Alighiero
Boetti
Il
filo del pensiero
a cura di Luca Tomío
fotografie di Randi Malkin Steinberger
Inaugurazione mostra giovedì 14 aprile ore 18.00
Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
Via Ricasoli 68, angolo Piazza San Marco, Firenze
a cura di Luca Tomío
fotografie di Randi Malkin Steinberger
Inaugurazione mostra giovedì 14 aprile ore 18.00
Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
Via Ricasoli 68, angolo Piazza San Marco, Firenze
Dal 14 aprile
al 20 maggio 2016
l’Accademia delle Arti
del Disegno di
Firenze, presso la
Sala delle
Esposizioni, in Via
Ricasoli 68, angolo
Piazza San Marco,
ospiterà la mostra Alighiero
Boetti. Il filo del
pensiero.
Dopo le grandi retrospettive internazionali che hanno consacrato Alighiero Boetti come uno dei grandi maestri del XX secolo, l’Accademia delle Arti del Disegno ha organizzato una mostra incentrata sui “pensieri” che l’artista fece ricamare fin dal 1971 dalle donne afghane. È nel marzo del 1971 che Boetti intraprende il primo viaggio a Kabul e si recherà personalmente in Afghanistan almeno due volte l’anno, fino al 1979.
La mostra intende lasciar affiorare i “pensieri” che Boetti faceva ricamare dalle donne afghane, dando così voce all’artista, seguendo semplicemente il filo del suo “pensiero” ed è arricchita dalle fotografie delle ricamatrici realizzate dalla fotografa americana Randi Malkin Steinberger, presenti sia nel catalogo che in esposizione.
Come afferma Agata Boetti, figlia dell'artista e Direttrice dell'Archivio Alighiero Boetti di Roma, “Se si accetta di allontanarsi dall’idea ormai tristemente stabilita che la semplicità sia sinonimo di stupidità e la complessità d’intelligenza, i ricami di Boetti sono semplici, da osservare, da capire, da apprezzare e da amare: evidenti, universali, assoluti, filosofici, poetici e bellissimi”.
La collaborazione con le ricamatrici afghane proseguì a distanza, seppur con grandi difficoltà, anche dopo l’invasione sovietica del '79 e riprese solo alla metà degli anni ‘80 a Peshawar, nei campi profughi afghani in Pakistan dove, sul confine afghano, Boetti predispose la ripresa della collaborazione con le ricamatrici profughe dall’Afghanistan, dimostrando così, tangibilmente, il forte legame ed il profondo rispetto che li legava, tanto che, prosegue Agata Boetti, “si assicurava regolarmente che le condizioni di lavoro fossero ottimali e, soprattutto, che le ricamatrici non fossero bambine. Era importantissimo per lui”.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno ha dichiarato: “Alla luce della storia degli ultimi decenni, Alighiero Boetti ci appare non solo come un grande artista, di quelli che segnano la propria epoca con opere destinate a restare ammirate e valide nel tempo, ma anche come un intuitivo, autentico profeta, che oggi sarebbe forse un ambasciatore di pace fra i popoli di questo tormentato pianeta. Un’Accademia come la nostra non può che riconoscersi in un processo che vede protagonista il Disegno, dallo schema progettuale all’ultimo punto dato sulla stoffa, in quel profondo riconoscimento del lavoro umano che Alighiero Boetti ha saputo elevare al livello della più alta espressione dell’arte”.
La mostra è dedicata ad Andrea "Bobo" Marescalchi, che è mancato pochi mesi fa, non solo perché è stato uno dei più importanti artisti contemporanei fiorentini ma anche perché è stato l'ultimo assistente di Alighiero Boetti.
Le presentazioni in catalogo, edito nella collana dell'Accademia, sono della prof.ssa Cristina Acidini, Presidente dell'Accademia, di Dario Nardella, Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, del curatore Luca Tomìo e di Agata Boetti, figlia dell'artista e Direttrice dell'Archivio Alighiero Boetti di Roma.
La mostra è promossa e organizzata dall'Accademia delle Arti del Disegno in collaborazione con l’Archivio Alighiero Boetti di Roma, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze.
Dopo le grandi retrospettive internazionali che hanno consacrato Alighiero Boetti come uno dei grandi maestri del XX secolo, l’Accademia delle Arti del Disegno ha organizzato una mostra incentrata sui “pensieri” che l’artista fece ricamare fin dal 1971 dalle donne afghane. È nel marzo del 1971 che Boetti intraprende il primo viaggio a Kabul e si recherà personalmente in Afghanistan almeno due volte l’anno, fino al 1979.
La mostra intende lasciar affiorare i “pensieri” che Boetti faceva ricamare dalle donne afghane, dando così voce all’artista, seguendo semplicemente il filo del suo “pensiero” ed è arricchita dalle fotografie delle ricamatrici realizzate dalla fotografa americana Randi Malkin Steinberger, presenti sia nel catalogo che in esposizione.
Come afferma Agata Boetti, figlia dell'artista e Direttrice dell'Archivio Alighiero Boetti di Roma, “Se si accetta di allontanarsi dall’idea ormai tristemente stabilita che la semplicità sia sinonimo di stupidità e la complessità d’intelligenza, i ricami di Boetti sono semplici, da osservare, da capire, da apprezzare e da amare: evidenti, universali, assoluti, filosofici, poetici e bellissimi”.
La collaborazione con le ricamatrici afghane proseguì a distanza, seppur con grandi difficoltà, anche dopo l’invasione sovietica del '79 e riprese solo alla metà degli anni ‘80 a Peshawar, nei campi profughi afghani in Pakistan dove, sul confine afghano, Boetti predispose la ripresa della collaborazione con le ricamatrici profughe dall’Afghanistan, dimostrando così, tangibilmente, il forte legame ed il profondo rispetto che li legava, tanto che, prosegue Agata Boetti, “si assicurava regolarmente che le condizioni di lavoro fossero ottimali e, soprattutto, che le ricamatrici non fossero bambine. Era importantissimo per lui”.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno ha dichiarato: “Alla luce della storia degli ultimi decenni, Alighiero Boetti ci appare non solo come un grande artista, di quelli che segnano la propria epoca con opere destinate a restare ammirate e valide nel tempo, ma anche come un intuitivo, autentico profeta, che oggi sarebbe forse un ambasciatore di pace fra i popoli di questo tormentato pianeta. Un’Accademia come la nostra non può che riconoscersi in un processo che vede protagonista il Disegno, dallo schema progettuale all’ultimo punto dato sulla stoffa, in quel profondo riconoscimento del lavoro umano che Alighiero Boetti ha saputo elevare al livello della più alta espressione dell’arte”.
La mostra è dedicata ad Andrea "Bobo" Marescalchi, che è mancato pochi mesi fa, non solo perché è stato uno dei più importanti artisti contemporanei fiorentini ma anche perché è stato l'ultimo assistente di Alighiero Boetti.
Le presentazioni in catalogo, edito nella collana dell'Accademia, sono della prof.ssa Cristina Acidini, Presidente dell'Accademia, di Dario Nardella, Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, del curatore Luca Tomìo e di Agata Boetti, figlia dell'artista e Direttrice dell'Archivio Alighiero Boetti di Roma.
La mostra è promossa e organizzata dall'Accademia delle Arti del Disegno in collaborazione con l’Archivio Alighiero Boetti di Roma, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze.
Inaugurazione
giovedì 14 aprile,
ore 18.00
Sala
Esposizioni
dell'Accademia delle
Arti del Disegno
via Ricasoli, 68 (angolo Piazza San Marco), Firenze
La mostra sarà visitabile fino al 20 maggio nei seguenti orari:
da martedì a sabato: ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 19.00
domenica: ore 10.00 -13.00
Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
Per ulteriori informazioni: Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4, 50123, Firenze www.aadfi.it www.facebook.com/aadfi Telefono: 055 219642 Email: info@aadfi.it ufficiostampa@aadfi.it
via Ricasoli, 68 (angolo Piazza San Marco), Firenze
La mostra sarà visitabile fino al 20 maggio nei seguenti orari:
da martedì a sabato: ore 10.00 - 13.00 / 17.00 - 19.00
domenica: ore 10.00 -13.00
Lunedì chiuso.
Ingresso libero.
Per ulteriori informazioni: Accademia delle Arti del Disegno
Via Orsanmichele, 4, 50123, Firenze www.aadfi.it www.facebook.com/aadfi Telefono: 055 219642 Email: info@aadfi.it ufficiostampa@aadfi.it
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