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All in the face è la prima importante esposizione personale di Giuseppe Ciracì. Nato a Brindisi nel 1975 il giovane artista pugliese ora vive e lavora a Milano. Il suo percorso parte da una pratica di pittura accademica basata sulla pura mimesi, sulle campiture precise di colore e su un’analisi del volto trattato in maniera iperrealista attraverso un’eleganza talentuosa ed un’esecuzione esemplari. Con il passare del tempo Ciracì ha cominciato a spingere la sua ricerca verso una sottrazione ed un’asciugatura delle forme rappresentate fino a giungere ad un linguaggio personale che non abbandona il rigore, ma si accompagna a spazi di inquietudine con un’indagine analitica e antropologica intelligente quanto profonda.
All in the face è un’esposizione che mette a nudo il dominio del corpo. I tratteggi a matita di tendini, ossa e muscoli accompagnati dalla indipendenza del pennello intriso di olio concedono libertà all’impeto mediante colori forti e accesi quasi si trattasse di eccessi di furore o trattenuta violenza. Se, infatti, i suoi disegni sono installazioni sempre raffinatissime pervase da una certa ieraticità accompagnata da assenze e tratti, talvolta trasfigurati, di brani di anatomia, le tele dipinte difendono la corrispondenza costruttiva delle relazioni presentandosi con ambivalenze e pulsioni dinamiche differenti.
Ciracì attraverso la pittura elabora e contestualizza il rapporto dialettico tra sé stesso e l’altro esponendo la parte più dolente e sfacciata dell’essere umano, la faccia, il volto, la maschera che contiene gli occhi, la luce dello sguardo, l’oscurità di una smorfia, la nudità di un cranio rasato o la voluttà anche erotica di una chioma appena accennata. Quando il giovane artista brindisino affronta l’opera con la matita la sua scelta passa da singoli fogli ad una dinamica moltiplicata da più carte che contengono un repertorio organizzato di informazioni a costituire un’unica narrazione. Nell’installazione centrale della mostra sedici moduli di carta sono posizionati orchestrando e proporzionando la quasi assenza di tratti fisiognomici fino alla costipazione di insiemi di particolari specifici posti in ordine sparso, ma razionalizzato, intorno al foglio che accoglie la testa centrale come a raccontare l’impossibilità di incontro che avviene tra l’interezza del corpo e le relazioni tattili, tra sé e sé e tra sé e l’altro.
Il 6 marzo 2010 Giuseppe Ciracì è tra i 180 finalisti sui 5500 partecipanti del Premio Internazionale Arte Laguna, Tese di San Cristoforo, Arsenale di Venezia dal 6 al 27 marzo 2010, e vince uno dei premi speciali che lo porta ad esporre dal 12 al 26 aprile 2010 all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna e dal 20 maggio al 3 giugno 2010 all’Istituto Italiano di Cultura di Praga.
Nell’aprile 2010 Giuseppe Ciracì è finalista del Premio di Pittura Zingarelli - Rocca delle Macìe che vede 19 artisti - selezionati da un comitato di critici e gallerie d’arte - esporre in una collettiva che si svolgerà dal 29 aprile nella prestigiosa tenuta toscana di Rocca delle Macie. Una giuria popolare decreterà a fine anno il vincitore assoluto della manifestazione.
In collaborazione con:
scatola bianca - associazione culturale Milano
Emmeotto - galleria d’arte contemporanea Roma
la bussola - galleria d’arte contemporanea Cosenza
Brian Atwood - designs
Catalogo con testo critico di Martina Cavallarin
Che bello che tu ci abbia pubblicato! Un abbraccio, martina
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