- Germania, organizza l’installazione Erotik
Ortes des (L’erotismo dei luoghi).
L’anno seguente, sempre a Bremerhaven e a Rotterdam, installa un nuovo lavoro, Erotik der Gegenstände (L’erotismo
degli oggetti).
Questa ricerca continua
nel 1985 a Bremerhaven, lavorando sul tema Erotik
der Personen (L’erotismo nelle
persone). Tutte queste prestazioni si riferiscono a un personaggio
d’invenzione, Aprilheiland in der
Prilküche. Nel 1987 si trasferisce in Svizzera.
Nel 1990 viene invitato
al Kunstverein di Bremerhaven, dove espone
due autoritratti, Selbstbildnisse (Autoritratti).
Nel 1991 la professione
medica lo fa trasferire in Romania per qualche tempo.
Nel 1992 è invitato
dalla Società di Belle Arti di Iashi,
Romania, a prendere parte a una mostra dal titolo Oggetti Testimoni. Successivamente la stessa mostra viene
presentata a Bucarest. Nel 1993, il video Alone
Insieme, è esibito al pubblico per la
prima volta in Engadina, Svizzera.
Due anni dopo, presso
la Galleria Riss, a Samedan in
Engadina, realizza l’installazione Heimweh
und Sehnsucht (Nostalgia e malinconia).
Nel 1998 la Galleria Riss lo invita a partecipare a
una collettiva intitolata Plexiglass.
Nel 1999 è di nuovo invitato a Bremerhaven dal Kunstinitiative per esporre i suoi Tiefe Spiegel (Specchi
profondi).
Nel 2004 Anna Caterina
Bellati organizza la sua personale Specchi
Profondi a Villa Sommi Picenardi,
a Olgiate Molgora (LC) - Italia.
La stessa mostra viene
presentata nel 2005 a Bremerhaven alla Kunsthalle
con il titolo Spiegelungen (Riflessi).
Nel 2007, a Cuxhaven
vicino ad Amburgo, presenta il Piazza
dello Amor Perfetto, proiettato nelle sale della Galleria Weidenstieg. Questa mostra personale sarà ospitata nel
mese di settembre, ancora con Bellati come curatore, a Lugano -Svizzera, alla Galleria Mya Lurgo.
Nell’agosto 2008
partecipa a OPEN XI. Esposizione Internazionale di Sculture e Installazioni a
Venezia Lido e nell’ottobre 2008 a Il vuoto e le forme. 1. Esposizione
Internazionale di Sculture Installazioni e Dipinti a Chiavenna. A novembre
è invitato alla collettiva dedicata al Tricolore
al Museo Tecnico Navale di La Spezia
durante la manifestazione Museo in
vetrina.
Nella primavera
successiva espone a Il vuoto e le forme. 2. Esposizione Internazionale di
Sculture Installazioni e Dipinti a Chiavenna. Nel mese di giugno tiene la
sua personale alla Galleria Uno a
Soglio (CH). A settembre partecipa alla XII
Biennale di Architettura di Venezia nella mostra collettiva Metropoli//Antimetropoli ideata e curata
da Anna Caterina Bellati.
Sarà invitato nel 2012
alla terza Edizione Il vuoto e le forme. 3. Esposizione Internazionale di
Sculture Installazioni e Dipinti, Cantico, dedicata a San Luigi Guanella, ancora a cura di Anna Caterina
Bellati.
Rolf Bienentreu vive e
lavora tra la Svizzera e l’Italia.
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