Pensieri, parole, opere ed ammissioni dal mio mondo dell'arte
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!
sabato 15 settembre 2012
Una giornata al Man...
Innanzi tutto una premessa: considero il MAN ( www.museoman.it/ ) una delle realtà museali fra le più interessanti che ci siano oggi in Italia.
Ed anche il nuovo direttore, Lorenzo Giusto, mi piace. Nonostante abbia un compito arduo da sostenere: sostituire una direttrice, Cristiana Collu (oggi alla guida del Mart (www.mart.trento.it ), che ha decisamente lasciato un segno importante, senza grandi risorse economiche visti i tempi di magra.
Ma torniamo alla mia visita.
La mostra in corso, "CRATTERI EREDITARI" (vedi il post: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2012/07/al-man-di-nuoro-caratteri-ereditari-e.html ), mi è piaciuta. In particolar modo le opere di Roberto Fanari che gia conoscevo, e i lavori di Fabiola Ledda, che invece si sono rilevati una piacevole scoperta.
In realtà, però, la mia "gita" a Nuoro, è stata programmata per seguire l'incontro, del quale già avevo accennato qualcosa nei giorni scorsi (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2012/09/domani-al-man.html). Un dibattito assolutamente interessante che ha fornito agli astanti molti spunti di riflessione.
La cosa più evidente che è emersa dal confronto è questa: la Sardegna si dimostra assulutamente una delle realtà più interessanti e frizzanti da un punto di vista culturale, con persone e personaggi di grande spessore, che promuovono e propongono innovazione, tradizione e qualità a tutti i livelli, dal giovane collettivo alle fondazioni, dalle realtà museali come il Man alle associazioni.
Quello che manca è il collezionismo privato, che come sempre è il carburante per poter muovere ogni cosa, visto che il contributo pubblico è da tempo esaurito.
Cosa fare allora per trovare risorse? A questo quesito come spesso accade non c'è risposta. Ci sono idee, proposte ma in concreto manca la spinta propulsiva che porti linfa e risorse all'industria culturale.
Una soluzione, banale ed elementare, potrebbe essere una azione collettiva di avvicinamento propedeutico alle arti.
Organizzando corsi e dibattiti per formare nuovi collezionisti. Partendo dall'ABC, guidando i partecipanti alla lettura delle opere facendo proprio delle brevi "lezioni sul perchè e sul per come" un artista arriva a determinate conclusioni espressive e perchè utilizza certe soluzioni tecniche.
Il collezionismo si forma istruendolo, formandolo, educandolo e questo costa molto in termini energetici e fisici, ma vi posso assicurare che i risultati si ottengono. Troppo spesso noi "adetti al settore" diamo per scontate troppo cose e questo porta un allontanamento del pubblico. Coloro che sono incuriositi dal nostro mondo spesso sono frenati e non ci entrano perchè si sentono ignoranti. E lo sono di fatto, nel senso più buono del termine. A volte assisto ad eventi dove le persone intervenute sono completamente al di fuori di quello che viene proposto e non sanno come interagire. E' un po' come se invitassi alla lettura di Tolstoj un bambino di prima elementare o come se fornissi un telefonino di ultimissima generazione a colui che fino ad ora a usato il piccione viaggiatore.
Pardendo dalla base risulta più facile scalare la piramide. Pardendo dalla cima si rischia solo di cadere....
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