RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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lunedì 13 agosto 2012

VIII Giornata del Contemporaneo AMACI


AMACI ha scelto il 6 ottobre 2012 per il grande evento dedicato all’arte contemporanea  e al suo pubblico: la Giornata del Contemporaneo, quest’anno alla sua Ottava edizione.
Con l’edizione 2012, AMACI si propone di incrementare il numero degli aderenti e di potenziare l’azione locale dell’Associazione e dei Musei associati, al fine di incentivare lo sviluppo del tessuto culturale territoriale.
Porte aperte gratuitamente in ogni angolo del Paese, per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che regalerà al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea.

Anche quest’anno, la Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, accanto alle più importanti istituzioni italiane, rinnova il suo sostegno ad AMACI, all’Ottava Giornata del Contemporaneo e a tutti i suoi eventi.
Da questa edizione, la possibilità di aderire alla Giornata del Contemporaneo per gli enti interessati è offerta tramite il nuovo sito internet di AMACI, attivo dal mese di giugno 2012: gli aderenti possono caricare autonomamente i propri dati e il programma delle manifestazioni promosse dopo essersi registrati al sito AMACI.

Self-portrait as Antinous Loving Emperor Hadrian, l’immagine scelta da Francesco Vezzoli
come simbolo dell’Ottava Giornata del Contemporaneo, racchiude i ritratti dell’imperatore
Adriano - scultura del II sec. d.C - e del giovane Antinoo - autoritratto in marmo bianco di
Carrara dell’artista stesso. Adriano, dai lineamenti spianati e dal volto consumato dall’erosione
dei secoli, guarda fissamente, quasi assorto, il volto ben delineato e dolcemente reclinato del
bellissimo Antinoo. Una linea sottile e potente lega lo sguardo di Antinoo a quello dell’imperatore,
lontano secoli nel tempo, ma vicino e vivo per l’energia con cui la storia, l’amore e l’arte ancora
risuonano. Antinoo morì che non aveva vent’anni, cadendo nel sacro fiume Nilo, immolando
giovinezza e bellezza al suo Adriano e diventando così una divinità. Ed ecco che ancora sono
vivi, quell’amore e quel sacrificio, nell’opera di Francesco Vezzoli, che qui è totalmente
contemporaneo nel gesto dell’accostare il già esistente con la propria opera - unendo con un
ideale filo rosso passato e presente - ed è profondamente classico nel potere evocativo che da
questo gesto sprigiona.
Adriano e Antinoo. Faccia a faccia, quasi guancia a guancia grazie al gesto di un artista di oggi
che si avvicina al lavoro di un artista di ieri, proiettandolo con un nuovo senso nel futuro. Adriano
volle che il mondo conosciuto fosse colmo di ritratti di Antinoo, che le città gli fossero intitolate,
che tutti lo celebrassero, che il suo nome continuasse a risuonare nelle voci, perché lui potesse
continuare a vivere. È questo il messaggio, la supplica quasi, che Francesco Vezzoli raccoglie in
questa immagine. Adriano è vivo e, soprattutto, Antinoo è vivo, vicino al suo mentore, al suo
imperatore.
L’artista è Antinoo, amante e amato, opera d’arte per il solo fatto d’essere vissuto, ma è anche
l’imperatore, che trasforma in dio, e quindi in opera d’arte, il suo amore. Self-portrait as
Antinous Loving Emperor Hadrian è dunque un inno alla memoria, un gioco di specchi e di
rimandi fra lo sguardo dell’artista, quello dei suoi personaggi e il nostro, tutti messi in scena dalla
semplice classicità di un gesto che ravviva la forza dell’antica metafora, spingendola nel futuro.
Prosegue dunque con successo il progetto di affidare a un artista italiano di fama
internazionale la creazione dell’immagine guida della Giornata del Contemporaneo, che
negli anni scorsi ha visto coinvolti Michelangelo Pistoletto nel 2006, Maurizio Cattelan nel
2007, Paola Pivi nel 2008, Luigi Ontani nel 2009, Stefano Arienti nel 2010 e Giulio Paolini nel
2011.

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