Morlotti, Paesaggio - Vegetazione |
GOLA CARPI MORLOTTI
Tre stagioni fra gli alberi
19 e 20 marzo 2016
Nell'ambito delle Giornate FAI di PRIMAVERA
Olgiate Molgora (LC)
Presentazione Venerdì 11 marzo ore 21
a cura di Massimo Cogliati e Anna Caterina Bellati
c/o Scuola Materna di viale Sommi Picenardi
Emilio Gola (1851-1923) fra '800 e '900 si affermò come uno dei maggiori post-impressionisti italiani maturando la propria scrittura poetica nell'alveo del Naturalismo lombardo in cui seppe coniugare la propria profonda cultura e la sua straordinaria vena pittorica. Di lui si può senza dubbio dire sia il primo “moderno” della terra lombarda. Le sue pennellate larghe e già materiche e lo studio della “macchia” nonché del chiaroscuro hanno in seguito improntato il mestiere di altri pittori che con lui o i suoi quadri ebbero direttamente a che fare.
Aldo Carpi fu sfollato a Mondonico durante i primi
anni della seconda guerra mondiale.
Qui frequentò il
Buttero benché Gola fosse ormai scomparso da
vent'anni e restò affascinato dal suo lavoro nonché dal
paesaggio che tanti goliani avevano raccontato. Era a
Mondonico quando fu arrestato dalla polizia fascista
proprio fra queste colline. Da qui la storia terribile è
nota: trasferito prima a Mauthausen e poi a Gusen,
Carpi riuscì a rischio della vita a comporre le sue
memorie edite in seguito con il titolo di Diario di
Gusen.
Fra gli studenti di Carpi, direttore di Brera, diventati
“grandi” ci fu Ennio Morlotti (1910-1992) che lo
considerò sempre suo maestro di vita. Non si vuole
costringere il terzo degli artisti rappresentati, Morlotti
appunto, a vestire i panni della lezione goliana.
Affatto. La forma (o meglio non-forma) che il
paesaggio di questo angolo di Brianza assunse in lui è
quanto di più lontano ci sia dal Naturalismo, ma da lì
ha preso le mosse. Così le Adda burrascose di materia
che il lecchese dipinse negli anni '50 nascono, almeno
concettualmente, come lettura e rifiuto del Valloncello
di Mondonico.
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