10 giovani artisti italiani al Museo Nazionale delle Belle Arti a Cuba!
Orgoglio Nazionale!
Perturbaciones
a cura di Silvia Fabbri
Museo Nacional de Bellas Artes
L'Habana, Cuba
a cura di Silvia Fabbri
Museo Nacional de Bellas Artes
L'Habana, Cuba
dal 28 novembre al 5 dicembre 2012
Silvia Levenson
Florencia Martinez
Svitlana Grebenyuk
Elena Monzo
Anna Muzi
Daniela Cavallo
Ester Grossi
Miriam Secco
Vania Elettra Tam
Karin Andersen
In questa mostra dal titolo significativo, Perturbaciones, che rimanda a un indefinito sentimento di inquietudine e di angoscia, dieci artiste sono state invitate a "raccontare", con i diversi linguaggi della pittura, della fotografia, del disegno, della scultura e dell'installazione, le diverse sfaccettature e gli svariati modi nei quali può palesarsi, inaspettata o prevista, palese o mascherata, la violenza domestica sulla donna. Si tratta di un tema che investe trasversalmente ogni parte della cultura e della società civile, che tuttavia ancora oggi spesso viene ignorato, taciuto o semplicemente passivamente accettato. Sono purtroppo ancora recenti, recentissimi i numeri dei "femminicidi", uno ogni due giorni, anche nei Paesi più sviluppati, che raccontano storie di omicidi e di violenze ignorate negli anni e che spesso non sono denunciate né vengono mai alla luce. Donne vittime di mariti, fratelli e amanti abbandonati ma anche di ancestrali stereotipi culturali che le stringono in una gabbia di sottomissione e passività, manipolate e svilite, e ne condizionano radicalmente azioni e sentimenti.
A cercare di dare voce a questa piaga sociale e a contribuire a rompere archetipi antichissimi, che l'antropologa Marija Gimbutas fa risalire all'origine della storia dell'uomo esemplificandola nel mito della Grande Dea, legata alla natura e alla fertilità, ma detronizzata da invasori portatori di una cultura patriarcale e guerriera, anche nel panorama dell'arte contemporanea sta emergendo con sempre maggiore forza e volontà di denuncia una poetica diffusa, che, pur mantenendo una forte valenza sociale, viene declinata in modi articolati e fatta propria dalle artiste.
Nelle infinite sfaccettature e nelle rielaborazioni riflesse nelle opere emergono quindi letture profondamente differenti, a volte anche discordanti, del mondo femminile, ma legate dal desiderio sotteso ma tenace di denuncia di una cultura a volte distorta e di condizioni sociali drammatiche che spesso, loro malgrado, costringono le donne a diventare vittime o involontarie eroine.
Così una sottile linea di ansietà e turbamento prende le mosse e si sviluppa dalle conturbanti e raffinate sculture in vetro di Silvia Levenson (nata a Buenos Aires, Argentina, nel 1957 ma residente in Italia), che da anni è impegnata sul tema della violenza domestica, come dalle fotografie dai cromatismi acidi e fluorescenti delle nuove madonne di Daniela Cavallo (Ostuni 1982) e dalle inquietanti immagini di perduta serenità domestica stampate su tessuti ricamati e riccamente lavorati di Florencia Martinez (nata a Buenos Aires, Argentina, nel 1957 e anch'essa residente in Italia). Un diffuso senso di sconcerto e inquietudine nasce dalle composizioni dominate da strane maschere dipinte a olio di Anna Muzi (Milano, 1964), dagli spaesanti quadri a campiture piatte in cui si muovono donne solitarie in fuga di Ester Grossi (L'Aquila 1981), e dai monotipi con richiami all'iconografia classica e sacra di Svitlana Grebenyuk (nata a Kiev nel 1979, ma residente a Milano).
Non meno dense di perturbamento sono le figure perennemente in bilico (esistenziale?) di Vania Elettra Tam (Como, 1968), le giovani donne, perse nei loro mondi, di Elena Monzo (Orzinuovi, Brescia, 1981), così come le sorprendenti donne-animale di Karin Andersen (nata a Burghausen, Olanda, nel 1968, ma da anni di stanza in Italia) o le eleganti e lievi donne-pesce di Miriam Secco (Varese 1981).
La mostra avrà luogo durante la XV Settimana della Cultura italiana a Cuba, ed è promossa dall'Associazione Cube Art in collaborazione con Sputnik Arts Project
Silvia Levenson
Florencia Martinez
Svitlana Grebenyuk
Elena Monzo
Anna Muzi
Daniela Cavallo
Ester Grossi
Miriam Secco
Vania Elettra Tam
Karin Andersen
In questa mostra dal titolo significativo, Perturbaciones, che rimanda a un indefinito sentimento di inquietudine e di angoscia, dieci artiste sono state invitate a "raccontare", con i diversi linguaggi della pittura, della fotografia, del disegno, della scultura e dell'installazione, le diverse sfaccettature e gli svariati modi nei quali può palesarsi, inaspettata o prevista, palese o mascherata, la violenza domestica sulla donna. Si tratta di un tema che investe trasversalmente ogni parte della cultura e della società civile, che tuttavia ancora oggi spesso viene ignorato, taciuto o semplicemente passivamente accettato. Sono purtroppo ancora recenti, recentissimi i numeri dei "femminicidi", uno ogni due giorni, anche nei Paesi più sviluppati, che raccontano storie di omicidi e di violenze ignorate negli anni e che spesso non sono denunciate né vengono mai alla luce. Donne vittime di mariti, fratelli e amanti abbandonati ma anche di ancestrali stereotipi culturali che le stringono in una gabbia di sottomissione e passività, manipolate e svilite, e ne condizionano radicalmente azioni e sentimenti.
A cercare di dare voce a questa piaga sociale e a contribuire a rompere archetipi antichissimi, che l'antropologa Marija Gimbutas fa risalire all'origine della storia dell'uomo esemplificandola nel mito della Grande Dea, legata alla natura e alla fertilità, ma detronizzata da invasori portatori di una cultura patriarcale e guerriera, anche nel panorama dell'arte contemporanea sta emergendo con sempre maggiore forza e volontà di denuncia una poetica diffusa, che, pur mantenendo una forte valenza sociale, viene declinata in modi articolati e fatta propria dalle artiste.
Nelle infinite sfaccettature e nelle rielaborazioni riflesse nelle opere emergono quindi letture profondamente differenti, a volte anche discordanti, del mondo femminile, ma legate dal desiderio sotteso ma tenace di denuncia di una cultura a volte distorta e di condizioni sociali drammatiche che spesso, loro malgrado, costringono le donne a diventare vittime o involontarie eroine.
Così una sottile linea di ansietà e turbamento prende le mosse e si sviluppa dalle conturbanti e raffinate sculture in vetro di Silvia Levenson (nata a Buenos Aires, Argentina, nel 1957 ma residente in Italia), che da anni è impegnata sul tema della violenza domestica, come dalle fotografie dai cromatismi acidi e fluorescenti delle nuove madonne di Daniela Cavallo (Ostuni 1982) e dalle inquietanti immagini di perduta serenità domestica stampate su tessuti ricamati e riccamente lavorati di Florencia Martinez (nata a Buenos Aires, Argentina, nel 1957 e anch'essa residente in Italia). Un diffuso senso di sconcerto e inquietudine nasce dalle composizioni dominate da strane maschere dipinte a olio di Anna Muzi (Milano, 1964), dagli spaesanti quadri a campiture piatte in cui si muovono donne solitarie in fuga di Ester Grossi (L'Aquila 1981), e dai monotipi con richiami all'iconografia classica e sacra di Svitlana Grebenyuk (nata a Kiev nel 1979, ma residente a Milano).
Non meno dense di perturbamento sono le figure perennemente in bilico (esistenziale?) di Vania Elettra Tam (Como, 1968), le giovani donne, perse nei loro mondi, di Elena Monzo (Orzinuovi, Brescia, 1981), così come le sorprendenti donne-animale di Karin Andersen (nata a Burghausen, Olanda, nel 1968, ma da anni di stanza in Italia) o le eleganti e lievi donne-pesce di Miriam Secco (Varese 1981).
La mostra avrà luogo durante la XV Settimana della Cultura italiana a Cuba, ed è promossa dall'Associazione Cube Art in collaborazione con Sputnik Arts Project
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