Ilaria Margutti è una giovane artista fra le più interessanti della scena contemporanea.
L'hp incontrata in diverse occasioni. Mi ha sempre convinto!
Le ho fatto le mie solite dieci domande...
e le risposte interessanti come la sua arte!
E' originale, raffinata, intelligente.
-In dieci righe, chi è Ilaria Marguttii?
L'hp incontrata in diverse occasioni. Mi ha sempre convinto!
Le ho fatto le mie solite dieci domande...
e le risposte interessanti come la sua arte!
E' originale, raffinata, intelligente.
-In dieci righe, chi è Ilaria Marguttii?
Sono un' ostinata donna in cerca della bellezza.
-Per esprimerti utilizzi differenti media. Ne hai
uno in particolare che ritieni più efficace per le tue ricerche?
Dal 2007 ho iniziato un percorso nel quale il filo e il
ricamo sono i media al centro della mia ricerca.
Il ricamo è una forma di tessitura e quest’ultima ha
un’origine antichissima, il poter tessere ci ha reso umani. E’ un’insieme di
discipline e tecniche che derivano dall’uso della ragione e dell’ingegno (basti
pensare alla complessità di progettare e realizzare il filo, il telaio e quindi
la trama e l’ordito) uniti dalla necessità di coprirsi e dalla creatività dei
decori. In fin dei conti il tessuto è il mezzo tramite il quale abbiamo
fabbricato la nostra prima difesa, prendendoci cura di noi.
Per quanto riguarda il mio percorso, sono approdata al
ricamo abbandonando la pittura, perchè sentivo che dovevo superarla, staccarmi
dalla sua bidimensionalità che percepivo come un limite. L’incontro con una
ricamatrice, diventata poi la mia maestra di ricamo, mi ha permesso di scoprire
il fascino del filo, il suo rilievo e la sua luce, ma anche la possibilità di
liberare la tela, facendola tornare ad essere tessuto. L’esperienza del
ricamare, ha una fase di realizzazione completamente opposta a quella
pittorica, quest’ultima infatti, permette di avere sempre una visione totale
dell’immagine riportata sulla tela, cosa che con il ricamo non è possibile, in
quanto il lavoro viene eseguito poco per volta, avanzando il disegno sullo
spazio di un telaio di 25/30 cm di diametro. La visione dell’intero, sarà
dunque sempre parziale e incompleta, ma questo permette di acquisire altri
vantaggi: ho la possibilità di estraniarmi perdendomi nelle particolari
sfumature del filo e nelle sue forme in quei pochi cm quadrati di superficie.
il Filo permette poi anche altre possibilità di
linguaggio, come ad esempio la relazione con lo spazio espositivo.
é per questo che quando penso all'opera finale, la
realizzo seguendo una visione di insieme, come si fa per una installazione, che
a volte sfocia nella scultura o nella video-prformance.
Un esempio ne sono le mie Uselex Box, o i Cataloghi
inutili di esistenze o i miei video realizzati come supporto alle opere
di ricamo: Predizioni (2012) vimeo.com/46357631
e Il
filo dell'imperfetto (2009) vimeo.com/13361250
LA PELLE AVRA' LA FRAGILITA' DELLA PELLE ricamo su tela - 200x70cm |
- Come
reagisci alle critiche?
Dipende dalle critiche.
A me interessa il confronto e soprattutto che al mio
lavoro sia data la possibilità di evolversi.
Vedo il percorso di un artista, come un cammino e non come
una meta ad ogni opera terminata.
Mi interessa argomentare, approfondire, cercare nuove
connessioni che permettano al mio lavoro di crescere, di seguire quel percorso
che porta alla consapevolezza, dell'opera e di me stessa.
Il processo artistico è spesso un percorso che dal
personale guarda verso l'universale, nella ricerca di un equilibrio tra forma e
contenuto, ovvero: è il cammino che porta alla scoperta della bellezza.
A volte mi viene accusato che i miei lavori siano troppo
forti perché parlano di ferite e uso aghi e spine inserite nelle mie figure, ma
ci si dimentica spesso che la bellezza non ha a che fare solo con il senso
estetico delle cose, ma la si raggiunge attraverso un percorso di ferrea
disciplina.
La bellezza non chiede attenzione, la devi cercare.
Ci si dimentica che per prendersi cura di qualcosa o di
qualcuno, non lo si deve assecondare, ma pungere i suoi occhi, perché la sua
visione diventi consapevole.
L'arte non è un intrattenimento e tantomeno non dovrebbe
assecondare le aspettative di un pubblico, l'arte dovrebbe pungere lo sguardo
dello spettatore, senza oltraggiarlo.
Questo fa dell'opera, un'Opera d'Arte
Kore degli spilli-ricamo in seta e spilli su tela,80x200cm 2013 |
- Qual
è l'aspetto del tuo lavoro che ti intriga di più?
il filo, perché è infinito.
il cammino perché crea l'incontro.
il ritmo dell'ago sulla tela, perché batte il tempo della
Creazione.
la tensione generata dalla necessità di scoperta.
-Dimmi
una cosa di te che non hai mai detto pubblicamente?
ma che domanda è??? ahahahahaahahahah
Credo di non avere cose da rivelare, ma la gente è molto
creativa e magari sono gli altri che sanno qualcosa di me che io non so! :)
- Quali
difficoltà incontra una giovane artista in Italia?
Personalmente la mia difficoltà nasce dalla mancanza di
educazione allo sguardo.
Oggi l'arte deve fare spettacolo, far parlare di sé, deve
abbagliare lo spettatore o semplicemente assecondarlo e intrattenerlo.
Il mercato pare sia l'unico sistema da perseguire, pare
che un'artista abbia valore in funzione di quanto vende e spesso è più facile
investire su ciò che ci capita sotto gli occhi, che non sforzarsi a cercare… il
sistema si poggia su un concetto di ossessione dell'immagine, siamo bombardati
da immagini che ogni giorno condizionano inconsapevolmente i nostri gusti e le
nostre scelte.
Questo bombardamento è tale e di varia natura, che non
necessitiamo di capirle, ma ci affidiamo al sentimento, alla sensazione, non
sappiamo argomentare, ma solo lamentarci o perseguire strade già battute.
Non esiste il dialogo con le opere del passato che sappia
rinnovarci, ma si tende a tener separato il contemporaneo dalla storia
dell'arte, al massimo si cita il passato, ma non si sta creando nulla di nuovo,
attraverso esso.
Non mi sembra che tra tutta questa valanga di immagini, di
artisti e di opere, ci sia qualcosa di innovativo, di coraggioso o leale.
Siamo fermi agli anni '70, perché i giovani artisti
credono troppo nella loro creatività, ma quello che vedo intorno a me è una
fotocopia sbiadita di noi stessi.
Spero che le giovani artiste, capiscano il nostro
fallimento e sappiano creare un nuovo sistema dell'arte.
Dal canto mio, dato che sono insegnante di storia
dell'arte al liceo, faccio di tutto per svegliare i torpori intellettivi dei
miei giovani studenti attraverso i linguaggi visivi e non.
- Hai
avuto una esperienza importante all’estero, in Germania se non vado errato.
Quali sono i lati positivi e quelli negativi di una esperienza del genere?
Si, ho lavorato per circa tre anni con una galleria di
Berlino: JanineBean Gallery
è stata una bella esperienza, perché la collaborazione è
nata dall'interesse che la gallerista ha avuto sui miei lavori.
Abbiamo portato avanti una serie di progetti tra
collettive e personali, ma per me stava diventando molto pesante fare avanti e
indietro da Berlino.
Soprattutto quando le vendite erano meno delle spese.
Il lato positivo è che ho vissuto in una città stupenda,
il lato negativo è che anche a Berlino c'è la crisi del mercato, come ovunque.
La gente compra molto più che in Italia, perché esiste un collezionismo
Low Badjet,
non seguono solo l'idea di fare "investimento"
nell'opera, ma anche di "riconoscimento" della necessità esistenziale
nel possederla e forse per questo hanno più consapevolezza dell'importanza
della Cultura, più di quanta ne abbiamo noi oggi in Italia.
Solo che anche a Berlino, a meno che non sia una galleria
super confermata, la vita dei giovani galleristi che cercano di sostenere la
ricerca, è brevissima.
Le soluzioni sono sempre le solite: o chiudere o adattarsi
alle richieste di mercato.
Essendo io un po' sovversiva, ho preferito rientrare.
- Spessissimo
sei tu il soggetto protagonista dei tuoi lavori. Citazione autobiografica,
scelta meditata o altro?
I motivi sono due, uno di carattere contenutistico e
l'altro di carattere pratico.
l'inizio di ogni lavoro, parte dal mio disagio e quindi mi
"uso" per risolvere la necessità sorta, poi passo agli altri che
diventano il mio campo di indagine, ma non mi è sempre facile trovare modelli
disponibili.
Sono molto esigente con loro, perché non è un semplice
"posare" per me, ma è un mettersi in gioco con se stessi… e questo
non tutti sono disponibili nel farlo.
Quindi quando sono in carenza di persone, ma piena di
idee, devo per necessità creativa, ricadere sulla mia persona!
- Un
colore?
BIANCO
- Quali
progetti per il futuro?
Sto collaborando con la Galleria Art Forum di Bologna che
da un paio di anni mi ha permesso di esporre nelle più importanti fiere
italiane ed estere.
Questa collaborazione sta continuando e prende forma,
sento che c'è una bella energia e molto rispetto reciproco e credo che verranno
fuori delle belle cose.
A parte questo, ci sono alcune collettive in programma, ma
quest'anno credo che mi prenderò una pausa di riflessione per i progetti troppo
impegnativi, perchè voglio lavorare su nuove cose e ho bisogno di concentrarmi
senza troppe interruzioni.
Sto portando avanti anche un altro progetto, un po'
particolare: il recupero di uno spazio da destinare alla sperimentazione
dell'arte contemporanea e anche questo mi richiede molto impegno.
Lo spazio si trova sui piani superiori di un palazzo
rinascimentale restaurato, ma le stanze sono completamente dismesse.
Ho già realizzato delle mostre e delle collaborazioni.
C'è molto da fare, ma è una sfida allettante che adoro!
il primo novembre apriremo lo spazio per una serata
dedicata alla performance e saranno nostre ospiti tre artiste bravissime:
Tiziana Cera Rosco, Francesca Romana Pinzari e Alessandra
Baldoni.
CasermArcheologica, via Aggiunti 55 Sansepolcro (AR)
Sappi che sei invitato! :)
grazie Roberto, è stato un piacere!
BIO
Ilaria
Margutti
(Modena
1971), vive e lavora a Sansepolcro, dove svolge l’attività artistica e quella
di docente di storia dell’arte. Nel 1997 si diploma all’Accademia di Belle Arti
di Firenze. Ha collaborato con gallerie: Janinebeangallery Berlino,
Wannabeegallery Milano, MLBhomegallery Ferrara, Bontadosi ArtGallery Montefalco
(PG), Galleria Art Forum Bologna.
Dal 2007
inserisce il ricamo nei suoi dipinti, linguaggio in cui sente meglio
rappresentata la propria poetica.
Nel 2008
le sue opere sono finaliste in tre premi
internazionali: Arte Laguna, Arte
Mondadori
e premio Embroideres’ Guild di Birmingham. Nel 2010 è in Costa
d’Avorio
per il progetto De L'Esprit e de L'Eau sostenuto dal Consolato Italiano.
Segue
progetti per la diffusione dell’arte contemporanea presso il Museo Civico di Sansepolcro.
Tra le
sue mostre principali più recenti:
2014:
E CORPORE MEDENDO - personale a cura di Elena Merendelli, presso ex-mattatoio
di Anghiari (AR)
2013 - Catino
Azzurro di strega, Ilaria Margutti e Alessandra
Baldoni, a Cura di Atlante Cultura - Sala
degli Ammassi Citerna (PG)
Ananke
- personale a cura di Manuela Bacchiega, Sala Espositiva di Barberino di
Mugello
Il corpo
scritto sul filo - personale, a cura di Vincenza
Tomaselli, Galleria Nazionale Montevergini, Siracusa;
Ilaria
Margutti - personale ArtForum, Bologna;
2012 -
Biennale di FiberPhiladelphia, Philadelphia;
Fuori
dalla pelle - personale a cura di Manuela De Leonardis,
Lavatoio contumaciale, Roma;
2011 -
Pelle|Muta - personale a cura di Viviana Siviero, Wannabee Gallery di
Milano;
2009:
“Il Filo dell’Imperfetto” - personale a cura di Alessandra Redaelli,
Wannabee Gallery, Milano.
Fiere
2014:
Conteporary
Instanbul
Arte
Fiera Bologna
Fiere
2013:
Conteporary
Instanbul
Arte
Fiera Verona
Paratissima
Nessun commento:
Posta un commento