Onorato di essere stato intervistato dagli amici di White Squid (http://www.whitesquid.org)...
link originale:
1. In breve, cosa fai?
- L’artivendolo! a parte gli scherzi, bazzico nel mondo dell’arte
più o meno da quando avevo 14/15 anni e ne ho viste di tutti i
colori!.
Sono l’AD di Art Club s.r.l. che è proprietaria dei marchi Casa
d’Arte San Lorenzo e Galleria San Lorenzo.
Come società, ci occupiamo
della valorizzazione e la commercializzazione di opere d’arte moderna,
contemporanea e futura, attraverso diverse iniziative.
Dall’organizzazione di mostre alla creazione di eventi, dall’editoria,
alla distribuzione…
Personalmente in azienda, mi occupo del commerciale e
della attività di scouting (si dice così, vero? ) ma mi diverto ogni
tanto a curare qualche mostra e a scrivere qualche testo.
Ho un blog,
“La stanza privata dell’arte”, collaboro con il Premio ArtGallery e ho
tanti sogni nel cassetto, tante cose ancora da fare, che penso questa
vita non basti… mi devo assolutamente reincarnare!
2. Dal punto di vista pratico, cosa hai dovuto fare per cominciare la tua carriera di gallerista?
- Ho studiato tanto, rubato con gli occhi e con le orecchi,
frequentato artisti e colleghi, visitato mostre e musei, ma cosa
fondamentale coltivato una credibilità, conquistato la fiducia e
lavorato con dignità.
3. Cosa cambieresti delle dinamiche lavorative nel settore dell’arte (in Italia e\o all’estero)?
- In Italia praticamente tutto!
Non esiste una vera e propria etica.
Ci sono più affitta camere o affitta pareti che galleristi.
C’è una
associazione che fa poco per far sì che anche il mercato italiano possa
essere considerato concorrenziale anche al di fuori dei confini
nazionali (basti pensare all’aliquota iva, per il commercio di opere
d’arte, che da noi è la più alta d’europa e del resto del mondo).
C’è
poca collaborazione, ognuno è intento a coltivare il proprio orticello, è
geloso del proprio lavoro e tendenzialmente cerca di invalidare il
lavoro dell’altro.
Per non parlare poi della gestione degli spazi
pubblici o dei finanziamenti che arrivano e non vengono spesi per la
valorizzazione ed il sostegno dell’arte. Situazione drammatica!
Per farla breve sono veramente scontento, a volte mi sento sconfitto… fortunatamente poi mi basta guardare il lavoro di un giovane artista (che sicuramente fa ancora più fatica del sottoscritto), e mi dimentico di tutto e torno a combattere la mia battaglia quotidiana… proporre arte!
All’estero c’è un po’ più di orgoglio e serietà… non solo negli stadi…
Per farla breve sono veramente scontento, a volte mi sento sconfitto… fortunatamente poi mi basta guardare il lavoro di un giovane artista (che sicuramente fa ancora più fatica del sottoscritto), e mi dimentico di tutto e torno a combattere la mia battaglia quotidiana… proporre arte!
All’estero c’è un po’ più di orgoglio e serietà… non solo negli stadi…
4. Perchè in Italia l’artista straniero è considerato sempre più ‘cool’ rispetto ad uno Italiano?
- Perché l’Italia è scomparsa dalla scena contemporanea… Cattelan,
Beecroft e pochi altri a parte, siamo oramai ai margini della realtà
artistica internazionale.
Siamo pochi e molto ignoranti. Parliamo una
lingua in via di estinzione e siamo troppo legati al passato.
Valorizziamo gli Sgarbi e ridicoliziamo i Bonami… Se pensiamo che ci
sono centinaia di pseudo artisti che buttano via i loro esigui risparmi
per farsi presentare da Diprè… Siamo chiusi ed ottusi! E malati di
esterofilia… ma questo in tutto, non solo nell’arte. dal calcio alle
soubrette… pensandoci bene, in effetti le tette argentine sono migliori
di quelle nostrane… figuriamoci un opera d’arte!
5. Cosa dovrebbe fare un artista al primo approccio per essere preso in considerazione da un gallerista?
Deve essere vero, umile ma convinto, innovativo per quanto possibile e
preparato… è finità l’epoca del va bene tutto purchè strano… ci vuole
tecnica, pensiero e tanto culo…
Si, ci vuole qualità e fortuna!
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