Alberto Agazzani
DOMANDE
- Generalità (nome, cognome, età, professione ect.)
- Collaborazioni (principali collaborazioni, mostre ect.)
- Il tuo miglior pregio
- Il tuo peggior difetto
- Qual è il collega che stimi di più?
- E quello che ritieni meno interessante?
- Fammi tre nomi di artisti che ritieni in questo momento fra i più interessati
- La galleria, il museo o l’istituzione al top della tua classifica personale?
- Ed il fanalino di coda?
- Moderno o contemporaneo?
- Il ruolo del web nel mondo dell’arte
- Progetti importanti per il futuro
- Sogno nel cassetto
- Ricetta salva/crisi
- Una tua confessione (quello che nessuno sa di te)
RISPOSTE
Certo mio caro!- Alberto Agazzani, 43 anni, critico d'arte e curatore di professione, vicepresidente dell'Accademia di Belle arti di Bologna per dedizione, e cuoco per vocazione.
- Non saprei da che parte cominciare... In questi giorni sto catalogando i miei quasi vent'anni di attività e vedendo quanto ho scritto e prodotto mi sono stupito e disorientato. A questa domanda dovreste rispondere voi: io ho amato moltissimo tutto quello che ho fatto, gli artisti che ho scoperto e sostenuto, le mostre che ho realizzato... Ed è stata davvero una gran mole di lavoro. L'unica amarezza è data dall'irriconoscenza e dal plagio. Dal mio lavoro hanno attinto in tanti ed in tanti se ne sono approfittati. Ma tant'è... Per chi sa scavare un pozzo non è un problema se ti rubano l'acqua: ci sarà sempre un altro pozzo da scavare ed altra acqua da far sgorgare!
- La generosità, la sincerità e l'onestà.
- La generosità, la sincerità e l'onestà. E l'intolleranza verso la volgarità, la stupidità, il relativismo, l'ingiustizia e la disonestà (anche intellettuale).
- A livello internazionale Jean Clair, Robert Hughes e Barbara Rose. In Italia decisamente Claudio Spadoni, rigoroso, coraggioso, luminoso. Stimo molto anche Marco Vallora, anche se ultimamente si è caduto un po' in contraddizione. E poi anche altri, come Lorenzo Canova, Beatrice Buscaroli. In generale ammiro l'indipendenza, l'onestà intellettuale, il coraggio e l'autonomia.
- Il peggiore è di gran lunga Vittorio Sgarbi, uno dei principale protagonisti del baratro nel quale si è trovata l'arte italiana: ripete da trent'anni le stesse cose ed capace solo di predicare bene e razzolare peggio, contribuendo ad alimentare un concetto d'arte diversamente poggiante sugli stessi pseudovalori perversi e letali che intende combattere, degni più del meretricio che del far arte: denaro, volgare popolarità (la fama è tutt'altro), presenziassimo, chiassoso scalpore, insulti, servilismo. Poi "mi" ha rubato e distrutto troppe idee e troppe scoperte (artisti): un elenco infinito, dal concept dell'attuale Biennale (in tutto e per tutto identico a quello del Premio Rimini del 2009) in giù. In generale non apprezzo l'improvvisazione dilagante di chi vuol fare ciò che non sa fare: artisti, giornalisti, galleristi o anche critici che s'improvvisano curatori e viceversa (si tratta professioni molto differenti fra loro e non facilmente improvvisabili). E il dilettantismo di chi realizza tante mostre assolutamente inutili, distruttive, distruttive, markettose e insensate, stile Sgarbi per intenderci, col solo scopo di acquistare visibilità, popolarità e magari denaro. E ce ne sono tanti, troppi. Un critico d'arte ed un curatore devono partire da un'ideologia personale, autonoma e mai negoziabile, non dall'obiettivo di diventare ricchi, popolari e potenti. Quello si chiama, nuovamente, meretricio.
- Non saprei: ce ne sono tanti diversamente interessanti. Farei torto a qualcuno se mi sbilanciassi a far nomi. E poi la geografia espressiva dell'arte e degli artisti d'oggi è velocemente mutevole. Ho conosciuto e aiutato tanti giovani artisti dal talento formidabile, ma che si sono facilmente corrotti dal meretricio. In generale amo e ammiro l'artista che antepone la propria espressività a tutto e non cede alle sirene del bordello. Un esempio per tutti è Paul Beel: solitario, silenzioso, durissimo, capace di azioni apparentemente autodistruttive pur di difendere la propria libertà e la propria espressività. Ed infatti che pittore! Ma non è l'unico. Di contro diffido molto dei presenziasti, di chi crede che il presenziassimo sia automatica certificazione di qualità. Amo chi sa dire di "no". Anche a costo di esserne il destinatario.
- La Galleria Russo di Roma e Milano, il MAR di Ravenna. In generale anche quelle gallerie che non pensano solo al mercato e quelle istituzioni che promuovono l'arte prima ancora che loro stesse.
- Ciò che rimane della Galleria Forni e l'inutile stipendificio MaGA di Gallarate. In generale chi fa mercatone e mercatino e pratica il meretricio.
- Non ho capito la domanda
- Il web è un'arma a doppio taglio. Molto utile per comunicare ma troppo democratica: ai cretini, agli squilibrati ed agli ignoranti ne andrebbe impedìto l'utilizzo. Sono anche qui profondamente antidemocratico.
- Sempre troppi e tutti egualmente importanti. Per me non esistono progetti di serie A e di serie B. Quando m'impegno lo faccio sempre mettendoci tutto me stesso. Il che forse a volte può non bastare, ma tant'è. E comunque non lo direi: i parassiti ed i ladri sono sempre in agguato e, come Balenciaga e Givenchy, ho imparato ad annunciarli a fatto compiuto. Posso solo dire che sarà un 2012 molto intenso e impegnativo, con una serie di mostre, soprattutto pubbliche, che non vedo l'ora di realizzare.
- Una silenziosa casetta su un'isola greca, vicino al mare, con una grande cucina, un Golden Retriever, i miei gatti, un orticello ed un giardino. Tanti libri e tanta musica.
- Lavorare, lavorare, lavorare. E capire che non si tratta di una crisi, ma di un nuovo assetto del mondo.
- Sono un sincero impenitente ed impertinente. Il che porta quasi sempre a non essere creduto! E sono altrettanto impenitentemente e impertinentemente single: adoro alla follia la libertà della solitudine, coltivando quello che Baudelaire chiamava "l'aristocratico piacere di non piacere". Almeno ad ogni costo!
- Non saprei da che parte cominciare... In questi giorni sto catalogando i miei quasi vent'anni di attività e vedendo quanto ho scritto e prodotto mi sono stupito e disorientato. A questa domanda dovreste rispondere voi: io ho amato moltissimo tutto quello che ho fatto, gli artisti che ho scoperto e sostenuto, le mostre che ho realizzato... Ed è stata davvero una gran mole di lavoro. L'unica amarezza è data dall'irriconoscenza e dal plagio. Dal mio lavoro hanno attinto in tanti ed in tanti se ne sono approfittati. Ma tant'è... Per chi sa scavare un pozzo non è un problema se ti rubano l'acqua: ci sarà sempre un altro pozzo da scavare ed altra acqua da far sgorgare!
- La generosità, la sincerità e l'onestà.
- La generosità, la sincerità e l'onestà. E l'intolleranza verso la volgarità, la stupidità, il relativismo, l'ingiustizia e la disonestà (anche intellettuale).
- A livello internazionale Jean Clair, Robert Hughes e Barbara Rose. In Italia decisamente Claudio Spadoni, rigoroso, coraggioso, luminoso. Stimo molto anche Marco Vallora, anche se ultimamente si è caduto un po' in contraddizione. E poi anche altri, come Lorenzo Canova, Beatrice Buscaroli. In generale ammiro l'indipendenza, l'onestà intellettuale, il coraggio e l'autonomia.
- Il peggiore è di gran lunga Vittorio Sgarbi, uno dei principale protagonisti del baratro nel quale si è trovata l'arte italiana: ripete da trent'anni le stesse cose ed capace solo di predicare bene e razzolare peggio, contribuendo ad alimentare un concetto d'arte diversamente poggiante sugli stessi pseudovalori perversi e letali che intende combattere, degni più del meretricio che del far arte: denaro, volgare popolarità (la fama è tutt'altro), presenziassimo, chiassoso scalpore, insulti, servilismo. Poi "mi" ha rubato e distrutto troppe idee e troppe scoperte (artisti): un elenco infinito, dal concept dell'attuale Biennale (in tutto e per tutto identico a quello del Premio Rimini del 2009) in giù. In generale non apprezzo l'improvvisazione dilagante di chi vuol fare ciò che non sa fare: artisti, giornalisti, galleristi o anche critici che s'improvvisano curatori e viceversa (si tratta professioni molto differenti fra loro e non facilmente improvvisabili). E il dilettantismo di chi realizza tante mostre assolutamente inutili, distruttive, distruttive, markettose e insensate, stile Sgarbi per intenderci, col solo scopo di acquistare visibilità, popolarità e magari denaro. E ce ne sono tanti, troppi. Un critico d'arte ed un curatore devono partire da un'ideologia personale, autonoma e mai negoziabile, non dall'obiettivo di diventare ricchi, popolari e potenti. Quello si chiama, nuovamente, meretricio.
- Non saprei: ce ne sono tanti diversamente interessanti. Farei torto a qualcuno se mi sbilanciassi a far nomi. E poi la geografia espressiva dell'arte e degli artisti d'oggi è velocemente mutevole. Ho conosciuto e aiutato tanti giovani artisti dal talento formidabile, ma che si sono facilmente corrotti dal meretricio. In generale amo e ammiro l'artista che antepone la propria espressività a tutto e non cede alle sirene del bordello. Un esempio per tutti è Paul Beel: solitario, silenzioso, durissimo, capace di azioni apparentemente autodistruttive pur di difendere la propria libertà e la propria espressività. Ed infatti che pittore! Ma non è l'unico. Di contro diffido molto dei presenziasti, di chi crede che il presenziassimo sia automatica certificazione di qualità. Amo chi sa dire di "no". Anche a costo di esserne il destinatario.
- La Galleria Russo di Roma e Milano, il MAR di Ravenna. In generale anche quelle gallerie che non pensano solo al mercato e quelle istituzioni che promuovono l'arte prima ancora che loro stesse.
- Ciò che rimane della Galleria Forni e l'inutile stipendificio MaGA di Gallarate. In generale chi fa mercatone e mercatino e pratica il meretricio.
- Non ho capito la domanda
- Il web è un'arma a doppio taglio. Molto utile per comunicare ma troppo democratica: ai cretini, agli squilibrati ed agli ignoranti ne andrebbe impedìto l'utilizzo. Sono anche qui profondamente antidemocratico.
- Sempre troppi e tutti egualmente importanti. Per me non esistono progetti di serie A e di serie B. Quando m'impegno lo faccio sempre mettendoci tutto me stesso. Il che forse a volte può non bastare, ma tant'è. E comunque non lo direi: i parassiti ed i ladri sono sempre in agguato e, come Balenciaga e Givenchy, ho imparato ad annunciarli a fatto compiuto. Posso solo dire che sarà un 2012 molto intenso e impegnativo, con una serie di mostre, soprattutto pubbliche, che non vedo l'ora di realizzare.
- Una silenziosa casetta su un'isola greca, vicino al mare, con una grande cucina, un Golden Retriever, i miei gatti, un orticello ed un giardino. Tanti libri e tanta musica.
- Lavorare, lavorare, lavorare. E capire che non si tratta di una crisi, ma di un nuovo assetto del mondo.
- Sono un sincero impenitente ed impertinente. Il che porta quasi sempre a non essere creduto! E sono altrettanto impenitentemente e impertinentemente single: adoro alla follia la libertà della solitudine, coltivando quello che Baudelaire chiamava "l'aristocratico piacere di non piacere". Almeno ad ogni costo!
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Azz mi sono scappati un paio di refusi, uno dei quali capitale: "E il dilettantismo di chi realizza tante mostre assolutamente inutili, DISTRATTIVE, distruttive, markettose e insensate, stile Sgarbi per intenderci, col solo scopo di acquistare visibilità, popolarità e magari denaro".
RispondiEliminaUn altro identikit del critico e dell'artista inutile che avrei voluto disegnare riguarda quei poveri di cerebro e di carattere che furbescamente vivono di rendite altrui, scimmiottando ridicolmente scelte e stili inevitabilmente inarrivabili (da Bacon, Freud, Richter e Nerdrum in giù, o i finti Testori della situazione), razziando dall'altrui lavoro. Ed i "becchini", ossia coloro che raccolgono gli scarti altrui... Riguardo la critica d'arte vi pongo una domanda: pur nelle rispettabili e sanamente inevitabili differenze, quanti negli ultimi decenni hanno davvero scoperto e promosso nuovi talenti e quanti hanno manifestato una personalità ideologica davvero originale, rigorosa e riconoscibile?
RispondiEliminaNon mi pare elegante citare chi non si stima.
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