RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 3 aprile 2015

Il caso Costa Rica e tanto altro...

Le cronache dell'arte hanno visto nei giorni scorsi lo "scandalo" del caso Padiglione Costa Rica alla prossima Biennale di Venezia.
In realtà il tutto nasce da il comunicato stampa pubblicato dal grande artista Umberto Mariani che qualche giorno prima ha divulgato il documento dove denunciava i fatti (che pubblico di seguito)...




Sembra che tutto il mondo dell'arte e della cultura si sia indignato!
Ma cosa si indignano a fare?
Da diverse edizioni questo giochino va avanti... e molti lo sanno e lo sapevano!
Onore, certo a Umberto Mariani che ha avuto la voglia, e forse anche il coraggio, di dire basta!
Ma ora come in passato, questo trend sembra e speriamo sembrava, essere un costume oramai consoloditato.

Come spesso ho sostenuto, meglio allora per un artista, partecipare ad un evento collaterale e riconosciuto, dove, di norma, si presenta un progetto e se questo viene accettato dalle varie commisioni, solo allora si paga la tassa di iscrizione alla Biennale piuttosto che ad un Padiglione a pagamento!

Ma fosse solo questo il mal costume nel mondo dell'arte! 
 
Oggi, e la crisi sembra che abbia accentuato ancor di più il fenomeno, si può comprare praticamente tutto all'interno del sistema arte. 
Esistono gallerie "Affitta/camere", quando si tratta di mostre in galleria o "affitta/pareti" nel caso di esposizioni fieristiche. Dove anche artisti non propriamente tali, hanno la possibilità di proporsi e mostrare il loro lavoro, frutto di qualche ora di tempo libero, con grande velleità e poca autocritica. 
Ci sono critici e curatori "un tanto al rigo", quando addirittura non si trasformano in venditori loro stessi.
Annuari, premi e riviste in vendita al centimetro quadrato e così via, gli esempi potrebbero andare avanti per pagine... 

Fortunatamente questo "sistema tossico" è marginale ed ancora esistono etica. professionalità e meriti. 

E questo, nella maggior parte dei casi. 

sabato 13 luglio 2013

Dalla newsletter di Flash Art una riflessione di Padron Politi degna di attenzione

Qualche giorno fa mi è arrivata la consueta newsletter di FLASH ART.

Riporto, in quest post, la riflessione che fa Giancarlo Politi a proposito della presenza di artisti italiani nelle Kermesse che contano...


 
Ma l'artista italiano è meno bravo dei suoi colleghi europei, americani, asiatici?
Cari amici, vista la quasi totale latitanza degli artisti italiani giovani o di mezza età dalle principali rassegne internazionali e dalle grandi mostre museali (a eccezione della Biennale di Venezia e dell'ultima Documenta, diretta da una curatrice italiana: ma in tutte le altre grandi mostre zero giovani italiani), oltre che dalle gallerie più autorevoli, mi chiedo se la ricerca della giovane arte italiana di oggi e' su una strada ch! e non coincide con la ricerca generale. Oppure bisogna pensare che i nostri artisti sono meno bravi? Altrimenti come spiegate che alle grandi rassegne partecipano artisti di tutti i paesi (oltre agli USA, Cina, Gran Bretagna, Germania, Francia, sono venuti alla ribalta artisti brasiliani, filippini, indonesiani, ecc.). Troppo facile dire che l'Italia non ha un sistema dell'arte (musei, istituzioni, gallerie) che difenda i propri artisti: non credo che proprio tutto dipenda da questa assenza. E allora come la mettiamo? Noi italiani siamo veramente meno bravi degli altri? Oppure l'arte segue la decadenza di un paese e viene con esso emarginata? Vi sembra che un pittore italiano sia meno bravo di un pittore americano, inglese, indonesiano? Le mie non sono domande retoriche ma la constatazione oggettiva di fatti, confermatami anche da numerosi osservatori internazionali. Quali sono oggi i giovani artisti con una visibilità internazionale? Oltre a Maurizio Cattela! n, ormai decano, e Rudolf Stingel, anche lui protagonista della scena da qualche anno, e Francesco Vezzoli che invece sta emergendo con forza, chi sono gli altri artisti con un po' di visibilità? Paola Pivi, Enrico David, Lara Favaretto, Pietro Roccasalva, Piero Golia, Francesco Arena, Nicola Martini? Ma si tratta di visibilità spesso limitata a una città o a una galleria o a una mostra, con un mercato ridotto e molto zoppicante. Parlando l'altro giorno con un responsabile di un'importante asta internazionale, mi diceva che oggi i soli artisti italiani apprezzati dal mercato internazionale sono: Fontana, Burri, Manzoni, Castellani, Boetti, De Chirico, Morandi; Cattelan e Stingel quando ci sono. Si ottengono ottimi risultati di fronte a opere significative di Pistoletto, Calzolari, Penone. Ma stiamo parlando di quasi cento anni di arte italiana. Possibile che il suo riconoscimento internazionale debba essere ridotto a questi pochi nomi?

Qual è la vostra opinione, cari amici? Perché l'arte giovane italiana non decolla? Colpa del paese immobile, delle istituzioni, delle gallerie private o (come io in parte ritengo) mancanza di confronti seri, a livello nazionale e internazionale.

Vogliamo parlarne?

Grazie.


Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it

venerdì 8 febbraio 2013

Sono stato al Flash Art Event e...



Confesso, ero estremamente scettico... ma mi devo ricredere. 
Sono stato al Flash Art Event (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2013/02/flash-art-event-2013.html) e mi è veramente piaciuto. 

Complimenti a Politi. 

Ottima organizzazione, bello lo spazio, più che interessante la proposta. 
Pochi esposidori ma di qualità.
Anche il "clima" mi è sembrato più che ottimista. 
E cosa molto importante, ho visto finalmente ritornare il sorriso sulla faccia di diversi galleristi... 

L'inizio di una nuova era?

Comunque...
merita veramente la visita!

la "volta" dell'ex palazzo del ghiaccio, sede di Flash Art Event

lunedì 4 febbraio 2013

Flash Art Event 2013



Flash Art Event

Un grande evento per la città di Milano:
ideato da Flash Art, rivista leader per l’arte contemporanea in Italia e nel mondo, e prodotto da Enrica de Biasi per Les Enfants Pictures srl:
dal 7 al 10 febbraio 2013, a Palazzo del Ghiaccio, 80 mostre personali e progetti curatoriali, per un pubblico appassionato, entusiasta, che vuole vedere, conoscere e acquistare arte.

In collaborazione con le più dinamiche gallerie d’arte italiane e internazionali e attraverso preziose cooperazioni con musei e istituzioni; un progetto ambizioso che non è solo una fiera d’arte ma un originale evento culturale dal format fortemente innovativo, che passa attraverso un’altissima selezione curatoriale, ideata da Flash Art con la collaborazione delle gallerie partecipanti.

flash art event con le sue 80 mostre, vuole essere uno spaccato dell’arte di oggi in Italia: per questo sarà un evento straordinario, pieno di sorprese per gli espositori e per il pubblico nuovo, appassionato, in cerca di emozioni, di arte innovativa e novità, a partire dalla sede: Palazzo del Ghiaccio, uno straordinario luogo della tradizione artistica e culturale di Milano, pronto ad accogliere la rassegna e i suoi ospiti. Una grande mostra d’arte, italiana e non, per un Flash Art che si fa show; attenta alle mutate esigenze dell’arte contemporanea, Flash Art si pone l’ambizioso obiettivo di una nuova sfida: portare le sue competenze nell’ambito degli


eventi fieristici, con un nuovo approccio, fresco, giovane, dinamico.
Ma soprattutto un omaggio alla città di Milano, al suo storico rapporto con l’arte contemporanea che ne ha fatto la capitale italiana del collezionismo e che ne mantiene sempre il primato.: un evento caratterizzato da incontri, aperture e divertimento per tutti gli appassionati dell’arte, che avranno a disposizione una meravigliosa e inusuale cornice per incontrare gli artisti emergenti, le gallerie più propositive,

i collezionisti più attenti, i critici e curatori più sensibili e preparati nel panorama dell’arte di oggi.
Grazie alla partecipazione di affermate aziende, leader nel loro settore e partner di flash art event, e alla collaborazione con alcuni tra i principali musei italiani, saranno inoltre realizzati una serie di progetti di giovani artisti, selezionati dai musei stessi, ed esposti durante flash art event.

Flash Art, da sempre leader nell’innovazione e specializzata nella creazione di eventi di grande successo, quali Aperto ‘93 alla Biennale di Venezia (che ha visto l’esordio di Damien Hirst, Maurizio Cattelan, Matthew Barney, John Currin, Félix Gonzalez-Torres) la Biennale di Tirana nel 2001, e dal 2003 la Biennale di Praga, la maggiore rassegna dell’Europa Orientale, ora ci presenta una nuova creazione innovativa e che vuole lasciare il segno a Milano e in Italia: flash art event.

giovedì 22 novembre 2012

Flash Art diventa mostra...


Flash Art Event (WWW.FLASHARTEVENT.IT)

Flash Art diventa mostra dalla parte delle gallerie. 
A un prezzo veramente rivoluzionario e con una visibilità massima. Oltre all'ingresso gratis per tutti.

Flash Art Event (Milano, Palazzo del Ghiaccio, 7-10 Febbraio 2013) non sarà la solita fiera, ma una grande mostra d'arte dalla parte delle gallerie e! degli artisti. Flash Art Event vuole essere una grande mostra di arte italiana e no, circa 80 stand con mostre personali o progetti curatoriali, per un pubblico giovane, curioso, appassionato e che non frequenta più le altre fiere, ormai stanche e in netto declino. Flash Art Event vuole essere un omaggio di Flash Art a Milano, al suo storico rapporto con l'arte contemporanea che ne ha fatto la capitale italiana del collezionismo e che, malgrado i tempi, ne mantiene sempre il primato.
Flash Art Event con le sue 80 mostre, vuole essere uno spaccato dell'arte di oggi in Italia: per questo sarà un evento straordinario, pieno di sorprese per gli espositori e per il pubblico nuovo, appassionato, in cerca di emozioni e di ! arte nuova.
La mostra si terrà al Palazzo del Ghiaccio (www.palazzodelghiaccio.it), straordinaria sede della tradizione artistica e culturale di Milano e una splendida cornice per accogliere la rassegna e i suoi ospiti.
Ma la grande novità di questa manifestazione di alto profilo, oltre all'ingresso gratis per tutti i visitatori, sarà il prezzo di partecipazione, assolutamente competitivo con qualsiasi altra fiera e come risposta al momento storico che stiamo attraversando.
In Flash Art Event la galleria e l'artista avranno una visibilità straordinaria, unica nel suo genere, ad un prezzo assolutamente competitivo...

Per ulteriori informazioni scrivere a:

giancarlo.politi@tin.it 
e  

mercoledì 25 luglio 2012

dalla newsletter di Flash Art

Leggo su la newsletter che ricevo da Giancarlo Politi, direttore di Flash Art www.flashartonline.it/, la rivista d'arte contemporanea più letta d'europa, questa "provocazione" da parte di Massimo Minini, noto gallerista italiano, che 'copio ed incollo' così come l'ho ricevuta... provocazione o drammatica realtà?

Giancarlo Politi
Un sasso nello stagno?

Così si potrebbe definire questo scritto di Massimo Minini, che doveva essere pubblicato in Flash Art ma che io ho preferito inviare subito come Newsletter a tutti i nostri lettori, durante o prima le vacanze, per aprire un possibile dibattito.

Questo e i precedenti governi sono riusciti a mettere sul lastrico il sistema dell'arte italiana, sino a due-tre anni fa un fiore all'occhiello del paese e orgoglio della nostra cultura e con un numero di collezionisti piccoli e grandi, giovani e no, da esserci invid iato in tutto il mondo. Collezionisti come assidui e competentissimi frequentatori di tutte le gallerie e fiere d'arte nazionali ma anche frequentatori e clienti delle maggiori gallerie e fiere internazionali: il terrorismo fiscale, anche piuttosto plateale, a cui è sottoposto questo paese, li ha allontanati dall'arte e dalle gallerie italiane (Massimo Minini confessa che ora solo il 20% del suo fatturato è riconducibile all'Italia), per spingerli (almeno i più determinati), ad acquistare all'estero. Una famosa gallerista francese, mi confessava che negli ultimi mesi, i suoi collezionisti italiani sono più che quadruplicati. Dall'altro canto Getulio Alviani, dal suo minuscolo rifugio di Cortina, invece mi dice che la mitica cittadina delle vacanze degli italiani è deserta e stremata: le vetture proseguono per l'Austria oppure decidono di recarsi a Saint Moritz ma nessuno osa trattenersi più a Cortina, dove gli alberghi sono sprangati e i nego zianti disperati.

Da settembre-ottobre una parte della redazione e ufficio marketing di Flash Art si trasferirà a New York, dove la vita è normale e ancora venata di ottimismo, dove tutti pagano tasse sopportabili e molti comperano arte senza doversi sentire in colpa.

La proposta di Massimo Minini è una provocazione? Può essere. Ma se alcune gallerie italiane dovessero trasferirsi a Chiasso o Lugano (come è già avvenuto) non si gridi allo scandalo. Io credo che tra poco ogni italiano avrà il diritto di chiedere lo stato di rifugiato politico.
Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it


Massimo Minini
Tutti a Ponte Chiasso?
E se dieci gallerie italiane di un certo peso aprissero una filiale a Ponte Chiasso? Be’, sarebbe forse un gesto clamoroso, non vi pare, cari colleghi?

Se ci trovassimo in dieci che vanno d’accordo, con idee simili, che non ne possono più dell’Iva al 21 e poi il 23% della SIAE che pretende il 4% quando comperi da un notaio, un altro 4% quando vendi a un avvocato, e farà tra poco 23+8%= 31%!...

Voi mi dite, anzi mi insegnate, che così andiamo a sbattere, tra poco.
Quando cominceremo a spararci a una tempia, a impiccarci anche noi o a buttarci giù da un balcone?

Invece di suicidarci propongo un’azione clamorosa da un lato e necessaria dall’altro.
Poi ognuno di noi dieci potrà scegliere se chiudere la galleria in Italia o tenerla.
Intanto avremo almeno lanciato un a provocazione, posto un problema, evidenziato una situazione insostenibile.

Perché i nostri colleghi d’oltralpe ci fottono regolarmente vendendo con Iva al 5,5% i francesi, 7% i tedeschi, 8% gli svizzeri e questi anche senza Siae. Perché gli americani non hanno né Iva né dds e noi stupidi sì?
Perch&eacu te; una classe politica di ladri europei ci ha messo nella merda? Da chi hanno preso i soldi? Perché la lobby degli artisti che conta centomila iscritti ha fottuto la lobietta dei galleristi che hanno solo duemila associati nella F.E.A.G.A. (la federazione europea della nostra categoria)?
E dove vanno veramente i soldi che diamo alla Siae quando questa non trova il de cuius?

Se aprissimo a Ponte Chiasso una sede comune, ci organizzassimo delle mostre, bene inteso, e ci facessimo transitare le nostre vendite, anche quelle verso l’Italia, risparmieremmo, noi e i nostri collezionisti, una montagna di soldi e riusciremmo a contrastare la concorrenza che oggi, con i prezzi che girano, ci supera sempre di un bel 20% circa e scusate se è poco.
Niente di personale, anzi sono amici, ma quando Dabbeni a Lugano o Verna e Hauser & Wirth a Zurigo espongono Paolini, Dan Graham o Jason Rhoades, se io fossi un collezionista milanese ci andrei di volata (naturalmente già lo fanno... e fanno bene).

Ghada Amer un mese fa a New York mi chiedeva come mai io non vendo le sue opere mentre Cheim & Read ne vendono tante proprio agli italiani! E mi chiedeva come mai noi ci lamentiamo che in Italia il mercato è finito, mentre collezionisti italiani comperano bellamente più di prima e a manetta.
Dunque chiamiamo dieci gallerie, non di piu', ma tutte assieme per costituire un fatto clamoroso.
Già molte gallerie italiane lo hanno fatto individualmente, alla chetichella, anticipando i tempi e vedendo lontano.
Sperone in Usa e Svizzera, De Cardenas in Svizzera, Tornabuoni Svizzera e Francia, Continua in Francia e Pechino... Altri hanno scelto Londra (De Carlo, Sprovieri, Corvi Mora, Greengrassi, ma non dimentichiamo John Eskenazi o Pescali...), E Massimo Martino, caro amico, che lo aveva capito vent’anni fa? Chissà cosa pensava di noi, quelli che restano, tanto per fare citazioni. D’altronde con i pezzi e i prezz i che aveva lui dall’Italia non sarebbe mai stato possibile.
Insomma, potremmo tenere la casa madre qui e una vetrina fuori, altri potrebbero fare il contrario, dipende dai singoli.
Ma un bel gesto collettivo farebbe sicuramente notizia.
Sono sempre stato contrario ad abbandonare l’Italia. Andarsene significa mollarla al suo destino, spingerla alla deriva.
Però a stare qui faremmo la fine della Costa Concordia: a forza di fare inchini ce lo prenderemo nel sedere.
Naturalmente niente da eccepire, la cosa può anche avere una côté piacevole...
Massimo Minini massimo@galleriaminini.it

mercoledì 25 gennaio 2012

Lo sfogo di Politi

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Non sempre sono d'accordo con Giancarlo Politi (Direttore di Flash Art), come è normale che sia, ma questa volta non posso fare altro che condividere in pieno queste sue riflessioni/considerazioni che sono state inviate attraverso newsletter a tutti i suoi lettori.



FIERE D'ARTE? S.O.S.

Tra due giorni inaugurerà ArteFiera Art First di Bologna, la più antica, popolare e autorevole fiera d'arte italiana. Dal 12 al 15 aprile sarà la volta di MiArt, la fiera milanese sempre in procinto di decollare; a ottobre ArtVerona, la sola che offra più di quanto possa dare; mentre a novembre avrà luogo l'ambiziosa Artissima, ancora più che mai alla ricerca di una consacrazione sul mercato e con il nuovo Direttore in fase di designazione. Tempi duri per tutti e dunque anche per le fiere d'arte, soprattutto per quelle italiane che, però, a differenza delle gallerie e dei musei impegnati nella lotta della sopravvivenza, pensano ancora di vivere il periodo delle vacche grasse e non accennano a diminuire, ma che dico, a dimezzare i loro prezzi di ammissione.

Purtroppo né da Bologna né da MiArt, né tantomeno da Artissima giungono indicazioni in tal senso, come se nessuno si rendesse conto delle difficoltà in cui stanno operando le gallerie italiane.


Eppure se non si riducon o i costi di partecipazione o non si creano sezioni low cost per le giovani gallerie, le fiere nostrane sono destinate al decadimento

Infatti, questa disattenzione nei confronti della realtà porterà a un forte abbassamento generale della qualità delle gallerie che potranno partecipare alle fiere.

Purtroppo ArteFiera Bologna, malgrado il nome Arte First, sarà condannata a diventare una fiera del mercato secondario, perché oggi, a parte Massimo De Carlo e pochissimi altri, non vedo quale galleria propositiva possa investire 10-15 mila euro (più spese varie) per partecipare a una fiera dai risultati molto incerti.

Ma la stessa sorte potrebbe toccare a MiArt e Artissima: senza una sorta di sezione propositiva, magari con spazi ridotti (3x4 o anche 3x3 m), da offrire alle gallerie più giovani e spazi alternativi a un prezzo politico di 1500-2000 euro, queste fiere non avranno alcun ricambio e diventeranno l'ospizio del mercato secondario e bassamente commerciali. Dunque non più Art First bensì Art Second o addirittura Art Third (in senso di mercato). Allora i responsabili di queste rassegne la smettano di arroccarsi nella torre d'avorio e scendano tra la gente dell'arte, per cercare di capirne aspettative e problematiche

Un modo semplice per ridurre i prezzi di ammissione

Le fiere sono organismi commerciali e non musei, pertanto io suggerirei loro di devolvere tutte le entrate provenienti dal fund raising o dagli sponsor o istituzioni per diminuire radicalmente i costi di partecipazione, anziché dissanguarsi in mostre o manifestazioni culturali collaterali. Si prenda l'esempio di Art Basel, la madre di tutte le fiere: nessuna partecipazione o spesa per most re, convegni o altro ma massima concentrazione a ottimizzare Art Basel stessa.


Torino scelga bene il nuovo Direttore ed eviti progetti culturali collaterali. E guardi anche a The Others.

Artissima sta scegliendo il nuovo Direttore. Un suggerimento struggente: si eviti il solito critico o curatore con ambizioni museali e che certamente userà Artissima per farsi traghettare su altri lidi e si privilegi invece il Direttore manager illuminato. Se fosse disponibile, perché non richiamare quel Roberto Casiraghi, l'ideatore di Artissima, che, malgrado il suo carattere spinoso, potrebbe essere l'uomo giusto per il suo rilancio? Soprattutto se lui porterà ad Artissima le idee e i contributi del low cost che ha espresso magnificamente nella sua fiera alternativa The Others: Artissima, con 50 gallerie giovani e propositive, italiane e straniere, al costo di 1500-2000 euro. Sarebbe una vera rivoluzione e un successo senza precedenti. La lista di queste 50 gallerie italiane e straniere di qualità? Chiun que la voglia, può richiederla a noi.


Purtroppo senza svolte radicali si muore

Le fiere italiane devono capire che senza svolte radicali, talvolta anche dolorose, si muore o si decade. Avete guardato la lista dei partecipanti ad ArteFiera di Bologna? Malgrado alcune ottime pre senze, l’abbassamento qualitativo generale rispetto agli anni precedenti è sotto gli occhi di tutti. Se invece Silvia Evangelisti, come io avevo suggerito gridandolo al vento, avesse aperto alle giovani gallerie, associazioni culturali e spazi alternativi, avremmo potuto avere una sezione straordinaria di arte nuova, con tutte le proposte e le promesse di oggi. ArteFiera ne sarebbe stata rivitalizzata e rinfrescata. Speriamo che questo appello venga raccolto da ArteFiera per la prossima edizione e dalle altre fiere già da quest'anno.

In ogni caso, buona ArteFiera a tutti.

Giancarlo Politi giancarlo.politi@tin.it

martedì 5 ottobre 2010

Riflessione su Cattelan... anzi su Politi 2

Il post precedente "Riflessioni su Cattelan... anzi su Politi":
http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/10/riflessione-su-cattelan.html
non si può dire sia passato inosservato, più di trecento contatti fra questa finestra, Paperblog e Lobo di Lattice.



La cosa, ovviamente, non può fare altro che compiacermi. Ma non lascia nessuno incolume...
anche Exibart si schiera, e lancia addirittura una raccolta di firme:
http://www.exibart.com/notizia.asp/IDCategoria/204/IDNotizia/33004

Ora la mia personale opinione è questa:
ritengo giusto lasciare l'opera di Cattelan, testimonianza intelligente ed attenta della nostra contemporaneità (anche se non la ritengo la più elevata espressione dell'artista...), lì dove è stata collocata. Per questo firmerò anch'io la petizione, ma per favore, non facciamo questo tipo di crociate inutili e sterili. Raccogliamo le firme per modificare lo stato di cose del "Sistema Arte"in generale, che mi sembra davvero abbia bisogno di nomi nuovi, idee nuove e gestioni più snelle!

lunedì 4 ottobre 2010

Riflessione su Cattelan... anzi su Politi

Non ho voluto, sinora, dare risalto alla mostra di Cattelan a Milano ed in particolare alla scultura L.O.V.E. in Piazza dei Mercanti, in quanto non penso che Cattelan abbia bisogno del mio spazio per aumentare la propria visibilità. Ora però mi vedo costretto a farlo. 
Sicuramente l'artista padovano è uno dei geni dell'arte contemporanea anche se personalmente non mi fa letteralmente impazzire (giudizio puramente personale). Abbonato alla Newsletter di FlashArt, oggi ricevo questa comunicazione:







Il DITO MEDIO di Maurizio Cattellan  
a Piazza Affari è il solo
simbolo di contemporaneità a Milano. 
 Per favore lasciamolo.

I nostri amministratori dovrebbero capire che 
il DITO di Maurizio Cattelan davanti alla Borsa, 
in Piazza Affari a Milano, rappresenta il solo e 
unico simbolo di contemporaneità, in u na città 
ansimante e affaticata come Milano. Sarebbe un 
vero e proprio delitto rimuoverlo. 
Si rimuovano invece tutte le altre sculture sparse 
nella diverse piazze della città, ormai obsolete e 
degradate. 
Invece il dito di Maurizio Cattelan, in marmo 
di Carrara, si iintegra perfettamente nell'architettura 
della Piazza e degli edifici attorno.

Il Sindaco Letizia Moratti, poco attenta ai segnali 
della cultura e dell'arte di oggi, ci regali per favore 
questo bellissimo segnale che il mondo ci invidia.
Giancarlo Politi
Direttore di Flash Art
  Allora, questo è quanto diffuso da Politi. 
Sono d'accordo con lui quando dice che l'opera 
di Cattelan rappresenta un simbolo di 
contemporaneità, ma che sia il solo e l'unico, 
mi sembra esagerato... Come del resto non 
condivido assolutamente quando promuove 
la rimozione di monumenti e statue dalle altre 
piazze... ma siamo impazziti? cos'è un nuovo 
motto futurista? e da dove pensa che nasca 
l'arte contemporanea? pensa che sia nata sotto 
una foglia di cavolo o rinnega che ci sia un 
percorso storico, sociale, intellettuale, 
evolutivo per arrivare al contemporaneo?!? 
Politi..., Politi..., ma cosa mi scrivi mai... 
mi sa che hai fatto un po' il tuo tempo... 

Video della cerimonia di inaugurazione di L.O.V.E.

http://www.flashartonline.it/interno.php?pagina=video_det&id=64&det=ok 

sabato 27 marzo 2010

Da FlashArt



Se non fosse che non sempre condivido i gusti di Giancarlo Politi... anzi li trovo a volte discutibili... in questo caso però non ha tutti i torti...

"Lettera aperta di Silvia Evangelisti di ARTE FIERA Bologna a
Giancarlo Politi

Caro Giancarlo,
come ogni anno, puntualmente, appena finita Arte Fiera, arriva una tua nota sulla manifestazione, e ogni anno, altrettanto puntualmente, il giudizio è fortemente critico.
Anzi, ogni anno più negativamente critico.
Evidentemente, nonostante i nostri sforzi, Arte Fiera peggiora ogni anno, a causa — come dici — della "cattiva regia organizzativa e forse di un degrado generale dell'arte e del collezionismo italiano".
E se non posso accollarmi tutto il "merito" della seconda affermazione (peraltro solo dubitativa: "forse") mi prendo volentieri la responsabilità della prima, come è doveroso nella mia qualità di direttore artistico di Arte Fiera e, dunque, rappresentante in primis de "l'innegabile decadenza e disordine mentale e culturale evidentissimo" che denunci essere la caratteristica dominante di Arte Fiera.
Forse, per superare questo stato di cose (comprese: la crisi economica mondiale, l'atavica debolezza del mercato dell'arte italiano, il sostanziale disinteresse delle istituzioni per i destini culturali del nostro Paese, ecc.), basterebbe "una mano energica", come dici tu, ma io credo che ci voglia molto di più.
A cominciare da un atteggiamento di fondo più solidale e collaborativo da parte di tutte le forze in campo; da una scelta decisa e inequivocabile a sostegno dell'arte italiana, degli artisti, dei direttori di musei, dei collezionisti, degli studiosi, di tutti coloro che, nonostante tutto, continuano a offrire il loro impegno per migliorare la condizione e la valorizzazione dell'arte italiana contemporanea. Chi bene, chi benissimo, chi modestamente.
Mi appare un po' troppo facile erigersi solo a giudice assoluto di tutto e di tutti (neppure la tua amata Artissima si salva!), dichiarando semplicemente l'impossibilità di fare qualcosa di buono in Italia e affossando qualsiasi tentativo, seppur limitato, di dare voce al mondo dell'arte contemporanea italiana che all'interno — è vero — mostra qualche caduta, ma che esprime anche qualità altissime, spesso "scoperte" dopo che qualche galleria o qualche museo straniero blasonato ce le indica.
Non sto a raccontarti che a molti — certamente privi degli "occhi attenti di chi conosce il sistema dell'arte" — Arte Fiera ha fatto un'impressione diversa da quella che hai avuto tu (se fossimo tutti d'accordo, che noia!), né a giustificare o puntualizzare scelte fatte.
Non credo, peraltro, che ciò potrebbe incidere minimamente sui tuoi giudizi.
Vorrei, invece, spendere qualche parola per tutti coloro che hanno preso parte, in un modo o nell'altro, ad Arte Fiera 2010: a favore dell'impegno delle gallerie che, nonostante abbiano passato un anno difficilissimo e stiano ancora vivendo momenti molto duri, hanno cercato di dare il meglio della loro competenza e professionalità nel selez ionare e presentare le opere dei loro artisti; a favore dei collezionisti italiani che tu coinvolgi indistintamente nel generale degrado, i quali sono considerati internazionalmente tra i migliori (non maggiori, bada, ma migliori) collezionisti del mondo dell'arte, invitati e coccolati dai più importanti musei così come dalle fiere più glamour e oggettivamente più rilevanti ed internazionali del mondo.
A favore dei Comitati di selezione che si sono avvicendati in questi anni, mettendo a disposizione di Arte Fiera, gratuitamente, la loro professionalità e le loro capacità per migliorare la manifestazione, creandosi più nemici che amici e impegnando generosamente il loro tempo per qualcosa che credono utile, non certo per una fiera "che sbanda paurosamente".
E infine, perché no, anche a favore di noi tutti che la fiera la "facciamo", magari, come dici tu, senza riuscire a sollevarla dalla sua condizione "obsoleta, quasi alla deriva".
Per quanto riguarda la seconda parte del tuo scritto, indirizzato personalmente a me, prendo atto volentieri dei tuoi consigli e ti assicuro che ne farò tesoro. Per quello che potrò.
Tutti noi, infatti, dobbiamo fare i conti con la realtà, che è purtroppo altra cosa dai desideri e dalle aspirazioni.
Sarebbe bellissimo poter organizzare una fiera con poche e selezionatissime gallerie, con un ampio spazio per le nuove ricerche, ospitando anche le associazioni no profit e il tutto a prezzi bassi.
Sarebbe bellissimo. Ma chi è nelle condizioni di farlo, non solo in Italia, ma in particolare in Italia?
Chi ha la capacità finanziaria di sostenere un'impresa simile?
E chi, nel nostro Paese, vorrebbe prendersi sulle spalle un tale impegno? Personalmente non ho conoscenza di alcuna volontà in questo senso, né nel pubblico né nel privato. Ma io, certamente, ho fatto il mio tempo e sono prontissima a cedere il passo a chi ha idee più fresche e mezzi (anche e soprattutto economici) per realizzarle.
Fammi sapere se conosci qualcuno in grado di affrontare positivamente questa sfida, e io le (o gli) darò tutto il mio appoggio. Per quel che vale.

Cordialmente
Silvia Evangelisti, Direttrice Arte Fiera Bologna
P.S.: vorrei ricordare, solo di sfuggita, che Arte Fiera ha anche un programma di iniziative culturali di tutto rispetto: dai convegni interni ai quali hanno partecipato rilevanti personalità internazionali, alle installazioni nel centro storico di Bologna, sino ad eventi straordinari — come quello davvero di importanza culturale mondiale — dell'incontro di due grandi protagonisti della cultura contemporanea come il compositore Arvo Pärt e l'artista visivo Bill Viola, ambedue presenti a Bologna, nell'Aula Magna di Santa Lucia, per una serata indimenticabile organizzata da Arte Fiera in collaborazione con l'Università di Bologna.
S.E.

GIANCARLO POLITI RISPONDE A SILVIA EVANGELISTI

Cara Silvia,
da sempre, a differenza di altri che sussurrano le proprie opinioni nel timore di essere ascoltati, io ritengo doveroso esercitare pubblicamente il mio ruolo di critico dell'arte (non d'arte). L'ho sempre fatto con le Biennali di Venezia, Manifesta, documenta e moltissime fiere. Ho sempre pensato, da frequentatore assiduo e attento di queste manifestazioni e del Sistema dell'arte, che spesso poche e semplici idee potrebbero rappresentare un lifting rigenerante per rassegne che mostrano ormai le rughe. Arte Fiera si presenta come una casa in disordine e dove una razionalità minima contribuirebbe a renderla molto più presentabile.
1) COMITATO DI SELEZIONE: Il mondo e il sistema dell'arte si evolvono più velocemente dei Comitati e delle fiere d'arte. Svecchiarli o eliminarli sarebbe un gesto di grande sensibilità e attualità. Hai mai visto un componente del tuo Comitato visitare un'altra galleria o altre fiere? Io mai. E nemmeno gli altri galleristi. Chiedi per convincerti. Dunque non servono a nulla, se non a costituire piccole lobby pro domo loro.
Dovresti essere tu, con un giovane critico o collaboratore informato e senza pregiudizi, a girare per gallerie e altre fiere e provvedere agli inviti per cercare di rinnovare lo spirito di Arte Fiera.
2) ASSEGNAZIONE DEGLI SPAZI E LAYOUT DELLA RASSEGNA: gli spazi dovrebbero essere assegnati secondo una logica di qualità e d’opportunità. Non si possono contrapporre gallerie con idee, modalità, stili, progetti e storie totalmente difformi, spesso antitetici. Ogni galleria dovrebbe vedere rispettata la propria storia ed essere collocata accanto al collega che non disturba l'armonia e la logica di una mostra. E le gallerie meno interessanti o di basso profilo (tante!) disporle in una area defilata. Ritengo che dovresti trovare il coraggio di indicare chiaramente quali sono le gallerie di serie A e di serie B. E magari anche di C. Con vantaggio per tutti: collezionisti, visitatori e le stesse gallerie collocate in queste aree.
Una mente grafica dovrebbe inoltre predisporre un'impaginazione della fiera, con chiare indicazioni segnaletiche degli spazi di ognuno, delle aree, dei servizi, e soprattutto dei padiglioni.
3) AREE DI RIPOSO: tutto il percorso di Arte Fiera dovrebbe essere costellato di panche per permettere il riposo a chi, dopo ore di peregrinazioni e di visite, è stanco e spesso affranto.
4) NUOVE AREE ESPOSITIVE: recuperare uno spazio di 300 metri quadri, dove invitare a prezzo politico (o anche gratuitamente) e attraverso una selezione attenta e severa, una decina di spazi alternativi o autogestiti, scegliendo ovviamente i più propositivi.
5) IL GIUDIZIO DI MOLTI ITALIANI E STRANIERI: cara Silvia, non farti ingannare dai falsi giudizi di chi non ha il coraggio di parlarti in faccia. Arte Fiera, che io ritengo in generale la migliore fiera d'arte italiana, si presenta veramente male. Non oso riportarti il giudizio di tanti osservatori italiani e stranieri. Ma non c'è bisogno, si vede a colpo d'occhio. Purtroppo il tragico tracollo del concetto di qualità in Italia ci porta ormai a tollerare e a salvare tutto. Persino le nostre trucide città.
6) COSTI DI PARTECIPAZIONE: so bene che non puoi farci nulla. Ma vorrei farti notare che i costi di partecipazione ad Arte Fiera, Artissima e Miart (pensate un po') sono quasi identici ad Art Basel, Frieze, FIAC, Armory. Roba da pazzi se si confrontano qualità e opportunità. Ma tant'è! Questa è la realtà del Bel Paese."