JOAN MIRÓ — SOLI DI NOTTE
A cura di Elvira Cámara e Marco Minuz
17 Ottobre 2015 3 Aprile 2016
VILLA MANIN
Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di
Maiorca 1983) è uno degli artisti più significativi e rappresentativi
del Novecento. Di indole taciturna e riservata, nella sua vita Miró ha
portato avanti un lavoro di continuo rinnovamento espressivo, senza però
mai tradire il suo stile e soprattutto la sua coerenza.
Il suo lavoro inconfondibile ha attraversato varie fasi profondamente connesse ai luoghi in cui ha operato (Barcellona, Parigi e la campagna catalana) e ai contesti artistici con cui è venuto in contatto, in primis il dadaismo e il surrealismo.
La mostra riunisce un’importante nucleo di opere, molte delle quali mai esposte in Italia, legato ad uno specifico momento del suo lavoro; una fase artistica estremamente fertile e poco conosciuta, racchiusa fra i primi anni cinquanta e la sua scomparsa. Nonostante l’età avanzata è in questi anni nel pieno della sua forza, immaginazione e vitalità, che realizza gran parte della sua produzione artistica. Un lungo intervallo caratterizzato da profondi mutamenti espressivi, con cui la sua opera diventa più libera, forte ed aggressiva. I “suoi colori” e le “sue figure”, lasciano progressivamente spazio al nero e a segni che ricordano primitive scritture. Come egli stesso dichiarerà:
Il suo lavoro inconfondibile ha attraversato varie fasi profondamente connesse ai luoghi in cui ha operato (Barcellona, Parigi e la campagna catalana) e ai contesti artistici con cui è venuto in contatto, in primis il dadaismo e il surrealismo.
La mostra riunisce un’importante nucleo di opere, molte delle quali mai esposte in Italia, legato ad uno specifico momento del suo lavoro; una fase artistica estremamente fertile e poco conosciuta, racchiusa fra i primi anni cinquanta e la sua scomparsa. Nonostante l’età avanzata è in questi anni nel pieno della sua forza, immaginazione e vitalità, che realizza gran parte della sua produzione artistica. Un lungo intervallo caratterizzato da profondi mutamenti espressivi, con cui la sua opera diventa più libera, forte ed aggressiva. I “suoi colori” e le “sue figure”, lasciano progressivamente spazio al nero e a segni che ricordano primitive scritture. Come egli stesso dichiarerà:
Più invecchio, più forte è la tensione. Questo inquieta mia moglie. Più invecchio, più divento folle o aggressivo. Cattivo se vuole! — Joan Miró i Ferrà
Un
mutamento collegato al suo trasferimento definitivo nel 1956 a Palma di
Maiorca, nelle Baleari. In questo luogo così profondamente ricco di
legami affettivi, Miró incarica l’amico architetto Luis Sert di
realizzare un grande atelier per soddisfare le sue esigenze. Finalmente,
a 63 anni, per la prima volta nella sua vita, Miró ha a disposizione
uno studio che non deve condividere con altri, un luogo dove isolarsi e
convivere a stretto contatto con le sue opere. Inizia così una radicale
analisi critica del suo lavoro precedente e l’avvio di una nuova
stagione ricca di sperimentazione. Nel 1959 Miró acquista un secondo
edificio adiacente allo studio Sert, Son Boter, che diviene il luogo per
creare sculture e opere grafiche. Attraverso dipinti, disegni, opere
grafiche e sculture questa mostra fa emergere un nuovo aspetto del
lavoro di Miró, di grande potenza e suggestione. Il percorso è
arricchito da un’importante selezione di fotografie che ritraggono Miró
realizzate da grandi autori come Cartier Bresson, Mulas, Brassaï, List,
Halsman, Català Roca e Gomis.
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