Agenore Fabbri da Stefano Cortina a Milano, per imparare qualcosa sulla scultura...
Agenore Fabbri. Il dramma e la speranza
Associazio ne Culturale Renzo Cortina , Milano , Via Mac Mahon 14/7
martedì 2 ottobre 2012 ore 18'00
Agenore Fabbri (Pistoia, 1911 – Savona,
1998) è uno degli scultori più importanti del ‘900 italiano. Dopo aver
frequentato gli studi artistici a Pistoia e a Firenze, nel 1930 inizia
la sua attività artistica, con la modellazione e dopo pochi anni assume
il ruolo di operaio modellista di ceramiche in Albisola, luogo che
diventerà noto a livello internazionale per questa forma d’arte. Ad
Albisola lavorerà per quasi vent’anni. Dalla metà degli anni ’30 inizia a
esporre in importanti mostre in Italia e all’es
tero (New York e Filadelfia).
Dal 1962 si trasferisce a Milano. La sua ricerca è narrativa, con accenti espressionisti molto drammatici, ma anche con un ricordo della tradizione popolare toscana. La sua scultura è spessa lacerata, strappata, martoriata, con inserimenti cromatici che accentuano una tragicità esistenziale ancor più evidente negli anni del dopoguerra. Violenza e lotta di sopravvivenza, lotta e scontro caratterizzeranno per diverso tempo la sua produzione. Ma, verso la fine della vita, Fabbri ritorna a sperare, con opere in cui pare attenuarsi la tensione drammatica in favore di un’evocazione poetica più marcata.
Tra i suoi lavori più famosi ricordiamo: il monumento alla resistenza in Piazza Martiri della Libertà a Savona e il bassorilievo in ceramica “Battaglia” custodito presso il Museo “Manlio Trucco” di Albisola Superiore.
La rassegna presenta un breve excursus antologico con sculture e dipinti dalla fine degli anni ’60 sino agli ultimi lavori degli anni ’90.
Catalogo in galleria con testo critico di Flaminio Gualdoni e un’intervista di Susanne Capolongo, Cortina Arte Edizioni
Dal 1962 si trasferisce a Milano. La sua ricerca è narrativa, con accenti espressionisti molto drammatici, ma anche con un ricordo della tradizione popolare toscana. La sua scultura è spessa lacerata, strappata, martoriata, con inserimenti cromatici che accentuano una tragicità esistenziale ancor più evidente negli anni del dopoguerra. Violenza e lotta di sopravvivenza, lotta e scontro caratterizzeranno per diverso tempo la sua produzione. Ma, verso la fine della vita, Fabbri ritorna a sperare, con opere in cui pare attenuarsi la tensione drammatica in favore di un’evocazione poetica più marcata.
Tra i suoi lavori più famosi ricordiamo: il monumento alla resistenza in Piazza Martiri della Libertà a Savona e il bassorilievo in ceramica “Battaglia” custodito presso il Museo “Manlio Trucco” di Albisola Superiore.
La rassegna presenta un breve excursus antologico con sculture e dipinti dalla fine degli anni ’60 sino agli ultimi lavori degli anni ’90.
Catalogo in galleria con testo critico di Flaminio Gualdoni e un’intervista di Susanne Capolongo, Cortina Arte Edizioni
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