GIUSEPPE LANA, FABIO MELOSU, SEBASTIANO MORTELLARO, CHIARA SEGHENE, STEFANO SERUSI, CARLO SPIGA, STUDIO++, GIOVANNI TERMINI.
A cura di Alberto Zanchetta
Zelle Arte Contemporanea
Via Fastuca n.2, 90134 Palermo
Via Fastuca n.2, 90134 Palermo
OPENING/ Sabato 24 novembre 2012 h.19.00
la mostra resterà aperta sino al 24 dicembre 2012
dal martedì al sabato dalle h.17.00 alle h.20.00
In collaborazion con L.E.M. / Laboratorio Estetica Moderna
Durante una conferenza tenutasi nel 1994, Luciano Fabro così commentava
una delle sue opere più famose, L’Italia: «ho preso la sagoma
dell’Italia e l’ho appesa all’incontrario. Era una cosa che giocava
naturalmente sull’ambivalenza, sull’ambiguità del senso, ecc. Però
allora fu più un’immagine buffa, stimolante, neanche ironica perché come
ironia non era poi granché. Era un po’ – come dire? – rivoltare il
problema». L’opera, realizzata alla fine degli anni sessanta, ebbe un
largo seguito anche nelle decadi successive, annoverando tra le versioni
più note quella dell’Italia d’oro.
L’aspetto più saliente e
seducente dell’Italia d’oro è da ricercarsi nel retro, dove troviamo
imbullonate le isole dell’arcipelago italiano. Posto che nell’opera di
Fabro la Sardegna e la Sicilia erano state parzialmente “occultate”,
l’obiettivo di questa mostra è di all[in]earle su uno stesso asse
geografico, sviluppando un sodalizio che preserva pur tuttavia una
propria autonomia culturale.
Il progetto è strutturato in due
distinti appuntamenti e coinvolgerà gli spazi espositivi del L.E.M. di
Sassari e quelli della Zelle di Palermo.
Al L.E.M. saranno esposte
soltanto le opere di Fabio Melosu, Chiara Seghene, Stefano Serusi e
Carlo Spiga, mentre gli artisti siciliani renderanno disponibile la
documentazione riguardante le opere che presenteranno a Palermo.
Viceversa, alla Zelle sarà la volta delle installazioni di Giuseppe
Lana, Sebastiano Mortellaro, Giovanni Termini e Studio++, cui si
affiancheranno i documenti forniti dagli artisti sardi.
I
documenti-materiali serviranno a comprendere il processo “naturante”
delle opere (termine usato da Fabro per indicare ciò che si sta
facendo), mettendo a disposizione del pubblico un corollario
d’informazioni, appunti, schizzi, progetti, collage, taccuini, che
potrebbero essere integrati con scarti di lavorazione, fotografie e
oggetti di varia natura.
Le esposizioni al L.E.M. e a Zelle saranno
complementari ma ognuna manterrà una sua identità specifica. Non si
tratta quindi di un’unica mostra da riproporre tale e quale a distanza
di tempo, bensì di un progetto che prevede approcci diversi e
tempistiche differenti.
Come suggerisce il sottotitolo del
progetto: lo scopo della mostra è incentrato sul concetto stesso di
arte, intesa come “ciò che trasforma” (Homo Faber), e sull’interazione
con/tra gli artisti (Homo Dialecticus). Gli artisti sono quindi chiamati
a confrontarsi e a interpretare lo spirito critico e solidale di
Luciano Fabro; ma anziché connotarsi come un omaggio alla sua figura
tutelare, il progetto intende sviluppare, approfondire e rivitalizzare
la “lezione” che ci ha lasciato in eredità. I temi sviluppati dagli
artisti saranno quindi gli stessi che hanno impegnato la ricerca
estetica di Fabro, ossia l’arte come atto di responsabilità,
l’ampliamento formale del linguaggio plastico, la definizione
dell’esperienza e dell’istanza con gli oggetti, l’inesausta
ricombinazione delle forme, e in particolar modo l’esercizio della
sprezzatura.
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