Studi Festival - Milano
Proprio qualche giorno fa vi ho parlato di questa iniziativa estremamente interessante (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2016/02/torna-anche-questanno-milano-studi.html), a cura di Claudio Corfone, Rebecca Moccia, Anna Stuart Tovini e Vincenzo Chiarandà.
www.studifestival.it
info@studifestival.it
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Ora torno di nuovo su questo argomento perchè anche mio figlio, Gianmaria Milani, studente all'Accademia di Brera, ha deciso di aderire.
Ecco il progetto con il quale ha deciso di partecipare...
Dopo l’esperienza dell’anno passato, dove ho
avuto l’opportunità di girare, come fruitore dell’iniziativa, in molti studi di
artisti, ho preso la decisione di aprire anch’io, a coloro che vorranno venire
a trovarmi, la mia casa/studio.
Ho deciso di fare questo perché ritengo che
l’ambiente dove vivo e lavoro sia un’ottima vetrina per comprendere al meglio
il mio percorso, il mio operato e la mia persona.
Per questo appuntamento ho deciso di proporre
una sorta di caleidoscopio visivo, un punto di osservazione a 360° di quanto
fatto fino a qui o perlomeno, da quando, circa 18 mesi fa, mi sono trasferito a
Milano per frequentare l’Accademia di Brera.
L’installazione, perché di questo si
tratterà, sarà una presentazione del mio lavoro passato, presente e futuro.
Nell’occasione presenterò in anteprima la
video installazione, realizzata in collaborazione con l’amico videomaker Lu Pan, intitolata “SUICIDIO” che mette in correlazione,
attraverso una metafora, un “normale” allenamento di basket alla vita di tutti
i giorni.
Alle
pareti oltre ad una selezione di miei lavori, saranno esposte una serie di
opere di amici e colleghi con i quali ho collaborato negli ultimi 12 mesi, da
Thomas Berra a Ciro Casale, da Swan a Stema e molti altri.
Per l’occasione ho anche deciso di
ospitare il collega artista Giuseppe De Siati con il quale già in precedenza ci
sono state varie collaborazioni dalla una mostra collettiva allestita da Off
Brera, intitolata REMINDER 2015 al progetto “A.R.T.: Nutrimento e conservazione
dell'arte” entrambe curate dal Prof.re Andrea Del Guercio.
Gianmaria Milani
all'infinito di due rette
Sin da bambini abbiamo imparato che due rette che corrono parallele tra loro non potranno mai incontrarsi, perché mantengono la stessa distanza tra loro.
Tuttavia il postulato di Euclide sulle parallele con l'introduzione del concetto di infinito, in più duemila anni, è stato trasformato in teorema superando il paradosso apparente del non incontro, infatti, se alle rette gli si attribuisce il valore infinito esse si incontrano... in un punto.
Quel punto è nello spazio infinito il nostro orizzonte visivo, un concetto consolidato nella civiltà occidentale dell'immagine, nell'imitazione della realtà a partire dalla piramide visiva con Brunelleschi si è ammessa scientificamente una visione soggettiva della realtà, illusionistica.
All'infinito di due rette non è il punto di fuga, dove le linee sembrano convergere, quanto i nostri occhi che vedono, noi vediamo il mondo e non semplicemente così come è.
Due visioni per provenienze differenti che sembrano incontrarsi in realtà restano distinte come le sponde di una strada i cui margini paralleli consento il viaggio.
All'infinito di due rette con Jimmy "in studio" abbiamo segnato un punto coincidente nella ripetizione dove interpretare la realtà, un ripetersi che dà esiti differenti divenendo punto di fuga, dal ridisegnare le pieghe del panneggio all'andirivieni della corsa in riferimento alla quotidianità che proiettata all'infinito scala se stessa.
Giuseppe
De Siati
La pallacanestro,
conosciuta anche come basket
(abbreviazione del termine in lingua inglese basketball), è uno sport di squadra in cui due formazioni di cinque giocatori ciascuna, si
affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo
una serie di regole prefissate.
“Il basket” è uno dei pochi sport di squadra che tende al cielo.
Per molti, questa sua peculiarità è una rivoluzione/rivelazione.
Molti, anzi troppi, sono abituati a guardare solo in basso!
Suicidio, esercizio
punizione.
Il suicidio si fa
percorrendo tutta la lunghezza del campo di gioco con degli scatti veloci e
ripetuti. Quest’esercizio
viene fatto fare nel momento in cui, durante l’allenamento, anche un solo
componente della squadra compie un errore. Per punizione, l’allenatore fa
svolgere a tutta la squadra questo esercizio.
Si parte da fondo campo
si arriva alla prima
lunetta e si torna indietro ,
poi si a va a metà campo e
si torna indietro,
poi alla lunetta opposta e
si torna indietro,
poi a quell’altro fondo
campo e si torna indietro. Il tutto nel minor tempo possibile.
Questa “punizione” è una
perfetta metafora del secolo appena trascorso ma ancor di più è uno spaccato
della società odierna, dove per ogni “corsa” in avanti da un punto di vista
tecnologico e/o evolutivo, esiste una corsa contraria, “all’indietro”, a passo
del gambero, da un punto di vista sociale.
Intorno al tavolo: sVelo Venere di
Giuseppe De Siati
L'intervento nello studio di Jimmy fa parte di una
serie di operazioni di studio e di incontro che conduco "intorno
al tavolo:" e che si svolge in diversi luoghi caratterizzati dalla
presenza del tavolo e di alcuni ospiti.
"Intorno al tavolo:" costruisce un’isola
relazionale in cui potersi aprire all'altro, sentire e costruire una
visione. Archetipo della terra e isola relazionale, il tavolo come base
e luogo di esperienza estetica, diventa un campo
visivo, base di composizione meditata per immaginare il
cosmo. Così lo spazio del tavolo è lo spazio dello studio, spazio
"pittorico", pretesto compositivo in cui le immagini e le
forme si fanno presenti.
Nello studio di Jimmy porto un piano
per immaginare, un gioco di visione.
sVelo Venere: un piano per immaginare.
È un piano per immaginare esercitando una delle facoltà
che distingue l'essere umano, esaltandone la dignità.
La somma delle parti di un velo filtrano la luce
visibile su un piano, l'azione stessa del panneggiare porta in
se il valore dell'ambivalenza della visione, interiore/esteriore, dove le
circonvoluzioni del velo non sono semplicemente quelle di un velo.
Svelo venere è un panneggio di seta di due
veli bianco e nero, orlati nei colori estremi che rispettivamente
riflettono ed assorbono la luce, da stendere al centro del tavolo
per immaginare. Venere, personificazione della bellezza della natura
feconda, in questo caso luce del visibile le sue vesti sono
raccolte nella capsula sferica, quale forma di perfezione da cui tirar fuori il
velo per immaginare.
Il tavolo è così apparecchiato dai
drappi in seta che diventano veicolo per la fantasia e rendono un
tavolo "immaginifico"; strumento di studio per
visualizzare attraverso le pieghe e le circonvoluzioni del panneggio la
luce.
CONTESTO: il piano del tavolo nella sua orizzontalità è il piano cronologico
dove si svolge l'azione. Dal centro tavola eseguire il panneggio di Venere,
disponendo la massa di pieghe in modo da evidenziare la luce.
SCOPO: lo scopo del gioco è esercitare l'immaginazione
e dominarla attraverso il disegno e la nominazione, ovvero, configurare
immagini nella propria mente e su un foglio. sin. ideare, creare,
inventare, escogitare, credere, intuire; quindi, usare la fantasia a
partire dalle pieghe del velo, disegnare. Infine, nominare dando un titolo
alle associazioni che scaturiscono dalla visione.
Via Caviglia 3 int.17/A
info
gianmaria.95@hotmail.it
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