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martedì 1 aprile 2014

Renato Guttuso, Pittura senza tempo - a cura di Emanuele Greco e Gabriele Greco



Renato Guttuso, Pittura senza tempo: alla Simboli Art Gallery di Firenze dal 5 aprile al 31 maggio 2014.

     Dopo il grande successo delle due personali, tenutesi tra febbraio e marzo alla Galleria de' Bonis di Reggio Emilia, approda alla Simboli Art Gallery di Firenze l'opera del maestro Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911-Roma 1987), in un'importante mostra personale intitolata Pittura senza tempo, che si inaugurerà il prossimo sabato 5 aprile.
     Nata dalla collaborazione con la Galleria de' Bonis, punto di riferimento per lo studio e il mercato del maestro di Bagheria, la mostra presenta una selezione di oltre 30 opere – dipinti ad olio su tela, chine e acquarelli su carta, e opere grafiche originali –, raffiguranti le tematiche più care al maestro: dalle intense nature morte ai paesaggi siciliani, dai sensuali ritratti e nudi di donna alle moderne "scene di genere". La mostra intende ripercorrere le fasi più importanti, dagli anni Trenta agli anni Ottanta, della straordinaria vicenda artistica di Renato Guttuso, interprete tra i più carismatici e impegnati della poetica realista, ma anche testimone originale e sensibile dei cambiamenti della società italiana nel Novecento.
     L'esposizione è articolata in due sezioni distinte, allestite a rotazione negli spazi della galleria fiorentina: la prima sezione, che si svolgerà nel mese di aprile, è intitolata Guttuso, l'eleganza del segno e sarà incentrata in particolare su alcune splendide opere storiche del maestro (dagli anni Trenta ai Sessanta) che si distinguono per raffinatezza ed eleganza; la seconda, in maggio, avrà per titolo Guttuso e il colore, e vedrà come protagoniste opere più tarde, prevalentemente degli anni Settanta e Ottanta, in cui si può apprezzare particolarmente l'interesse e l'abilità dell'artista nell'uso del colore.
     Tra i dipinti ad olio più rappresentativi che si potranno ammirare in mostra, si segnalano: la Natura morta del 1937, dove la plasticità dei volumi è resa attraverso colori vivaci ed equilibrati; la Natura morta del 1962, dalle forme concrete e dalle decise tonalità cézanniane; Foglie di girasole del 1971, in cui i brani di natura sono rappresentati come panneggi increspati, dalla forte valenza plastica, emergenti da un monocromo fondo rosso; La mano e la rosa del 1972, una sorta di autoritratto allo stesso tempo ideale ed enigmatico, in cui la mano e la tavolozza incarnano l'essenza stessa del pittore; i Tetti di Palermo del 1976, tema tra i più rappresentativi ed amati dall'artista siciliano; La giubba rossa del 1985, dove il rosso dei pomodori poggiati tra le pieghe di un giornale dialoga con quello della giubba appesa ad una sedia: una composizione tutta magistralmente giocata sulle sfumature di un solo colore.
     Vi saranno, inoltre, alcuni disegni a china preparatori per opere di Renato Guttuso attualmente conservate in musei. Tra questi, per esempio, la Maddalena del 1940, uno studio preparatorio alla famosissima Crocifissione del 1941 (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna); oppure Figura che corre e Due figure, entrambi bozzetti del grande dipinto La spiaggia del 1956 (Parma, Galleria Nazionale).
     Splendide anche le chine e le tecniche miste su carta in cui sono raffigurati ritratti e nudi femminili, tra cui: Marta del 1971; Le tre grazie del 1973-74; Due volti degli anni Ottanta; e Figura in body del 1985. Tra questi è da ricordare anche il sensuale Nudo del 1979, una grande gouache e collage su tela emulsionata, da intendersi forse come un omaggio al padre del realismo in pittura, Gustave Courbet.
     Non mancano inoltre curiosità e rarità, come un Bozzetto per costumi teatrali degli anni Settanta, con un campione di stoffa appuntata a fianco. Da segnalare anche le chine su carta dedicate al tema del lavoro e dei lavoratori, così caro e tipico dell'impegno artistico di Guttuso negli anni, come: i picassiani Contadini del 1947; i vigorosi Pescatori del 1950; e la bellissima china e acquarello su cartoncino intitolata La passata di pomodori del 1976, dove il rosso vivo della passata è l'unico colore ad emergere da una composizione altrimenti giocata solamente sull'equilibrio del bianco e del nero. Infine si ricordano le quattro opere del 1971, ovvero Il matto, Il bagatto, Il mondo e La regina di spade, tratte dalla serie originale dalla quale sono stati realizzati i suoi famosi Tarocchi.


Renato Guttuso, Pittura senza tempo
a cura di Emanuele Greco e Gabriele Greco

in collaborazione con la Galleria de' Bonis, Reggio Emilia.

INAUGURAZIONE: Sabato 5 aprile 2014, ore 17.30
La mostra è visitabile dal 5 aprile al 31 maggio 2014
Catalogo in galleria.
Introduzione critica di Emanuele Greco.
Orario mostra: martedì-domenica 10-13 e 15-20. Chiuso il lunedì - Ingresso libero

SIMBOLI ART GALLERY
Via di San Giuseppe, 6/r 50122 Firenze
Tel. +39 055 0502418 - Cell. +39 349 1438941
info@simboliartgallery.com - www.simboliartgallery.com

mercoledì 25 settembre 2013

Salvatore Magazzini a Firenze

Salvatore Magazzini a Firenze...
 
 
 
SIMBOLI ART GALLERY
è lieta di invitarla alla prossima mostra personale
SALVATORE MAGAZZINI - PAESAGGI MEDITERRANEI
Introduzione critica di Emanuele Greco

Inaugurazione: sabato 28 settembre, ore 17.30 (sarà presente l'artista)
Mostra visitabile dal 28 settembre al 31 ottobre 2013

Orario galleria: lunedì 16.30-20 e martedì-domenica: 10-13 / 15-20
Catalogo in galleria - Ingresso libero
Tel. 055 0502418 / www.simboliartgallery.com / info@simboliartgallery.com

mercoledì 20 marzo 2013

Riccardo Licata, Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010): alla Simboli Art Gallery di Firenze

Riccardo Licata


Riccardo Licata, Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010): alla Simboli Art Gallery di Firenze dal 23 marzo al 30 aprile 2013.

Il 23 marzo prossimo alla Simboli Art Gallery di Firenze si inaugura la mostra personale del maestro Riccardo Licata (Torino 1929), dal titolo Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010).
L'esposizione comprende una selezione di circa 40 dipinti (olii su tela e tecniche miste su carta applicate a tela), di vari formati, dalla prima metà degli anni Cinquanta fino ai più recenti della prima decade degli anni Duemila, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico in questa occasione. La mostra ripercorre le tappe fondamentali degli ultimi sessant'anni della lunga e fervida attività artistica di Licata, divisa tra i soggiorni a Venezia e a Parigi, le due città in cui vive e lavora. Tratto distintivo del suo linguaggio artistico è una sorta di alfabeto composto da simboli misteriosi e da tratti grafici che l'artista stesso definisce come "lettere immaginarie". Si tratta, infatti, di una scrittura grafico-pittorica, ispirata in qualche modo all'armonia del linguaggio musicale, che serve all'artista per trasferire sulla superficie ciò che egli sente, avverte, percepisce in quel momento determinato. È, quindi, una scrittura dell'esistenza dell'artista, dove ogni segno tracciato è puro significante.
Tra le opere più rappresentative che si potranno ammirare in esposizione di formato vario, e tutte accomunate dalla mancanza di titolo , si segnalano, tra quelle storiche: una tecnica mista su carta del 1953, connotata da un grafismo segnico deciso; una delicata tecnica mista su carta applicata a tela del 1963; una tecnica mista su carta del 1966, caratterizzata dalla presenza di segni dai contorni sfaldati e liquidi. Degli anni Settanta si ricordano almeno due tecniche miste su carta del 1972, caratterizzati da una scrittura segnica elegante e sobria. La tecnica mista su carta del 1980, invece, è formata da ben cinque livelli orizzontali di scritture immaginarie. Del 1999 una bellissima tecnica mista su carta, caratterizzata dalla presenza di eleganti e slanciati segni che sembrano quasi alludere a presenze arboree.
Per quanto riguarda gli olii su tela, si troveranno in mostra alcuni significativi esempi, anche di grande formato, per la maggior parte appartenenti alla sua ultima stagione artistica, compresa tra gli anni Novanta e la prima decade degli anni Duemila, tra cui se ne ricordano almeno tre di grandi dimensioni: uno del 2004, dai colori accesi e decisi; un altro del 2007, composto da varie tonalità di blu contaminate anche da segni incisi; ed infine l'ultimo, del 2010, tutto giocato sulle delicate tonalità del color sabbia.


INAUGURAZIONE
: Sabato 23 marzo 2013, ore 17.30
La mostra è visitabile tutti i giorni dal 23 marzo al 30 aprile 2013
Catalogo in galleria. Introduzione critica di Emanuele Greco.
Orario mostra: lunedì 16.30-20 e martedì-domenica 10-13 e 15-20 - Ingresso libero

SIMBOLI ART GALLERY
Via di San Giuseppe, 6/r 50122 Firenze
Tel. +39 055 0502418 - Cell. +39 349 1438941
info@simboliartgallery.com - www.simboliartgallery.com


Riccardo Licata nasce a Torino il 20 dicembre del 1929. Dopo una breve parentesi parigina, la sua famiglia si trasferisce a Roma, città in cui vive dal 1935 al 1945. Nel 1946 si trasferisce a Venezia, dove l'anno successivo si iscrive al Liceo Artistico. In quegli anni studia la cultura della Bauhaus e inizia a cimentarsi con il mosaico. Conosce gli artisti Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Alberto Viani, Giulio Turcato e Renato Birolli. Nel 1949 con altri giovani costituisce un gruppo astrattista, denominato Giovani Pittori Astratti, con cui inizia ad esporre a Venezia e a Firenze. Nel 1950 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e l'anno seguente tiene nella stessa città la sua prima personale. Partecipa con un grande mosaico alla Biennale di Venezia del 1952 e, l’anno successivo, alla Triennale di Milano.
Nel 1957 ottiene una borsa di studio dal governo francese per sperimentare l'incisione a colori e le nuove tecniche. Nello stesso anno è chiamato da Gino Severini come assistente alla cattedra di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris. Nel 1961 è nominato professore di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris, dove ha insegnato fino al 1995. Inizia a vivere tra Parigi, frequentandovi gli studi di vari artisti, e Venezia dove mantiene il proprio. Gli incarichi prestigiosi si susseguono, così nel 1969 è nominato professore di Arti plastiche alla U.E.R. della Sorbonne, quindi professore di incisione all'Academie Goetz di Parigi e, dal 1972 ricopre il medesimo titolo alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e all'Ecole Americaine d'Architecture de Fontainebleau. Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, di San Paolo, di Tokyo, di Lubiana e di Alessandria d'Egitto.
In questo periodo sviluppa e definisce quello che diventerà in seguito il suo peculiare linguaggio artistico: una sorta di alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che caratterizzeranno gran parte della sua produzione artistica, ovvero gli olii su tela, le tecniche miste, e le serigrafie a tiratura limitata. Si tratta di una sorta di scrittura grafico-pittorica, che trae ispirazione dal linguaggio musicale, composta da particolari segni che Licata stesso definisce "lettere immaginarie".
Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici a Genova (Palazzo dei lavori pubblici), a Bourgoin-Jallieu, a Sault-lès-Tethel, a Lille (Università), a Perpignan, a Monza (largo di via Italia), e a Reggio Emilia (Camera del Lavoro).
Si è occupato anche di scenografie teatrali (Medea di Euripide, nel 1978 al Teatro Comunale di Treviso) e di balletto (Ichspaltung di Giuseppe Marotta nel 1980 al Teatro Goldoni di Venezia).
Sue opere si trovano presso musei d'arte contemporanea di varie città del mondo, tra cui: Belluno, Chicago, Firenze, Milano, Mosca, Mulhouse, New York, Parigi, Pescara, Reggio Emilia, Stoccarda, Torino, Varsavia, Venezia, Vienna. È presente nella collezione permanente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e nella collezione itinerante dell'Istituto Nazionale d'Arte Contemporanea. Nel corso della sua lunga attività artistica, Licata ha tenuto moltissime esposizioni nelle più importanti gallerie italiane ed internazionali.
Tra le varie mostre più recenti si segnalano: nel 2007 Riccardo Licata. Diari di viaggio-Cahiers de voyage alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano; nel 2008 Riccardo Licata, Mare nostrum al Museo d'Arte Moderna di Mosca. Nel 2009, per gli ottant'anni del maestro, si è tenuta a Roma, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia,  Riccardo Licata e le stagioni dello Spazialismo a Venezia, una mostra che ha messo a confronto il percorso del pittore negli anni '50 e '60 con quello degli altri artisti veneziani suoi contemporanei che aderirono in quegli anni alla corrente spazialista.
Sempre nel 2009 nel Palazzo Ducale di Venezia è stata ospitata la mostra Riccardo Licata. Mosaici e vetri. Nello stesso anno la città di Venezia ha ospitato presso la ex Chiesa di Santa Marta, Porto D'Arti, evento collaterale alla 53esima Biennale d'arte, in cui le opere di Licata sono state esposte insieme a quelle di altri sette artisti italiani di fama internazionale.