6° Senso Art Gallery presenta la mostra personale del Maestro Gigino Falconi
“La pittura
sceneggiata”, dal 13 dicembre 2012 alle 18.30, alla
presenza dell'artista e
del curatore Duccio Trombadori.
Gigino Falconi è un pittore abruzzese
che da anni impronta la sua ricerca artistica sullo studio realistico della
figura femminile e su quello delle vedute di paesaggi evocativi, mediante una
tecnica magistrale che guarda ai grandi maestri del passato ma in chiave
decisamente contemporanea. La mostra presenta un excursus di circa venticinque
dipinti realizzati dall'artista tra il 2000 e il 2012. La sua pittura raffinata e colta è
caratterizzata dalla tecnica delicata e luminosa del colore ad acrilico, insieme
ad un disegno esemplare e particolareggiato. Come ha scritto Duccio Trombadori
sul catalogo della mostra: <<La tavolozza è chiara, la luce è diffusa, le ombre sono delicate
anche nel contrasto e le patine di velatura articolano una composizione a più
soggetti e punti di vista incrociati: la calibrata impalcatura di piani
diagonali centra figure femminili quale perno della composizione (quando è una,
quando sono due, o più corpi di donna dialoganti assieme) e il gioco delle
allusività fonde animali, oggetti e vita della natura in una immagine compiuta,
estatica, da contemplare in ogni dettaglio e nella relazione d’insieme che
sintetizza i particolari.
I dipinti di Falconi riflettono la
bellezza più sublime e la purezza dell'animo umano, richiamando un ideale di
bellezza che resiste al tempo.
Estratti dal catalogo della mostra:
“Un erotismo freddo ma
non distaccato individua l’opera di Gigino Falconi tanto echeggia quella di un
manierista eccentrico o di un raffinato del tardo Cinquecento. L’effetto è quasi
sempre quello di un relativo spaesamento rispetto al soggetto raffigurato: in
quale situazione ci troviamo? Perché questo paesaggio inusitato, perché questi
corpi di adolescenti tesi in abbraccio per impossibili o negate voluttà, perché
queste figure solitarie o aggruppate, così pensose nel loro individuale e
irredimibile isolamento, quasi oggetti tra gli oggetti anch’essi imprigionati
nel loro muto essere, secondo uno scenario che è teatrale, ed al tempo stesso
parodizza la vita reale?. Il quadro sceneggiato da Gigino Falconi si espone
come enigma nella sua elementare, analitica, evidenza. Non risulta tuttavia
nessun sentimento di atonìa passionale né tantomeno nell’immagine dipinta si
accampa la procedura intellettualistica della citazione colta fine a sé
stessa”.
Duccio
Trombadori
La
mostra proseguirà fino al 12 gennaio 2013. Catalogo in mostra a cura delle
EDIZIONI STAUROS di San Gabriele Isola
del Gran Sasso (Teramo).
Biografia
Gigino Falconi nasce a Giulianova (Teramo) e inizia a
dipingere a sedici anni, frequentando contemporaneamente l’Istituto Tecnico per
ragionieri, dove si diploma nel 1952. Nel 1954 ottiene la maturità presso il
Liceo Artistico di Pescara. L’anno successivo, vincitore di con- corso per la
Cattedra di Disegno, assume l’incarico della docenza presso una scuola media di
Giulianova, attività che abbandona definitivamente nel 1975, per dedicarsi
interamente alla pittura. Alla sua prima mostra personale tenuta alla Galleria
Il Polittico di Teramo nel 1961, ne sono seguite numerosissime sia in Italia
che all’estero, presso accreditate gallerie e prestigiose sedi pubbliche. Le
sue opere sono conservate in autorevoli collezioni museali pubbliche e private.
Il suo metodo di lavoro
si è sviluppato per cicli pittorici così distribuiti nel corso degli anni:
1954-1956: esordisce con
un universo figurativo legato ai temi della propria terra, coniugato ai canoni
della coeva poetica informale.
1957-1962: esegue una
serie di paesaggi che risentono di una personalissima rivisitazione del barocco.
1963-1965: realizza
“Documenti”, primo importante ciclo di opere, di grande dimensione, eseguite a
tecnica mista, composizioni di pittura e grafica testuale. Negli stessi anni
l’artista porta avanti una ricerca sulla surrealtà dello spazio costellato da
fantasmi, spesso con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe.
1966-1968: “I Mostri”.
Viene aiutato in questa analisi da uno studio accurato che va dal Rinascimento
al Barocco con particolare attenzione a Piero della Francesca, Caravaggio, Ribera
e Rembrandt.
1969-1975: elabora una
serie di lavori incentrati sulla surrealtà del presente e della cronaca
fotografica, con una figurazione più circostanziata ed evidenza di
straniamento.
1976-1979: recupera
pienamente la pittura per immagini, con soggetti ispirati all’angoscia
dell’esistenza. Di particolare risalto sono due gruppi di quadri suggeriti dal
Fascismo e dalla vicenda dei coniugi americani Julius ed Ethel Rosenberg.
1980-1985: lavora
intensamente a opere incentrate sulla poetica del mistero degli spazi interni e
sulle suggestioni spaesanti degli specchi. È evidente il riferimento ad
ambientazioni di gusto Art Nouveau, sempre collocate in un clima di
silente sospensione e di attesa.
1986-1988: realizza
“Alcyone”, un importante ciclo di dipinti sulla vita e le opere di Gabriele
d’Annunzio, eseguite in occasione del cinquantesimo anniversario della morte
del Poeta.
1989-1994: dipinge una
serie di “nudi” e “concerti silenziosi”, ambientati in paesaggi lacustri.
1995-1999: sviluppa in
questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere sacro. Il primo dipinto
Annunciazione è del 1995. Lo realizza per il VII centenario della Santa Casa di
Loreto nel cui museo l’opera viene poi esposta. Successivamente per la chiesa
di Sant’Andrea di Pescara lavora per due anni a un trittico di grandi
dimensioni (cm 270 x 660), commissionatogli dagli Oblati di Maria Immacolata in
occasione della santificazione del loro fondatore Sant’Eugenio de Mazenod.
2000-2002: realizza il
ciclo “Le Ossessioni”, interamente dedicato al mistero dell’universo femminile.
2002-2005: dipinge il
ciclo “Il mito della Fenice”.
2006-2009: si interessa
sempre più alla natura e, attratto dal suo misterioso fascino e dalla sua
mistica luce, dipinge un gruppo di quadri rappresentanti paesaggi lacustri e
marini.
2011-2012: realizza il ciclo “Ragazze per sempre”
ambientate nell’atmosfera romantica parigina di fine Ottocento, dipingendo un
ciclo di opere sull’“amore mercenario”come tante scene di un’unica grande pièce
esistenziale, una commedia tutta al femminile. Tale ciclo viene presentato
inoltre nella Besharat Galerie di Barbizon Parigi e successivamente assieme ad
un cospicuo nucleo di opere allestisce la “suite Falconi” (oltre 60 mq).
Orari Mostra
dal lunedì al sabato 11.00 − 19.00
domenica su appuntamento
6° Senso Art Gallery
Via dei Maroniti 13
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