“C’EST MOI: Le flux de quelque chose qui n'a pas de nom... ”
[Un progetto di Pablo Peron e Giovanna Lacedra per il Mediterraneo Foto Festival]
Photo: Pablo Peron. Model and poet: Giovanna Lacedra
“Piacere al marito, spendere con parsimonia ed educare i figli sono i suoi doveri capitali, ciascuno dei quali richiede molta preparazione… Il tempo che una fanciulla dedica alle bambole è una premonizione di quanto sarà ugualmente dedita alla prole”. Erano queste le parole con cui, nel 1784, il giudice scozzese Lord Kames inneggiava al ruolo della donna.
Passando attraverso le due guerre mondiali – che diedero uno scatto all’emancipazione giuridica e lavorativa femminile –, e giungendo alle contestazioni del movimento femminista degli anni ‘60-’70, in cui legioni di donne agguerrite rivendicavano l’uguaglianza politica, economica e sociale, il diritto all’istruzione, al lavoro, al suffragio universale e la libertà sessuale, la condizione della donna è certamente mutata, ma mai l’emancipazione identitaria è stata pienamente raggiunta.
Ancora oggi la parola “Libertà” rende alcune donne timorose, mentre in altre solletica resistenze. Quasi come se si trattasse di una sottile forma di trasgressione.
Essere se stesse, essere quel che si è, equivale talvolta ad infrangere una regola.
Bisogna spostarci dal luogo in cui siamo state collocate. Spogliarci dagli abiti di scena con cui siamo state vestite. Svuotarci delle parole indicibili che abbiamo ingoiato. Ascoltare quei desideri che non abbiamo mai assecondato.
La libertà femminile non è uno status quo. Non ancora, per lo meno.
È anzi una conquista, più o meno faticosa. Sotterranea in alcuni casi, a cielo aperto in altri.
Come se fossimo nate impigliate in un retaggio culturale di matrice patriarcale, e faticassimo per autorizzarci alla nostra reale identità. Come se essere quel che siamo non fosse del tutto legittimo.
“Prigione.
Di quel devo-o-non-devo
dover essere,
ancora.
Dimora.
Della più pavida –
e avida –
incandescenza.”
Riscoprirci è una conquista. Ascoltarci è una conquista. Essere quel che siamo è una conquista.
C’est moi! Sono io! Sono questa! E dunque?
Servono ancora molto coraggio ed un importante sforzo interiore, per spezzare questa catena.
Bisogna forse perdersi. Smarrirsi.
Rompere gli argini, per scoprire in quale modo si è disposte a fluire.
Bisogna forse, diventare estreme.
“C’est moi…” è un progetto fotografico e poetico di Pablo Peron e Giovanna Lacedra.
Un discorso visivo, dove il bianco e nero della fotografia diventa narrativo quasi come inchiostro su carta bianca. Un progetto dove l’immagine scrive di una donna che dal buio irrompe in un’alba di pulsioni.
Nato da un vero e proprio sodalizio creativo, “C’est moi…” non è che l’incontro di due sensibilità, che hanno deciso di affrontare il tema dell’identità femminile ricostruita attraverso l’estremismo di una decostruzione di schemi.
La fotografia di Pablo Peron, capace di circoscrivere e scandagliare il reale, sino a renderlo al contempo intimo e universale, si serve del corpo, dell’abilità performativa e della scrittura poetica di Giovanna Lacedra, per ricostruire le dinamiche di questa “liberazione” compiuta in solitudine e rasentante la follia.
Pablo Peron è nato a Lecce il 12.07.1967.
Ha ereditato la passione per la fotografia dal nonno Antonio, che in adolescenza gli regalò una memorabile Zeiss IKON IKonta.
Particolarmente affascinato dalla ritrattistica femminile in bianco e nero, sa restituire allo spettatore una lettura, lucida e poetica della realtà, enfatizzata da audaci contrasti chiaroscurali, dove neri intensi lasciano il posto ad inaspettate lattescenze.
Nei ritratti di Peron il bianco e nero accende il soggetto ritratto, ne evidenzia le virtù e le spigolosità, mette a fuoco la personalità, come anche le più intime frastagliature.
Tra le varie esposizioni ricordiamo la sua partecipazione alla Biennale del Salento.
Giovanna Lacedra è nata a Venosa (PZ) il 15.11.1977 .
Ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Si è specializzata come docente di disegno e storia dell’arte presso l’Università di Pisa.. Attualmente vive a Milano, dove lavora come insegnante, artista-performer e curatrice.
Da un anno porta avanti una Performance-Confessional itinerante, trattante il delicato tema della patologia anoressico-bulimica, e intitolata "IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO".
E' autrice di numerose recensioni d’arte per il web, cura la rubrica Woman’s Art all’interno del portale di cultura femminile Woman’s Journal.
(Testo critico e testi in mostra di Giovanna Lacedra)
MFF - MEDITERRANEO FOTO FESTIVAL
Presso: Ex Convento dei Teatini
corso Vittorio Emanuele 18
73100 Lecce
Vernissage: 05 gennaio 2013
Finissage: 05 febbraio 2013
Info: Segreteria Organizzativa - Associazione Culturale Obiettivo Primo Piano
via S. Grande 3/b - 73100 Lecce
tel./fax 0832. 521091
mediterraneofotofestival@y ahoo.com
http:// www.mediterraneofotofestiva l.it/
“Piacere al marito, spendere con parsimonia ed educare i figli sono i suoi doveri capitali, ciascuno dei quali richiede molta preparazione… Il tempo che una fanciulla dedica alle bambole è una premonizione di quanto sarà ugualmente dedita alla prole”. Erano queste le parole con cui, nel 1784, il giudice scozzese Lord Kames inneggiava al ruolo della donna.
Passando attraverso le due guerre mondiali – che diedero uno scatto all’emancipazione giuridica e lavorativa femminile –, e giungendo alle contestazioni del movimento femminista degli anni ‘60-’70, in cui legioni di donne agguerrite rivendicavano l’uguaglianza politica, economica e sociale, il diritto all’istruzione, al lavoro, al suffragio universale e la libertà sessuale, la condizione della donna è certamente mutata, ma mai l’emancipazione identitaria è stata pienamente raggiunta.
Ancora oggi la parola “Libertà” rende alcune donne timorose, mentre in altre solletica resistenze. Quasi come se si trattasse di una sottile forma di trasgressione.
Essere se stesse, essere quel che si è, equivale talvolta ad infrangere una regola.
Bisogna spostarci dal luogo in cui siamo state collocate. Spogliarci dagli abiti di scena con cui siamo state vestite. Svuotarci delle parole indicibili che abbiamo ingoiato. Ascoltare quei desideri che non abbiamo mai assecondato.
La libertà femminile non è uno status quo. Non ancora, per lo meno.
È anzi una conquista, più o meno faticosa. Sotterranea in alcuni casi, a cielo aperto in altri.
Come se fossimo nate impigliate in un retaggio culturale di matrice patriarcale, e faticassimo per autorizzarci alla nostra reale identità. Come se essere quel che siamo non fosse del tutto legittimo.
“Prigione.
Di quel devo-o-non-devo
dover essere,
ancora.
Dimora.
Della più pavida –
e avida –
incandescenza.”
Riscoprirci è una conquista. Ascoltarci è una conquista. Essere quel che siamo è una conquista.
C’est moi! Sono io! Sono questa! E dunque?
Servono ancora molto coraggio ed un importante sforzo interiore, per spezzare questa catena.
Bisogna forse perdersi. Smarrirsi.
Rompere gli argini, per scoprire in quale modo si è disposte a fluire.
Bisogna forse, diventare estreme.
“C’est moi…” è un progetto fotografico e poetico di Pablo Peron e Giovanna Lacedra.
Un discorso visivo, dove il bianco e nero della fotografia diventa narrativo quasi come inchiostro su carta bianca. Un progetto dove l’immagine scrive di una donna che dal buio irrompe in un’alba di pulsioni.
Nato da un vero e proprio sodalizio creativo, “C’est moi…” non è che l’incontro di due sensibilità, che hanno deciso di affrontare il tema dell’identità femminile ricostruita attraverso l’estremismo di una decostruzione di schemi.
La fotografia di Pablo Peron, capace di circoscrivere e scandagliare il reale, sino a renderlo al contempo intimo e universale, si serve del corpo, dell’abilità performativa e della scrittura poetica di Giovanna Lacedra, per ricostruire le dinamiche di questa “liberazione” compiuta in solitudine e rasentante la follia.
Pablo Peron è nato a Lecce il 12.07.1967.
Ha ereditato la passione per la fotografia dal nonno Antonio, che in adolescenza gli regalò una memorabile Zeiss IKON IKonta.
Particolarmente affascinato dalla ritrattistica femminile in bianco e nero, sa restituire allo spettatore una lettura, lucida e poetica della realtà, enfatizzata da audaci contrasti chiaroscurali, dove neri intensi lasciano il posto ad inaspettate lattescenze.
Nei ritratti di Peron il bianco e nero accende il soggetto ritratto, ne evidenzia le virtù e le spigolosità, mette a fuoco la personalità, come anche le più intime frastagliature.
Tra le varie esposizioni ricordiamo la sua partecipazione alla Biennale del Salento.
Giovanna Lacedra è nata a Venosa (PZ) il 15.11.1977 .
Ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Si è specializzata come docente di disegno e storia dell’arte presso l’Università di Pisa.. Attualmente vive a Milano, dove lavora come insegnante, artista-performer e curatrice.
Da un anno porta avanti una Performance-Confessional itinerante, trattante il delicato tema della patologia anoressico-bulimica, e intitolata "IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO".
E' autrice di numerose recensioni d’arte per il web, cura la rubrica Woman’s Art all’interno del portale di cultura femminile Woman’s Journal.
(Testo critico e testi in mostra di Giovanna Lacedra)
MFF - MEDITERRANEO FOTO FESTIVAL
Presso: Ex Convento dei Teatini
corso Vittorio Emanuele 18
73100 Lecce
Vernissage: 05 gennaio 2013
Finissage: 05 febbraio 2013
Info: Segreteria Organizzativa - Associazione Culturale Obiettivo Primo Piano
via S. Grande 3/b - 73100 Lecce
tel./fax 0832. 521091
mediterraneofotofestival@y
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