Trovo Il Man di Nuoro una delle realtà più significative della realtà istituzionale dell'Arte Italiana. Un esempio di ottima gestione, qualità e buone idee...
Se siete in vacanza in Sardegna, rinunciate a qualche ora di sole e investitele per aprite la mente...
la vacanza serve anche a questo!
IL MAN_MUSEO D’ARTE PROVINCIA DI NUORO
Presenta
CARATTERI EREDITARI E MUTAZIONI GENETICHE
Roberto Fanari, Fabiola Ledda, Pierpaolo Luvoni, Tonino Mattu,
Lorenzo Oggiano, Francesca Randi
19 luglio – 02 settembre 2012
Vernissage
→ giovedì 19 luglio ore 19
Giovedì
19 luglio si inaugurerà il terzo appuntamento di Caratteri ereditari e
Mutazioni genetiche, un progetto iniziato nel 2011 in cui alcuni
giovani artisti sono invitati a dialogare con le opere della collezione
permanente del MAN e a tradurre l’ispirazione iniziale che ha portato alla
nascita e crescita della collezione DNA (acronimo di Dal Novecento Ad oggi),
avvalorando in questo modo la vocazione contemporanea del museo e la necessità
di rappresentarne il testimone che la nostra epoca lascerà in eredità. La
declinazione del progetto prevede un duplice sguardo, maschile e femminile,
invitando sei artisti per ognuno degli appuntamenti previsti a relazionarsi con
le opere della collezione.
Il
titolo riprende una tematica, quella delle mutazioni genetiche, che ha una
duplice valenza sempre in bilico fra trasformazione imprevedibile e
perfezionamento, mutazioni che non possono prescindere dal mantenere un legame
diretto e indelebile con i propri caratteri ereditari. La mostra vuole mettere
in evidenza quanto è rimasto nell’operare dei giovani artisti contemporanei
della ricerca fatta dai loro predecessori nel secolo scorso, quali sono le
confluenze e le divergenze, gli interessi e i desideri.
Un
confronto che si sviluppa come dialogo dove una linea senza tempo tiene unite
diverse generazioni in un processo evolutivo che allo stesso tempo lascia
visibile la testimonianza della tradizione e dove i caratteri di ognuno si
delineano in modo indelebile, grazie anche a una mutazione graduale, in una
ricombinazione genetica che non ha stravolto il meccanismo evolutivo.
La
collezione è una delle testimonianze più importanti della crescita,
dell’evoluzione e del costante impegno del museo. Un lavoro complesso e
difficile, fatto di accelerazioni, stasi e nuovi slanci che definiscono un
percorso in continua trasformazione che non si esaurisce nell’esaltazione di
alcuni punti fermi, ma che fa della sua singolare ricerca nel panorama
artistico isolano una caratteristica esclusiva che dà spazio a opere e autori
meno noti, ma non per questo meno interessanti, che, grazie agli esiti del loro
percorso, restituiscono un contesto di inaspettata ricchezza.
Nel
tentativo di ridefinire la percezione di patrimonio e identità, il MAN invita
artisti contemporanei ad un dialogo aperto, creando suggestivi spazi di
sospensione, contemplazione e cortocircuito, vere e proprie stazioni di un
percorso che intreccia precise conversazioni con i maestri della storia
dell’arte in Sardegna. Lo spazio condiviso invita a una riflessione e nello
stesso tempo offre nel suo insieme un'immagine efficace della qualità dei
diversi linguaggi artistici.
Roberto Fanari (1984)
I suoi oggetti e personaggi, realizzati
con il filo di ferro, sono immersi in uno spazio invisibile. La linea, elemento
essenziale di tutto il lavoro, disegna e costruisce lo spazio, ricostruendo il
contesto assente, vero protagonista del
lavoro. Il vuoto, la trasparenza, la fitta trama di filo, assumono una valenza
quasi cromatica. Come nella "Stanza delle Meraviglie”, sorta di personale
collezione sulla linea delle Wunderkammer, o “Seconda B”, un gruppo di bambini
"in gita" tra le stanze del museo.
Fabiola Ledda (1971)
Sarda nata in Germania, è diplomata
all’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove vive e lavora. Indaga una
molteplicità di linguaggi: fotografia, pittura, installazione, performance,
azione scenica, interventi di natura ritmica e sonora. La sua ricerca è
orientata prevalentemente su tematiche di denuncia sociale. Esordisce nel 1995
in contesti di sperimentazione e interazione fra i linguaggi. Questo la porta a
collaborare con grandi personalità della letteratura e dell'arte in varie parti
d'Europa (Parigi, Berlino, Sarajevo, Heidelberg, Paesi Baschi, Napoli).
Pierpaolo Luvoni (1979)
Nato ad Alghero nel 1980, vive e lavora a
Porto Torres (SS) .Si diploma in scultura presso l'Accademia di Belle Arti
“Mario Sironi” di Sassari (dove è attualmente docente) e frequenta poi una
residenza alla Summer Academy in Austria. Ha all'attivo diverse mostre
personali e collettive in Italia e all'estero.
“Nel fare delle cose l’uomo è condannato
ad essere libero”, in queste parole di Jean Paul Sartre lui si riconosce e riconosce il suo lavoro. Quello presentato in
mostra concentra l’attenzione su un oggetto come la boa, punto fermo in un
organismo mutevole e mobile. Il suo fascino sta nell’essere fissa nella mutevolezza,
un punto fisso e irremovibile nel divenire delle cose, libero o forse
condannato.
Tonino Mattu (1979)
Rivolge la sua ricerca alla creazione di
immagini cispirate da una visione comparatistica e critica degli avvenimenti
storici e dei fenomeni sociali e mediatici. Il lavoro spesso consiste nella
rielaborazione di immagini d'archivio, cambiandone le coordinate storiche e
temporali, in maniera tale da creare un ponte tra passato e presente. Sono
frequenti anche i riferimenti all'iconografia religiosa tradizionale e al mondo
dei mass media. Una ricerca volta a riscrivere a ritroso un passato mai
esistito e a prospettare un futuro già accaduto.
Lorenzo Oggiano (1964)
Lavora con fotografia, video, new media,
installazioni e assemblaggi. Laureato in arti visive all'Università degli studi
di Bologna (D.A.M.S.) con una tesi sui rapporti tra arti e nuove tecnologie,
dai primi anni novanta è impegnato in una ricerca artistica e teorica sulle
mutazioni biologiche, sensoriali e cognitive indotte dalle nuove tecnologie e
sulle potenzialità estetico-comunicative dei nuovi media. Dal 2003 lavora al
ciclo “Quasi-Objects”, una pratica di “re-design organico” orientata
alla produzione di organismi ed ecosistemi di sintesi che intende stimolare il
pensiero e il dialogo intorno alla progressiva relativizzazione delle forme di
vita naturali a seguito dell'evoluzione tecno-biologica.
Francesca Randi (1976)
Attraverso il mezzo fotografico sviluppa
uno stile personale, onirico e pensoso, duro e malinconico, con un immaginario
fortemente surreale. L’identità femminile e maschile, l’infanzia e
l’adolescenza, il teatro off come fuga dai ruoli convenzionali, il paesaggio
notturno in movimento, in bilico tra l’incubo quotidiano e la solitudine
esistenziale, il doppio e il perturbante: sono alcuni dei temi affrontati
dall’artista. Attualmente vive e lavora tra Cagliari e Bologna come fotografa e
designer e collabora con varie gallerie d’arte italiane ed estere.
Info:
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Via Satta, 27 - 08100 Nuoro - Tel. +39
0784 252110
orari: 10:00-13:00 / 16:00-20:00 (lunedì
chiuso)
HYPERLINK
"http://www.museoman.it" www.museoman.it
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