RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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martedì 11 settembre 2012

Dal Blog di Antonella Colaninno... da leggere!!!

Sul Blog di Antonella Colaninno, raffinata critica d'arte, ( http://antonellacolaninnoarte.blogspot.it/ ) trovo un articolo estremamente interessante sulla situazione dell'economia dell'arte italiana.

Ho deciso quindi di riproporlo qui di seguito anche se il mio consiglio è quello di mettere fra i "favoriti" l'intero blog e leggerlo sempre con attenzione. 
Una voce indipendente, obbiettiva ed assolutamente libera!


QUALI PROSPETTIVE PER IL MERCATO DELL’ARTE INVESTIRE IN TEMPO DI CRISI


E’ sempre più difficile parlare di investimenti in un momento così delicato come quello attuale, soprattutto quando ad investire sono i collezionisti. Secondo le statistiche elaborate da Nomisma sui dati rilevati dal Giornale dell’Arte e da ArtEconomy24, il fatturato delle sette case d’asta italiane più importanti sarebbe sceso del 2,0%, mentre il numero delle aste si sarebbe ridotto ad una percentuale del -8,6%. Dalle 76 aste del 2010 si è passati alle 70 del 2011, così come il fatturato è sceso da 117,63 milioni di euro del 2010, ai 115,19 milioni di euro del 2011. La maggiore percentuale di vendite spetta a Christie’s italia seguita dalla Meeting Art, dalla Farsettiarte, dalla Sotheby’s Italia, dalla Porro, dalla Pandolfini ed infine, dalla Wannanes nonostante si prevedono licenziamenti per le filiali italiane di Sotheby’s e Christie’s mentre risale allo scorso marzo la notizia del fallimento di Finarte per un buco di 11 milioni di euro. Sempre secondo le statistiche rilevate dal Nomisma risulta che il giro d’affari complessivo dell’arte in Italia ammonta a quasi 1,4 miliardi di euro di cui il 43% riguarderebbe l’arte moderna e contemporanea, con una posizione di vantaggio del contemporaneo sull’arte moderna. C’è da dire però, che le scelte sul mercato internazionale privilegiano l’investimento in arte a quello in azioni e che il settore contemporaneo tiene eccezionalmente il passo alla leadership dell’oro. Per quanto riguarda le scelte del collezionista si assiste ad un ridimensionamento di gusto e di valore di mercato rispetto ad artisti come Jeff Koons, Damien Hirst, Takashi Murakami e Richard Prince che avevano raggiunto quotazioni vertiginose solo fino a qualche anno fa. Secondo quanto sostiene ARTEFIERA ART FIRST, fiera internazionale di arte contemporanea di Bologna svoltasi dal 27 al 30 gennaio (la più importante mostra-mercato italiana di arte moderna e contemporanea e tra le più accreditate in Europa), la scena italiana ha visto affermarsi artisti come Domenico Gnoli. “Busto femminile di dorso” è stato acquistato in ottobre da Christie’s a Londra alla cifra record di 2,3 milioni di sterline (3,5 milioni di euro) superando le 500/700 mila sterline previste. Sempre in ottobre a Londra sono state battute all’asta le opere degli artisti italiani del dopoguerra. Una "Combustione di legno” (1957) di Alberto Burri ha raggiunto la cifra di 3,1 milioni di sterline (4,8 milioni di euro), mentre un “Achrome” di Piero Manzoni è stato aggiudicato a 3,2 milioni di sterline (4,9 milioni di euro). Stabile Lucio Fontana (i cui “Tagli”si aggirano tra 1,4 e 1,2 milioni di euro) ed Enrico Castellani; un “Senza titolo” (1963) proveniente dal North Carolina Museum of Art è stato venduto a Milano da Christie’s per 227 mila euro, mentre una "Superficie bianca" del 1967 ha sfiorato la cifra di 504 mila euro. Si rivaluta anche l’Arte Povera con Michelangelo Pistoletto che in ottobre da Sotheby’s a Londra è stato battuto per 553 mila sterline (850 mila euro) mentre l'opera Piede di Luciano Fabro ha raggiunto la cifra di 277 mila sterline (425 mila euro). I collezionisti americani preferiscono investire su Marino Marini, mentre Giorgio Morandi e Giorgio De Chirico restano i nomi italiani più apprezzati sul mercato internazionale. Una "Natura morta" (1941) di Morandi è stata battuta da Christie’s a Londra a 541 mila sterline (830 mila euro). Per la scultura, le opere di Luigi Ontani sono state aggiudicate lo scorso aprile da Sotheby’s a Milano tra 44 e 46 mila euro. Arte Povera e Transavanguardia, interessante vetrina a Bologna per collezionisti ed estimatori, si pongono all’attenzione nelle aste pubbliche internazionali. Per la Transavanguardia si resta nei limiti del buon investimento con una quotazione di mercato che oscilla tra i 50 e i 200 mila euro. Per un investimento ancora più conveniente, tra i 10 e i 60 mila euro, c’è quello sugli artisti della Pittura Analitica degli anni ’70 e della Nuova Scuola Romana degli anni Ottanta a cifre comprese tra i 5 ed i 20 mila euro. Un'ottima occasione di investimento resta l'arte italiana della prima metà del Novecento dove è possibile fare buoni affari. Il dipinto "Quattro donne" (1938) di Massimo Campigli è stato aggiudicato per 290 mila euro in un'asta di Christie's a Milano lo scorso novembre.

Fonti: Nomisma - ArteFiera ArtFirst
Scritto da Antonella Colaninno


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