Angeli e Demoni
bi-personale di Saturno Buttò e Roberta Serenari a cura di Franco Savadori.
Galleria LA FORTEZZA a Gradisca D'Isonzo. Via Ciotti, 25
Tel. 3383419896 - 335476090
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da sabato 9 marzo 2013
....Dar Corpo all’Essere
Non ci soffermeremo a pensare se le vie espressive di Saturno Buttò e Roberta Serenari siano più o meno in tendenza con le odierne istanze contemporanee. Né ci chiederemo da dove esse traggano origine o dove stiano andando… Non lo facciamo per una duplice ragione: primo poiché a non chiederselo sono gli stessi artisti; secondo perché la risposta è palesemente implicita nelle loro opere, accentrate e concentrate attorno al sempiterno tema del corpo, che, da quando mondo è mondo è uno di quei soggetti che si stagliano, senza tema di smentita, al di sopra di mode e di tendenze, due termini non a caso atti a designare l’effimero posto in una condizione di precarietà temporale… Rappresentare il corpo significa viceversa perpetuare un’ostica tradizione, dove alla difficoltà tecnico-pittorica della rappresentazione si connette il travaglio dello stare in bilico sul ciglio dell’abisso cui il tema induce e trascina, causa inesauribili varietà ed ineffabili sfumature di trattazione. L’artista capace di affrontare il tema del corpo si confronta con tutto: con il grande passato pittorico, come dimostra inequivocabilmente Buttò; con il sé altro, che opera dopo opera finisce col divenire in perpetuo un altro sé, come nel caso della Serenari, ma soprattutto con l’universalità d’un tema, quello dell’essere che attraverso il corpo si manifesta, che implica, sottintende, allude e indica quanto vi sta dentro, accanto, attorno all’universo umano in infinita concatenazione cognitiva, senza che ognuno degli spettatori possa esimersi dall’iniziare a creare il proprio viatico personale ed esclusivo di paralleli, di citazioni, di riferimenti – lontani o vicini, diretti o lati che essi siano -. Attraverso quest’arte riprende corpo la consapevolezza che il nostro essere può e deve divenire un tutt’uno con l’opera che stiamo guardando, in cui auguriamo di perderci , di riuscire a toccare con mano, pur attraverso un qualcosa di oggettivamente presente, le realtà meno tangibili e decodificabili della nostra esistenza. Ci augureremmo di vivere, almeno per un attimo impercettibile, la sensazione della vertigine metafisica che un certo tipo d’arte è sempre riuscita a catturare e trasmettere, sempre che il pittore/medium sappia cogliere e lo spettatore sia disposto ad accettare, in piena nudità, la specularità di immagini che son comunque paradigmi del nostro essere, in empietà come in santità… Saturno Buttò e Roberta Serenari scavano nelle profondità del corpo senza remore o timori, allo scopo di dar corpo ad un’Arte profonda e sincera.
Franco Savadori
....Dar Corpo all’Essere
Non ci soffermeremo a pensare se le vie espressive di Saturno Buttò e Roberta Serenari siano più o meno in tendenza con le odierne istanze contemporanee. Né ci chiederemo da dove esse traggano origine o dove stiano andando… Non lo facciamo per una duplice ragione: primo poiché a non chiederselo sono gli stessi artisti; secondo perché la risposta è palesemente implicita nelle loro opere, accentrate e concentrate attorno al sempiterno tema del corpo, che, da quando mondo è mondo è uno di quei soggetti che si stagliano, senza tema di smentita, al di sopra di mode e di tendenze, due termini non a caso atti a designare l’effimero posto in una condizione di precarietà temporale… Rappresentare il corpo significa viceversa perpetuare un’ostica tradizione, dove alla difficoltà tecnico-pittorica della rappresentazione si connette il travaglio dello stare in bilico sul ciglio dell’abisso cui il tema induce e trascina, causa inesauribili varietà ed ineffabili sfumature di trattazione. L’artista capace di affrontare il tema del corpo si confronta con tutto: con il grande passato pittorico, come dimostra inequivocabilmente Buttò; con il sé altro, che opera dopo opera finisce col divenire in perpetuo un altro sé, come nel caso della Serenari, ma soprattutto con l’universalità d’un tema, quello dell’essere che attraverso il corpo si manifesta, che implica, sottintende, allude e indica quanto vi sta dentro, accanto, attorno all’universo umano in infinita concatenazione cognitiva, senza che ognuno degli spettatori possa esimersi dall’iniziare a creare il proprio viatico personale ed esclusivo di paralleli, di citazioni, di riferimenti – lontani o vicini, diretti o lati che essi siano -. Attraverso quest’arte riprende corpo la consapevolezza che il nostro essere può e deve divenire un tutt’uno con l’opera che stiamo guardando, in cui auguriamo di perderci , di riuscire a toccare con mano, pur attraverso un qualcosa di oggettivamente presente, le realtà meno tangibili e decodificabili della nostra esistenza. Ci augureremmo di vivere, almeno per un attimo impercettibile, la sensazione della vertigine metafisica che un certo tipo d’arte è sempre riuscita a catturare e trasmettere, sempre che il pittore/medium sappia cogliere e lo spettatore sia disposto ad accettare, in piena nudità, la specularità di immagini che son comunque paradigmi del nostro essere, in empietà come in santità… Saturno Buttò e Roberta Serenari scavano nelle profondità del corpo senza remore o timori, allo scopo di dar corpo ad un’Arte profonda e sincera.
Franco Savadori
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