RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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lunedì 12 settembre 2011

Chi muove l'arte: Carta d'identità di... Clarissa Tempestini


Clarissa Tempestini

DOMANDE

  • Generalità (nome, cognome, età, professione ect.)
  • Collaborazioni (principali collaborazioni, mostre ect.)
  • Il tuo miglior pregio
  • Il tuo peggior difetto
  • Qual è il collega che stimi di più?
  • E quello che ritieni meno interessante?
  • Fammi tre nomi di artisti che ritieni in questo momento fra i più interessati
  • La galleria, il museo o l’istituzione al top della tua classifica personale?
  • Ed il fanalino di coda?
  • Moderno o contemporaneo?
  • Il ruolo del web nel mondo dell’arte
  • Progetti importanti per il futuro
  • Sogno nel cassetto
  • Ricetta salva/crisi
  • Una tua confessione (quello che nessuno sa di te)
RISPOSTE


Clarissa Tempestini, 26 anni, nata a Livorno, vivo tra Berlino e Milano.
Giornalista freelance, scrittrice, curatrice presso Abnormals Gallery Berlin/Poznan, per Sourmilk Art Gallery e indipendente. Al momento sto collaborando con Mousse Magazine.

L’ironia, (quando gli altri la capiscono), l’irrequietezza mentale e fisica.

L’ironia (quando gli altri non la capiscono), l’indecisione.

Gianluca Marziani, Cesare Pietroiusti, Hans Ulrich Obrist … Chiunque faccia questo lavoro con eccentrica stravanganza e senza presunzione.

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere (magari te lo dico in privato!)

Solo tre?! Proviamo.
Olafur Elliason, Max Papeschi, Jeff Wall.
Non posso aggiungerne altri!?

Ogni mia risposta alle tue domande inizierebbe con un “Non è facile risponderti…” o con un elenco di nomi, che sicuramente vorrei aggiornare e cambiare ogni mese. Non ho il dono della sintesi!
Comunque, parlando di grandi istituzioni, i posti che mi tolgono qualche battito sono il C/O Berlin e la Tate Modern.

Tutti quelli che creano ed alimentano l’astruso muro di incomprensione nel dialogo tra l’arte contemporanea e le persone. L’arte deve parlare al mondo, sempre usando il suo linguaggio, ma non deve essere ostinatamente oscura e fumosa. Non può isolarsi in un angolo di ermetismo, sennò finirà col diventare autistica.

Attuale. “This is so contemporary, contemporary, contemporary!” (Grazie Tino Sehgal!)

Ha un ruolo vitale come in tutti gli altri campi, soprattutto nella comunicazione che un’artista fa di sé. Mi sembra però che, nonostante il potenziale, non abbiamo ancora capito bene cosa farci, se usarlo come strumento o mezzo. E’ sicuramente un alleato in più, ma le mostre, le opere, i quadri, le fotografie, le performance, vanno viste dal vivo, vanno sentite sugli occhi e sulla pelle.

Non si dicono per scaramanzia, ma nessuno di questi sarà artistico.

Un libro, anche due. E New York.

Non so, forse davanti all’infinito caos del mondo la cosa migliore che un uomo possa fare è abbottonarsi la giacca con dignità, parafrasando Musil. E forse mettersi ad imparare il cinese.
Non ho mai mangiato il cacciucco. E, per una livornese, questo è davvero inaccettabile…


Per vedere le altre "Carte di Identità....
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