RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






Vota questo blog

Siti

domenica 10 aprile 2016

del Miart, Sarah Lucas, Cattelan e dintorni... 3 giorni di 48 ore a Milano



Che Milano sia la capitale economica italiana non vi è alcun dubbio.
Negli ultimi anni sul primato, di essere anche la capitale dell'arte, ha spesso vacillato. Competitor come Torino e Bologna hanno frequentemente minato l'ambizioso appellativo.

Oggi mi devo ricredere: Milano è la vera Capitale dell'Arte!

Sarà stato l'impulso dato dall'amato/odiato Expo, sarà per la tanto agognata ripresa economica ma ora posso tranquillamente affermare che, senza ombra di dubbio, il primato spetta alla città sforzesca.

In questi ultimi tre giorni ho finalmente rivissuto la grande Milano dell'arte. 

Una quantità di eventi tali che è stato realmente impossibile serguili tutti.

Mostre, presentazioni di libri, manifestaioni fieristiche, eventi social, studio visit, incontri, dibattiti, gallerie aperte e... gente. 
Tanta gente affamata di esserci e di sapere, scoprire e conoscere... 
Insomma , ogni angolo della città era in pieno fermento, dai centri sociali ai sofisticati salotti... e se la Milano dell'arte è stata coinvolgente non posso immaginare cosa potrà essere la prossima settimana in occasione del Design-Week.

Ma andiamo per gradi.
In questi giorni mi è capitato di incrociare William Kentridge e pranzare in un ristorante frequentato occasionalmente solo da gente dell'arte, dalla giovane curatrice Giuditta Nidiaci a Luca Pignatelli, dal "patron" di Italian Factory, Giuseppe Lezzi a Massimiliano Alioto. Fino ad essere "trasportato" da un gruppo di giovanissimi artisti, tutti allievi di Brera, a vistitare il Lume (Laboratorio Universitario Metropolitano), un centro sociale molto attivo sul fronte dell'arti.
E poi ancora il MACAO, completamente rimesso a nuovo, la presentazione del Catalogo Ragionato di Mattia Moreni in Brera, la mostra 2050 a Palazzo Reale, Boccioni, sempre nello stesso luogo e poi la Triennale, l'Hangar Bicocca, la Fondazione Prada, insomma, giornate lunghe, impegnative, estenuanti ma certamente salutari, per lo meno per lo spirito e la mente...

In questo turbinio di spostamenti da un capo all'altro della città, trovano anche spazio i tre eventi per i quali, sono di fatto salito all'ombra della Madonnina: 
il Miart, Sarah Lucas e i 10 anni de Le Dictateur.

Il Miart, finalmente mi è davvero piaciuto. 
Erano anni che uscivo dall'evento fieristico Milanese con un po' di amaro in bocca. Quest'anno invece, la mano di De Bellis ha dato i suoi frutti. 
Bella la proposta, ottima la scelta delle gallerie (finalmente sono tornate anche le straniere portando una ventata internazionale) e decisamente elevata la qualità dei lavori. 
Non il solito "Museo in vendita" ma anche qualcosa di diverso... 

Sarah Lucas, in mostra al Diurno Metropolitano, mostra firmata Fondazione Trussardi, aldilà della location (uno scrigno prezioso ridato a Milano), mi ha un po' deluso. 
Saranno stati i vincoli dettati per l'allestimento o per le opere oramai prevedibili, ma non mi ha convinto fino in fondo. I trenta minuti di attesa (comunque in effetti poca roba, rispetto all'importanza dell'artista) per entrare, sono comunque stati spesi bene e tutto sommato ne è valsa la pena.




L'evento invece, organizzato nel neo nato Base, per celebrare i 10 anni di vita de LE DICTATEUR è stato un episodio degno dell'ormai dimentica e forse rimpianta 
"Milano da bere". 
Tutto il modo dell'arte, della moda, del design e della comunicazione erano al cospetto di sua maestà Maurizio Cattelan, simpatico e generoso nel concedersi ai curiosi, che fra un Moscow Mule e l'altro, cercavano di i loro cinque minuti di notorietà davanti agli obbiettivi dei tanti fotografi pronti a cliccare su i vari vip presenti alla serata... 
Insomma, il caro vecchio "evento social" che in epoca di eventi solo "virtual", 
torna prepotentemente agli antichi fasti.

Concludendo, o vissuto tre giorni in apnea, correndo da una parte all'altra ubriaco di stimoli e colmo di soddisfazioni, usciendone incolume e senza ombra di dubbio più "ricco"

p.s. il Moscow Mule al Base, meritava davvero, il migliore che abbia mai bevuto!

Nessun commento:

Posta un commento