RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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sabato 27 marzo 2010

Da FlashArt



Se non fosse che non sempre condivido i gusti di Giancarlo Politi... anzi li trovo a volte discutibili... in questo caso però non ha tutti i torti...

"Lettera aperta di Silvia Evangelisti di ARTE FIERA Bologna a
Giancarlo Politi

Caro Giancarlo,
come ogni anno, puntualmente, appena finita Arte Fiera, arriva una tua nota sulla manifestazione, e ogni anno, altrettanto puntualmente, il giudizio è fortemente critico.
Anzi, ogni anno più negativamente critico.
Evidentemente, nonostante i nostri sforzi, Arte Fiera peggiora ogni anno, a causa — come dici — della "cattiva regia organizzativa e forse di un degrado generale dell'arte e del collezionismo italiano".
E se non posso accollarmi tutto il "merito" della seconda affermazione (peraltro solo dubitativa: "forse") mi prendo volentieri la responsabilità della prima, come è doveroso nella mia qualità di direttore artistico di Arte Fiera e, dunque, rappresentante in primis de "l'innegabile decadenza e disordine mentale e culturale evidentissimo" che denunci essere la caratteristica dominante di Arte Fiera.
Forse, per superare questo stato di cose (comprese: la crisi economica mondiale, l'atavica debolezza del mercato dell'arte italiano, il sostanziale disinteresse delle istituzioni per i destini culturali del nostro Paese, ecc.), basterebbe "una mano energica", come dici tu, ma io credo che ci voglia molto di più.
A cominciare da un atteggiamento di fondo più solidale e collaborativo da parte di tutte le forze in campo; da una scelta decisa e inequivocabile a sostegno dell'arte italiana, degli artisti, dei direttori di musei, dei collezionisti, degli studiosi, di tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a offrire il loro impegno per migliorare la condizione e la valorizzazione dell'arte italiana contemporanea. Chi bene, chi benissimo, chi modestamente.
Mi appare un po' troppo facile erigersi solo a giudice assoluto di tutto e di tutti (neppure la tua amata Artissima si salva!), dichiarando semplicemente l'impossibilità di fare qualcosa di buono in Italia e affossando qualsiasi tentativo, seppur limitato, di dare voce al mondo dell'arte contemporanea italiana che all'interno — è vero — mostra qualche caduta, ma che esprime anche qualità altissime, spesso "scoperte" dopo che qualche galleria o qualche museo straniero blasonato ce le indica.
Non sto a raccontarti che a molti — certamente privi degli "occhi attenti di chi conosce il sistema dell'arte" — Arte Fiera ha fatto un'impressione diversa da quella che hai avuto tu (se fossimo tutti d'accordo, che noia!), né a giustificare o puntualizzare scelte fatte.
Non credo, peraltro, che ciò potrebbe incidere minimamente sui tuoi giudizi.
Vorrei, invece, spendere qualche parola per tutti coloro che hanno preso parte, in un modo o nell'altro, ad Arte Fiera 2010: a favore dell'impegno delle gallerie che, nonostante abbiano passato un anno difficilissimo e stiano ancora vivendo momenti molto duri, hanno cercato di dare il meglio della loro competenza e professionalità nel selez ionare e presentare le opere dei loro artisti; a favore dei collezionisti italiani che tu coinvolgi indistintamente nel generale degrado, i quali sono considerati internazionalmente tra i migliori (non maggiori, bada, ma migliori) collezionisti del mondo dell'arte, invitati e coccolati dai più importanti musei così come dalle fiere più glamour e oggettivamente più rilevanti ed internazionali del mondo.
A favore dei Comitati di selezione che si sono avvicendati in questi anni, mettendo a disposizione di Arte Fiera, gratuitamente, la loro professionalità e le loro capacità per migliorare la manifestazione, creandosi più nemici che amici e impegnando generosamente il loro tempo per qualcosa che credono utile, non certo per una fiera "che sbanda paurosamente".
E infine, perché no, anche a favore di noi tutti che la fiera la "facciamo", magari, come dici tu, senza riuscire a sollevarla dalla sua condizione "obsoleta, quasi alla deriva".
Per quanto riguarda la seconda parte del tuo scritto, indirizzato personalmente a me, prendo atto volentieri dei tuoi consigli e ti assicuro che ne farò tesoro. Per quello che potrò.
Tutti noi, infatti, dobbiamo fare i conti con la realtà, che è purtroppo altra cosa dai desideri e dalle aspirazioni.
Sarebbe bellissimo poter organizzare una fiera con poche e selezionatissime gallerie, con un ampio spazio per le nuove ricerche, ospitando anche le associazioni no profit e il tutto a prezzi bassi.
Sarebbe bellissimo. Ma chi è nelle condizioni di farlo, non solo in Italia, ma in particolare in Italia?
Chi ha la capacità finanziaria di sostenere un'impresa simile?
E chi, nel nostro Paese, vorrebbe prendersi sulle spalle un tale impegno? Personalmente non ho conoscenza di alcuna volontà in questo senso, né nel pubblico né nel privato. Ma io, certamente, ho fatto il mio tempo e sono prontissima a cedere il passo a chi ha idee più fresche e mezzi (anche e soprattutto economici) per realizzarle.
Fammi sapere se conosci qualcuno in grado di affrontare positivamente questa sfida, e io le (o gli) darò tutto il mio appoggio. Per quel che vale.

Cordialmente
Silvia Evangelisti, Direttrice Arte Fiera Bologna
P.S.: vorrei ricordare, solo di sfuggita, che Arte Fiera ha anche un programma di iniziative culturali di tutto rispetto: dai convegni interni ai quali hanno partecipato rilevanti personalità internazionali, alle installazioni nel centro storico di Bologna, sino ad eventi straordinari — come quello davvero di importanza culturale mondiale — dell'incontro di due grandi protagonisti della cultura contemporanea come il compositore Arvo Pärt e l'artista visivo Bill Viola, ambedue presenti a Bologna, nell'Aula Magna di Santa Lucia, per una serata indimenticabile organizzata da Arte Fiera in collaborazione con l'Università di Bologna.
S.E.

GIANCARLO POLITI RISPONDE A SILVIA EVANGELISTI

Cara Silvia,
da sempre, a differenza di altri che sussurrano le proprie opinioni nel timore di essere ascoltati, io ritengo doveroso esercitare pubblicamente il mio ruolo di critico dell'arte (non d'arte). L'ho sempre fatto con le Biennali di Venezia, Manifesta, documenta e moltissime fiere. Ho sempre pensato, da frequentatore assiduo e attento di queste manifestazioni e del Sistema dell'arte, che spesso poche e semplici idee potrebbero rappresentare un lifting rigenerante per rassegne che mostrano ormai le rughe. Arte Fiera si presenta come una casa in disordine e dove una razionalità minima contribuirebbe a renderla molto più presentabile.
1) COMITATO DI SELEZIONE: Il mondo e il sistema dell'arte si evolvono più velocemente dei Comitati e delle fiere d'arte. Svecchiarli o eliminarli sarebbe un gesto di grande sensibilità e attualità. Hai mai visto un componente del tuo Comitato visitare un'altra galleria o altre fiere? Io mai. E nemmeno gli altri galleristi. Chiedi per convincerti. Dunque non servono a nulla, se non a costituire piccole lobby pro domo loro.
Dovresti essere tu, con un giovane critico o collaboratore informato e senza pregiudizi, a girare per gallerie e altre fiere e provvedere agli inviti per cercare di rinnovare lo spirito di Arte Fiera.
2) ASSEGNAZIONE DEGLI SPAZI E LAYOUT DELLA RASSEGNA: gli spazi dovrebbero essere assegnati secondo una logica di qualità e d’opportunità. Non si possono contrapporre gallerie con idee, modalità, stili, progetti e storie totalmente difformi, spesso antitetici. Ogni galleria dovrebbe vedere rispettata la propria storia ed essere collocata accanto al collega che non disturba l'armonia e la logica di una mostra. E le gallerie meno interessanti o di basso profilo (tante!) disporle in una area defilata. Ritengo che dovresti trovare il coraggio di indicare chiaramente quali sono le gallerie di serie A e di serie B. E magari anche di C. Con vantaggio per tutti: collezionisti, visitatori e le stesse gallerie collocate in queste aree.
Una mente grafica dovrebbe inoltre predisporre un'impaginazione della fiera, con chiare indicazioni segnaletiche degli spazi di ognuno, delle aree, dei servizi, e soprattutto dei padiglioni.
3) AREE DI RIPOSO: tutto il percorso di Arte Fiera dovrebbe essere costellato di panche per permettere il riposo a chi, dopo ore di peregrinazioni e di visite, è stanco e spesso affranto.
4) NUOVE AREE ESPOSITIVE: recuperare uno spazio di 300 metri quadri, dove invitare a prezzo politico (o anche gratuitamente) e attraverso una selezione attenta e severa, una decina di spazi alternativi o autogestiti, scegliendo ovviamente i più propositivi.
5) IL GIUDIZIO DI MOLTI ITALIANI E STRANIERI: cara Silvia, non farti ingannare dai falsi giudizi di chi non ha il coraggio di parlarti in faccia. Arte Fiera, che io ritengo in generale la migliore fiera d'arte italiana, si presenta veramente male. Non oso riportarti il giudizio di tanti osservatori italiani e stranieri. Ma non c'è bisogno, si vede a colpo d'occhio. Purtroppo il tragico tracollo del concetto di qualità in Italia ci porta ormai a tollerare e a salvare tutto. Persino le nostre trucide città.
6) COSTI DI PARTECIPAZIONE: so bene che non puoi farci nulla. Ma vorrei farti notare che i costi di partecipazione ad Arte Fiera, Artissima e Miart (pensate un po') sono quasi identici ad Art Basel, Frieze, FIAC, Armory. Roba da pazzi se si confrontano qualità e opportunità. Ma tant'è! Questa è la realtà del Bel Paese."

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