Il mare di Braida evoca misteri antichi, il silenzio imperturbabile che abita un’arcana dimensione metafisica. Se sia d’acqua salata o qualcosa di diverso è enigma ugualmente intrigante come quelli che continuano ad assillarci dinanzi alle opere di Caspar David Friedrich e Arnold Böcklin, maestri impareggiabili di pensiero e di pittura.
Altro, infatti, è quanto immaginiamo, accarezzato dalla brezza che indovini leggera in quelle olimpiche latitudini, dove oscuri fremiti dell’anima accendono una luce spirituale che pervade in lungo e largo simili scenari: vi insiste, come un’eco lontana, il senso di un presagio ovattato dai toni di una più intima poesia, che ha umori ed accenti di nobile discendenza crepuscolare.
Remoti lasciti memoriali tramontano all’orizzonte: colori come stati d’animo raccontano, così, di un paesaggio interiore che esiste, forse, soltanto nella mente dell’artista, il luogo, ultimo, dove urgenze personali e necessità espressive confluiscono con magico idillio.
La pittura le accoglie, ne indaga la genesi e subito le fa risorgere, in quel prodigioso diaframma fra visibile ed invisibile, sospeso oltre i capricci del tempo, che è il mare. Quel mare magnum di emozioni nel quale, per Braida, dolce è ogni naufragio.
Giovanni Faccenda
vedi anche:
MARTEDÌ 16 MARZO 2010
"WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani
http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/03/waterfront-personale-di-roberto-braida.html
MARTEDÌ 16 MARZO 2010
"WATERFRONT" personale di Roberto Braida a cura di F. Lotti e R. Milani
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