Leggo su Exibart (http://www.exibart.com) questa notizia a proposito di una delle oasi più belle di Milano: Idroscalo.
Idroscalo Sculpture park. Milano sulla rampa di lancio per Expo cerca
il riscatto per il suo specchio d'acqua. A partire dall'arte
L'Idroscalo, la spiaggia dei milanesi. Lo specchio d'acqua non
balneabile che si stende tra Segrate e l'aeroporto di Linate diventerà,
in vista di Expo 2015, anche il nuovo parco dell'arte della città. Anzi,
il parco delle sculture, se proprio vogliamo essere precisi. In un
profluvio di complimenti e ringraziamenti, stamattina il Presidente
della Provincia Guido Podestà, con il Vice Presidente e Assessore alla
Cultura della Provincia di Milano, Umberto Novo Maerna, e i Presidenti
della Fondazione Banca del Monte Aldo Poli e del comitato scientifico
per la nuova vita "artistica” dell'Idroscalo, Flavio Arensi, si sono
presentate le prime venti opere del percorso. A dir la verità alcune
erano qui da diverso tempo, ma solo recentemente sono state accorpate in
questo progetto più ampio, che Podestà non ha esitato a definire
«straordinario» non solo per la quantità di persone che potranno
visitarlo annualmente (il pubblico del parco è stimato a circa un
milione di presenze) ma anche un «miracolo» realizzato in epoca di crisi
conclamata, dove le province, comuni e regioni tagliano tutto e di più.
Eppure l'Idroscalo, seguendo sempre le parole del Presidente, da questo
momento in poi sarà candidato a divenire il terreno sul quale piantare
l'arte (nel vero senso della parola) insieme all'agonismo sportivo e al
tempo libero. Un parco multi-disciplinare verrebbe da dire, «perfetto
per ospitare i Sette Savi di
Fausto Melotti, ristrutturati e ora a Malpensa. Perfetto anche per I
visitatori che arriveranno in occasione di Expo, a cui Milano deve
offrire un vasto programma culturale, anche per permettere soste più
lunghe: con un solo giorno di permanenza in più, per ogni turista, si
potranno coprire un terzo delle spese sostenute per l'Esposizione
Universale» spiega Podestà. Bello, Bellissimo, viene da dire.
Anche perché si parla di giovani, di abbinare i Maestri alle nuove
promesse, di «portare avanti la cultura del fare – dice Maerna -
l'entusiasmo, il credere in obiettivi precisi, in una nuova ricchezza».
Peccato che questi giovani però si vedano solo nel comitato scientifico
under 40, composto appunto da Arensi, da Lorenzo Respi -ex conservatore e
curatore alla Fondazione Pomodoro- e Alberto Zanchetta, direttore del
MAC di Lissone, che hanno lavorato in una sincronia tra Provincia e
Permanente cercando, come spiega il Presidente «di portare contributi
culturali in questo Expo dove ancora si sente poco parlare di arte».
Ma veniamo alle opere: venti in tutto, di cui un paio di sculture
di Giuseppe Maraniello, tre pezzi "da piedistallo” di Augusto Perez, due
opere di Paolo Delle Monache e poi, in ordine sparso, Grazia Varisco,
Mauro Staccioli, Giacomo Manzù, un Grande Nuotatore
di Luciano Minguzzi che sarà installato prossimamente in acqua e poi
Patrizia Guerresi, Medhat Shafik, Alex Corno, Nada Pivetta e Piergiorgo
Colombara, tra gli altri.
«Un parco per una cultura aperta e libera» conclude Maerna. Un
parco dove però sembrano mancare tanti nomi, non solo italiani ma anche
milanesi (visto che il punto di partenza in molti casi è anche
l'identità lombarda o nazionale), e dove forse i "giovani” saranno
necessari per "movimentare” un poco quello che sembra, parafrasando il
titolo del celebre saggio di Arturo Martini "La scultura lingua morta”,
un percorso difficilmente appettibile per gli interessati del
contemporaneo. Che non si fermeranno un giorno in più a Milano.
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