L'età avanza e non mi è d'aiuto quando devo ricordare il luoghi... vabbeh... Ricordo comunque, di essere stato colpito quando mi sono imbattuto la prima volta con l'opera di questo originale artista. Mi piace molto "la conquista dello spazio" di questo giovane.
a cura di Lorenzo Canova
Sabato 25 settembre, la galleria GiaMaArt studio presenta “onde di luce” la nuova personale di Maurizio Cariati che raccoglie un ciclo di opere recentissime dove la pittura di ritratto si sposa in modo innovativo con una visione con le ricerche spaziali e ambientali dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento. Cariati, infatti, lavora da tempo sulla fusione tra una pittura rigorosamente dedicata alla rappresentazione del volto declinata con una forte attenzione alla qualità pittorica e figurativa e l’utilizzo dell’estroflessione che dai Gobbi di Burri in poi è diventato una sorta di codice della presa di possesso dello spazio dello spettatore, della rottura del limite del supporto da parte di un’opera d’arte che sconfina verso i nuovi territori, in quel legame tra vita e arte già teorizzato e portato avanti dal Futurismo. In questo senso anche la scelta di Cariati di usare la juta grezza come supporto dei suoi dipinti rappresenta una scelta in linea con Burri e con le ricerche che lo hanno seguito, un elemento materico che vuole dare maggiore forza plastica a una pittura in dialogo con lo spazio.
In questo modo la nuova pittura iconica mostra la sua consapevolezza di ricerche che l’hanno preceduta e che solo apparentemente sono opposte alle sue finalità e la volontà di un giovane artista, in linea con le parallele espressioni di molti suoi coetanei in tutto il mondo, di servirsi di codici, di risultati e di riferimenti multipli per dare un più articolato e complesso senso alla sua opera.
Le immagini di Cariati ottengono pertanto una valenza doppia: sono uno studio sul volto, la psicologia, l’espressione e allo stesso tempo sono un’indagine sulla luce, sulle rifrazioni e sulle vibrazioni del colore in dialettica con il fondo scuro delle opere e con la luce dell’ambiente che le contiene, in una nuova declinazione del fare pittorico che travalica i suoi precedenti termini per raggiungere una nuova e più intensa dimensione installativa.
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MAURIZIO CARIATI “waves of light”
cured by Lorenzo Canova
Saturday, 25th September, the GiaMaArt studio gallery presents “waves of light”, the new personal exhibition by Maurizio Cariati. This exhibition brings together a cycle of recent works where portrait painting merges in an innovative style with the vision of research on space and environment underlying international and Italian art of the second half of the 20th Century. Cariati, in fact, has been working over time on the fusion between art which has been rigorously dedicated to the presentation of the face paying great attention to the pictorial and figurative quality using extroversion which, since Burri’s Gobbi, has become a sort of code for taking possession of the spectator’s space . In so doing it breaks the limits of support coming from art delving towards new territories, in that intrinsic relationship between life and art already theorized and supported by Futurism. In this sense, even Cariati’s choice to use raw jute as a support for his paintings represents a choice in line with Burri and with the research that has followed, a material element that wants to give a greater plastic force to a type of art maintaining a dialogue with space.
In this way, the new iconic painting shows its awareness of research that has preceded it and that is only apparently opposed to its finality. Here we have the will of a young artist in line with the parallel expressions of a lot of his contemporaries worldwide making use of codes, results and multiple references to give a more articulated and complex sense to his work.
Cariati’s images gain a double valency: they are a study of the face, psychology, expression and at the same time an investigation into light: the refractions and the vibrations of colour juxtaposed with the dark background and the surrounding light of the environment in a new declination of how painting is presented breaking through its preceding terms to reach a new and more intense dimension of installation.
25 settembre alle ore 19.30 - 25 dicembre alle ore 21.00
GiaMaArt studio
Iadonisi 14
Vitulano, Italy
LA SOLITA TROVATA nulla da dire mi dispiace la contemporaneita Italiana ci rende deboli al mondo, son pochi davvero gli artisti che presentano un lavoro forte e potente fra questi Yan Pei Ming, Roccasalva, Vanessa Beecroft, Tassinari, Bombaci ecc ecc il resto inutili trovate
RispondiEliminaMarc
Ciao Marc,
RispondiEliminacondivido il fatto che l'arte contemporanea italiana sia debole agli occhi del mondo. Però, quello che rende debole il tutto, non sono certo gli artisti, ma il sistema (al quale anch'io appartengo) fatto di poca cultura, di molti interessi, di un sistema fiscale obsoleto, di uno stato (e qui metto dentro anche molte istituzioni sia pubbliche che private) completamente latitante, un costume critico/curatoriale esclusivamente prezzolato ed infine un pubblico impreparato.
Sono convinto che solo diffondendo sempre più l'arte in tutte le sue forme ed espressioni si potrà un giorno ottenere qualche risultato in più!
p.s. nel mio piccolo ci provo, la riprova è questo blog... potrei parlare esclusivamente degli artisti appartengono alla proposta abituale della mia galleria, che mi interessano per fini commerciali... ma come vedi sono più i nomi di artisti dei quali non ho mai trattato
un'opera. Infine, una domanda, hai mai visto un opera di questo artista dal vero, prima di definirlo "una inutile trovata?