RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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giovedì 31 agosto 2017

OPEN 20 Tanti auguri!

I miei più sinceri auguri all'amico Paolo De Grandis che festaggia i vent'anni del suo OPEN

Un'edizione ricchissima, con ospiti illustri e tanti amici invitati:
dalla giovane Reverie all'indimenticato Salvatore Fiume, dall'amico Max Papeschi all'insotituibile Gianfranco Meggiato passando per Yoko Ono, Igor Mitoraj, Luigi Ontani e tanti altri




COMUNICATO STAMPA

OPEN Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni giunge quest’anno alla sua ventesima edizione. Un anno significativo che celebra il ventennio di un’idea, un’intuizione vincente, innovativa e rigenerante nel panorama delle manifestazioni di arte contemporanea. Venti anni di sculture, installazioni, happening e performance a testimonianza di quanto l’arte possa irrompere nell’ambiente esterno per attirare l’osservatore.
La mostra ideata e curata da Paolo De Grandis, co-curata da Carlotta Scarpa è organizzata da PDG Arte Communications con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Regione Veneto.

OPEN ripercorre la sua storia attraverso alcuni dei nomi più significativi dell’arte contemporanea che hanno partecipato a OPEN come Yoko Ono che presenterà in anteprima mondiale INVISIBLE PEOPLE un progetto dalla lunga elaborazione: una visione simbolica e metaforica del viaggio dei migranti, tra immaginazione e poesia per non dimenticare. Il ritorno all’Hotel Excelsior ed il ritorno di ORLAN con un’installazione site specific basata su Le Plan du Film, una serie importante concepita nel 2001 alla ricerca di quello che Jean-Luc Godard ha chiamato “l’inverso del cinema”: un’opera sulla creazione di un film all’inverso partendo dalla comunicazione e dalla pubblicità di un’opera cinematografica, unici aspetti, in questa geniale finzione, che rendono il film reale. E ancora Igor Mitoraj, Luigi Ontani, Federica Marangoni, Marco Nereo Rotelli, Gianfranco Meggiato, Amin Gulgee, Ferruccio Gard e Marianne Heske che in occasione di OPEN 1999 fece viaggiare un enorme sasso di 4000 anni fa dal villaggio di Tafjord e che ancora oggi staziona al Lido di Venezia.
Una tappa, un punto d’arrivo e di ripartenza, più consapevole e più rigoroso, sempre in linea comunque con la filosofia curatoriale del suo ideatore Paolo De Grandis. Diversamente infatti da ogni altro evento a carattere annuale, dal quale ci si potrebbe aspettare sempre qualcosa di nuovo, OPEN propone la sua linearità e la sua integrazione, aspetti maturati grazie alla semplicità dell’idea di fondo ed al suo contesto espositivo a cielo aperto: territori di esplorazione, punti di scambio e di confronto, spazi coreografici spesso aperti alla loro stessa trasformazione, luoghi in cui il visitatore negozia, in termini sia fisici che mentali, i contenuti delle opere esposte.
OPEN costituisce un grande parco pubblico, un intreccio di natura e cultura, interno ed esterno, biologico e tecnologico, pittura e multimedialità, sintesi dei caratteri e delle tendenze contemporanee. In tal modo il territorio diventa un osservatorio privilegiato, come mostra l'organizzazione di questo importante evento che si proietta in una dimensione nazionale e internazionale.
OPEN si avvale quest’anno della collaborazione curatoriale di Jon Hendricks per la partecipazione di Yoko Ono, Philippe Daverio per Giuseppe Verri, Luca Beatrice per Gianfranco Meggiato e poi ancora Chang Tsong-zung, Niilofur Farrukh, Tamara Li, Nevia Capello, Serena Mormino, Bianca Laura Petretto, Elga Wimmer, Umberto Zampini e Flavia Vago.
In occasione dell’inaugurazione sarà presentata la performance della giovane artista Reverie che con PourOntani farà una dedica a occhi aperti al Maestro Luigi Ontani che non prevede alcun tipo di ri-citazione/recitazione, artificio o espediente. Si tratta di necessità e di vita: i tableaux-vivants, i lavori dal vivo e soprattutto la viva eco di “VivArte”. Parallelamente Richard Humann presenterà Ascension che per OPEN 20 si arricchisce di nuove costellazioni che si sovrappongono a quelle già esistenti nel nostro cielo notturno. L’opera di Humann sfrutta con grande maestria la tecnologia: è sufficiente che lo spettatore rivolga lo smartphone o il tablet verso il cielo per godere di questo spettacolo di realtà aumentata.
Sarà inoltre indetta l’ottava  edizione del Premio Speciale Arte Laguna che sarà assegnato ad un giovane artista selezionato dalla giuria del Premio Arte Laguna. Tale premio offrirà al vincitore la possibilità di figurare tra i finalisti del Premio Arte Laguna 2018 ed esporre nell’ambito del circuito organizzato dalla stessa associazione.
OPEN con la forza di questa sua formula straordinaria contribuisce a modificare il tessuto di una città, rendendola piattaforma internazionale di opere a cielo aperto, per insegnare ad un pubblico stupito una nuova, involontaria, stupefacente fruizione dell’arte nella dinamica leggera di una passeggiata fuori da pareti e perimetri troppo connotati e contenitivi che poi muta nella visione il suo contenuto.

ARTISTI PARTECIPANTI

Nutopia
Yoko Ono
Belgio
Phil Akashi
Francia
ORLAN
Germania
Günter Sponheuer
Giappone
Kengiro Azuma
Islanda / Cina
Inga Svala Thorsdottir e Wu Shanzhuan
Italia
Giancarlo Bozzani, Stefano Bressani, Nando Crippa, Gillo Dorfles, Marco Fioramanti, Laura Fiume, Salvatore Fiume, Ferruccio Gard, Resi Girardello, Alessandro Manfredini, Gaspare Manos, Federica Marangoni, Davide Medri, Gianfranco Meggiato, Lucio Micheletti, Luigi Ontani, Max Papeschi, Antonio Paradiso, Gabriele Polidori, Maurizio Radici, Reverie, Marco Nereo Rotelli, Giuseppe Verri, Nanda Vigo, Laura Zeni
Norvegia
Marianne Heske
Pakistan
Amin Gulgee
Perù
Ana Maria Reque
Polonia
Igor Mitoraj
Ucraina
Yana Rusnak
USA
Richard Humann

venerdì 7 marzo 2014

MOSÉ - Illustrato da Pietro Annigoni, Ercole Pignatelli, Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Gianfrancesco Gonzaga e Domenico Purificato

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MOSÉ
Illustrato da Pietro Annigoni, Ercole Pignatelli, Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Gianfrancesco Gonzaga e Domenico Purificato


Inaugurazione sabato 29 marzo alle ore 17.00
Padiglione Neoclassico di Villa Filippini - Besana in Brianza (MB)
(ingresso dal Parco)



L’Associazione Amici dell'Arte di Aligi Sassu propone per il periodo quaresimale il consueto appuntamento con la tematica religiosa, presentando delle illustrazioni bibliche affiancate ai testi che le hanno ispirate.

Nel 1984, sei personalità della cultura figurativa italiana partecipano alle illustrazioni di un volume su Mosè a cura del Centro Lombardo Arte, diretto da Bruno Scajola e con una tiratura di 114 esemplari più qualche prova d’artista.

Pietro Annigoni, Ercole Pignatelli, Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Gianfrancesco Gonzaga e Domenico Purificato producono per l’occasione delle lastre litografiche legate a sei passi biblici della vita di Mosè. I testi, tratti dall’Antico Testamento e scelti dal Monsignor Enrico Galbiati (Dottore della Biblioteca Ambrosiana), sono preceduti da una prefazione del teologo e oggi Cardinale Gianfranco Ravasi, esplicativo dell’ importanza religiosa, oltre che artistica, attribuita alla pubblicazione.


Pietro Annigoni nasce a Milano il 7 giugno 1910. Vive tra Milano e Firenze, e partecipa sin da giovane al dibattito sull’arte, senza però far parte di movimenti o gruppi artistici, tanto da guadagnarsi presto la fama di personaggio fuori dai canoni. La tematica sacra, i ritratti e le incisioni sono tre comuni denominatori di tutta la sua produzione artistica. Nel 1936 Annigoni produce il suo primo ciclo di affreschi a tema sacro, una Deposizione per il convento mediceo di San Marco. Da questa data in poi sono diversi i cicli decorativi religiosi da lui creati (fra gli altri quelli per la chiesa di San Martino a Castagno d’Andrea, per il santuario della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Buggianese, per la Chiesa Maggiore dell’Abbazia di Montecassino e per la Basilica di Sant’Antonio a Padova). Annigoni muore a Firenze il 28 ottobre 1988.

Ercole Pignatelli nasce a Lecce il 18 aprile 1935. Nel 1953 si trasferisce a Milano, dove conosce l’opera di Picasso attraverso la prima mostra antologica dell’artista spagnolo a Palazzo Reale. Il soggiorno nel capoluogo lombardo gli permette di frequentare pittori, poeti e critici quali Salvatore Quasimodo, Lucio Fontana, Piero Manzoni e Milena Milani. Si trova presto a condividere gli interessi di rinnovamento del movimento culturale milanese, pur mantenendo sempre vivo il suo legame verso la sua terra, riconoscibile in paesaggi, colori e figure. Nel novembre 1954 vince il Premio San Fedele per i giovani, che gli viene consegnato dal maestro futurista Carlo Carrà. Da questo momento il suo percorso artistico diventerà ricco e appagante di riconoscimenti a livello internazionale.

Aligi Sassu nasce a Milano il 17 luglio 1912. Nel 1928 partecipa alla Biennale di Venezia con due dipinti di stampo futurista e invitato da Filippo Tommaso Marinetti. Questo è il periodo in cui, in antitesi con Novecento, nascono gli Uomini rossi, conseguenza della passione del maestro per Masolino e Beato Angelico. Nel 1934 e 1935 soggiorna a Parigi, dove studia l’Impressionismo e si appassiona alla politica. Tornato a Milano, partecipa ad azioni di disturbo antifascista e a diffusione di stampa clandestina, motivi per i quali sarà detenuto dall’aprile 1937 al luglio 1938. Nel periodo della sua reclusione, a Milano sorgeva Corrente, a cui Sassu partecipa anche con dipinti ideati in carcere. Alla fine degli anni Quaranta è invitato da Tullio Mazzotti a lavorare alla ceramica in Albissola insieme a numerosi altri artisti. Dal 1964 Sassu vive tra Milano e Mallorca, e proprio nell’isola spagnola muore il 17 luglio 2000.Sassu

Salvatore Fiume nasce a Comiso, in Sicilia, il 23 ottobre 1915. Pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo, nel 1936 si reca a Milano dove stringe amicizia con artisti e intellettuali quali Salvatore Quasimodo, Dino Buzzati e Raffaele Carrieri. Nel 1950 è invitato dalla Biennale di Venezia ad esporre il trittico Isola di Statue (ora nei Musei Vaticani). Nel 1975 Fiume propone alla cittadina calabrese di Fiumefreddo Bruzio di rivitalizzarne il centro storico con alcune sue opere, quali affreschi nell'antico castello semidiroccato e la cupola della Cappella di San Rocco. Sue opere si trovano in alcuni dei più importanti musei del mondo quali i Musei Vaticani, Il Museo Ermitage di S. Pietroburgo, il MoMA di New York, il Museo Puškin di Mosca e la Galleria d'Arte Moderna di Milano. Muore a Milano il 3 giugno 1997.

Gianfrancesco Gonzaga nasce a Milano il 12 giugno 1921, discendente da un ramo cadetto dei nobili di Gonzaga mantovani. All’inizio della seconda guerra mondiale, parte volontario con il Savoia Cavalleria partecipando, con lo squadrone "Fantasma", ad azioni di pattuglia nella steppa russa. In questo preciso periodo storico prende forma la pittura di un artista figurativo autodidatta. Il 1955 è l'anno del suo soggiorno in Spagna, paese che darà un accentuato senso alla sua tematica ed al suo colore. Nel 1962 dipinge una Via Crucis per la Chiesa della Medaglia Miracolosa di Milano, interessante esemplare della sua produzione a tematica sacra, anche se il soggetto più caro a Gonzaga è notoriamente il cavallo. L’artista muore a Milano il 2 ottobre 2007.

Domenico Purificato nasce a Fondi, nel Lazio, il 1 Novembre 1915 e si trasferisce a Roma nel 1933. La sua formazione artistica avviene negli anni che precedono la seconda guerra mondiale e la sua figurazione è affine a quella di pittori come Scipione, Mario Mafai e il primo Guttuso, per la volontà di rivivere e amplificare emotivamente la realtà. Alla fine della guerra aderisce al neorealismo e popola i suoi dipinti di scene di vita quotidiana. Si dedica alla scenografia teatrale e cinematografica e alla critica d'arte ed è direttore dell’Accademia di Brera fino al 1980. Notevole il numero di partecipazioni a mostre personali e collettive, nazionali e internazionali. Domenico Purificato muore a Roma il 6 novembre 1984.


La mostra resterà aperta al pubblico fino al 27 aprile 2014

Orario di apertura:
Sabato e Domenica: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Domenica 20 e lunedì 21 aprile chiuso
Giorni Feriali: su appuntamento
Sede: Via Viarana, 16 - 20045 Besana in Brianza (MB)
Informazioni: Tel./Fax 0362996368 – Cell. 3394943137

sabato 25 maggio 2013

Settimana dell'Arte 2013 by Casa d'Arte San Lorenzo



Ed eccomi, come tutti gli anni, a raccontarvi cosa succederà durante l'evento più importante dell'attività di Casa d'Arte San Lorenzo: 

la Settimana dell'Arte 2013

















 e non è tutto!!!
 

per avere ulteriori e maggiori informazioni:

venerdì 19 ottobre 2012

LE IDENTITÀ DI SALVATORE FIUME. 50 opere, anni ’40-’90

 Da non perdere!



LE IDENTITÀ DI SALVATORE FIUME. 50 opere, anni ’40-’90
a cura di Elena Pontiggia, Laura Fiume , Luciano Fiume, Alan Jones


Grattacielo Pirelli
Via Fabio Filzi 22, Milano 20126
dal 24 Ottobre al 23 Dicembre 2012

L’esposizione presenterà 50 opere - 25 dipinti, 15 disegni, 5 sculture e 5 ceramiche - realizzate dall’artista siciliano, ma lombardo d’adozione, in un arco temporale che dagli anni Quaranta arriva fino agli anni Novanta.

Dal 24 ottobre al 23 dicembre 2012, Palazzo Pirelli di Milano ospita un’importante personale che celebra la figura di Salvatore Fiume (1915-1997), a quindici anni dalla sua scomparsa.
Curata da Alan Jones, Elena Pontiggia, Laura e Luciano Fiume, promossa dalla Regione Lombardia e dalla Fondazione Salvatore Fiume, in collaborazione con ArteSanterasmo, la mostra, dal titolo Le identità di Salvatore Fiume, presenterà 50 opere - 25 dipinti, 15 disegni, 5 sculture e 5 ceramiche - in grado di tracciare una sintesi della produzione artistica di Fiume nella pittura, nel disegno, nella scultura e nella ceramica tra gli anni Quaranta e gli anni Novanta del secolo scorso, dimostrando come la sua personalità, pur rimanendo intatta nel corso degli anni, si evolse costantemente, concependo nuovi temi e sperimentando nuove tecniche.

Il percorso espositivo si snoda in due sezioni distinte: nella prima, s’incontreranno lavori realizzati tra gli anni '40 e gli anni '60, precedenti alla ‘rivoluzione’ stilistica che fece seguito al suo viaggio a Londra nella metà degli anni '60, mentre, nella seconda, si vedranno opere eseguite nel successivo trentennio.
La rassegna si apre con Cristo deriso dai soldati, un olio su masonite del 1946, firmato con lo pseudonimo di Francisco Queyo, un pittore gitano mai esistito, dietro il quale Fiume si nascose in attesa che la sua pittura di allora, ispirata al Quattrocento italiano e alla Metafisica di de Chirico e Savinio, raccogliesse i consensi che fino a quel momento non aveva ricevuto.
Il successo che i dipinti firmati F. Queyo – ispirati al folklore e alla tradizione spagnola - ottennero alla mostra tenuta alla Galleria Gussoni di Milano nel 1948, fu straordinario. Tutti i quadri vennero acquistati e un autorevole critico come Leonardo Borgese scrisse che molti artisti italiani avrebbero dovuto prendere ispirazione dal maestro spagnolo.
L’itinerario prosegue con 8 opere degli anni '40 e '50, ascrivibili al ciclo delle Città di statue, in cui è manifesta l’influenza dell’arte rinascimentale italiana, come quella delle ricerche metafisiche di de Chirico, Savinio e Carrà.
Fiume propose - questa volta firmando col suo vero nome - questi lavori alla Galleria Borromini di Milano nel 1949, riuscendo a impressionare l’allora direttore del MOMA di New York, Alfred Barr, che decise di acquistarne uno, da allora conservato nelle collezioni del museo americano. Le Città di statue contenevano degli elementi di novità, non solo rispetto alla pittura, ma anche rispetto a un ideale architettonico che prefigurava i futuri progetti di Fiume, costituiti da edifici geometricamente antropomorfi e zoomorfi.
La partecipazione alla Biennale d’Arte di Venezia del 1950 segnò l’incontro con Gio Ponti con il quale Fiume iniziò una lunga collaborazione che lo portò a realizzare enormi dipinti per i transatlantici di cui Ponti avrebbe curato gli allestimenti. In quello per il transatlantico Andrea Doria (48 m x 3) Fiume riprodusse svariati capolavori presenti nel nostro paese allo scopo di offrire ai viaggiatori diretti in Italia un’anticipazione di ciò che avrebbero ammirato dal vivo. Fiume creò una serie di spazi (piazze, vie, loggiati) nei quali inserì riproduzioni di opere di Giorgione, Verrocchio, Donatello, Raffaello, Leonardo, Tiziano, Michelangelo e molti altri.
In mostra vi sarà il bozzetto di uno dei grandi pannelli che decoravano il salone di prima classe dell’Andrea Doria, affondata nel 1956.
Ponti, da grande appassionato di ceramica, e raffinato ceramista egli stesso, apprezzava molto i lavori che Fiume realizzava con questo materiale, e li inserì spesso tra i suoi arredi. A Palazzo Pirelli si troveranno due piatti e tre sculture, tutti del periodo ‘metafisico’.
La prima parte dell’esposizione si chiuderà con il ciclo ispirato alla cultura Beat. Alla metà degli anni Sessanta, infatti, Fiume è a Londra, durante la straordinaria stagione della Swinging London. In quel vivace clima culturale nascono opere caratterizzate da una nuova libertà espressiva, evidente soprattutto in quelle realizzate su carta da parati o nei collage, composti da elementi estranei al linguaggio rigorosamente pittorico e che si discostano dai temi trattati da Fiume fino ad allora.
Un capitolo importante della rassegna milanese sarà dedicato alla figura femminile. In particolare, i due dipinti del 1957 e 1958, ispirati al tema della Donna e toro e della Donna e gallo entrambi caratterizzati da un’inedita sensualità, introducono un nuovo passaggio nell’arte di Fiume, sul piano della trasformazione tematica e su quello evolutivo della materia pittorica che, per la prima volta, si fa più luminosa, corposa ed espressiva, grazie anche alle stratificazioni e alle trasparenze ottenute con l’uso della spatola.
La mostra inoltre documenta un ulteriore approfondimento nella ricerca materica con la serie degli affreschi degli anni '80 - concepiti fin dall’inizio in funzione dello ‘strappo’ e della successiva trasposizione su tela - ispirati ai dipinti murari di Pompei e di quelli delle tombe etrusche di Tarquinia.
Nel 1989 Fiume si dedica a un ciclo di 10 Poemi giapponesi - due dei quali esposti a Palazzo Pirelli - nei quali reinterpreta i temi erotici dell’arte del Sol Levante del ‘700 e dell’800.
La parte dedicata alla pittura si chiude con un grande dipinto dal ciclo delle Ipotesi, in cui Fiume fa coesistere su un’unica tela elementi peculiari della propria pittura, come le Isole di statue, con citazioni da capolavori dell’arte europea (in questo caso da Raffaello, Picasso e de Chirico), esemplificando il concetto a lui caro della contemporaneità di tutta l’arte.
Il percorso si conclude idealmente con le sezioni dedicate rispettivamente al disegno e alla scultura. Nella prima, si potranno ammirare 15 lavori su carta, realizzati tra gli anni '40 e gli anni '80, che dimostrano come il segno di Fiume, pur evolvendo, sia rimasto inconfondibile per la sua forza espressiva. Nella seconda, opere plastiche caratterizzate dalla pluralità dei materiali utilizzati, come la ceramica, il bronzo, il legno e il poliuretano espanso. Tra queste, sono da segnalare le due sculture in legno, Mito africano del 1974, e l’Antropotauro, una figura ‘mitologica’ creata da Fiume sul modello del centauro, nella cui parte inferiore le forme del cavallo sono sostituite da quelle del toro.
Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Fondazione Salvatore Fiume.

Milano, agosto 2012

Salvatore Fiume. Note biografiche
Pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo, Salvatore Fiume nasce in Sicilia nel 1915. Dal 1931 al 1936 studia a Urbino al Regio Istituto per l’Illustrazione del Libro. Nel 1936 è a Milano dove frequenta artisti e intellettuali come Salvatore Quasimodo e Dino Buzzati. Nel 1938, alla Olivetti di Ivrea, diventa art director della rivista Tecnica e Organizzazione. Nel 1943 pubblica il romanzo Viva Gioconda!. Dal 1946, lasciata la Olivetti, si dedica completamente alla pittura stabilendosi a Canzo (Como), dove adatta a studio una filanda dell’Ottocento che in seguito diviene la sua residenza definitiva. Nel 1948 espone con successo a Milano una serie di suoi dipinti ispirati alla tradizione e al folklore spagnoli, firmandoli Francisco Queyo, un pittore gitano inesistente di cui inventa la storia di perseguitato politico esule a Parigi. Nel 1949 esordisce con il suo vero nome alla Galleria Borromini di Milano, dove le sue Isole di statue e Città di statue affascinano il direttore del MoMA di New York, Alfred Barr, che acquista una sua Città di statue. Anche la collezione Jucker di Milano acquista una sua opera in quella occasione. Nel 1950, su proposta di Alberto Savinio, Fiume partecipa alla Biennale di Venezia con il trittico Isola di statue (ora nei Musei Vaticani) che gli vale un’intera pagina della rivista americana “Life”. Dal 1952 collabora con la Scala di Milano come scenografo e costumista, firmando 8 allestimenti nell’arco di 15 anni, fra cui la Medea di Cherubini, del 1953, pietra miliare della produzione scaligera degli ultimi 50 anni, come l’Aida del 1957 al Covent Garden di Londra. Nel 1952 il grande architetto Gio Ponti gli commissiona un enorme dipinto (m 48x3) per il transatlantico Andrea Doria. Purtroppo, nel 1956 l’immensa tela affonda con la nave al largo dell’isola di Nantucket. Nel 1953 le riviste “Life” e “Time” gli commissionano una serie di opere per le loro sedi di New York. Fra il 1949 e il 1952, su invito dell’industriale Bruno Buitoni Sr, Fiume esegue un ciclo di dieci grandi dipinti sulla storia dell’Umbria ora conservati nella Sala Fiume di Palazzo Donini, a Perugia, sede della Regione. Nel 1962 una mostra itinerante porta 100 quadri di Fiume in diversi musei tedeschi toccando anche Colonia e Ratisbona. Nel 1967 esegue il bozzetto per il grande mosaico nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth.
Nel 1973 è in Etiopia dove dipinge le sue Isole su un gruppo di rocce nella valle di Babile, utilizzando vernici marine. Nella grande retrospettiva del 1974 al Palazzo Reale di Milano Fiume presenta per la prima volta la Gioconda Africana, ora nei Musei Vaticani. Nel 1978 dona trentatré opere ai Musei Vaticani e nel 1985 tiene una grande mostra a Castel Sant’Angelo a Roma. Del 1987 è l’esposizione De Architectura Pingendi allo Sporting d’Hiver di Montecarlo, inaugurata dal Principe Ranieri di Monaco. Nel 1991 espone i suoi progetti architettonici alla Mostra Internazionale di Architettura a Milano, al Palazzo della Triennale e nel 1992 i suoi dipinti a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma. Nel 1993 Fiume visita i luoghi di Gauguin in Polinesia e, in omaggio al grande maestro francese, dona un dipinto al Museo Gauguin di Tahiti.
Come scultore Fiume debutta ufficialmente nel 1994 alla Galleria Artesanterasmo di Milano. Realizza diverse sculture di grandi dimensioni, come la statua di bronzo al Parlamento Europeo di Strasburgo, le sculture degli ospedali San Raffaele di Milano e di Roma e la Fontana del Vino in bronzo a Marsala. Il Museo del Parco di Portofino ospita due suoi bronzi. Per i suoi meriti di scrittore, nel 1988 riceve una laurea ad honorem in Lettere Moderne dall’Università di Palermo. Sue opere si trovano in alcuni dei più importanti musei del mondo quali i Musei Vaticani, il Museo Ermitage di San Pietroburgo, il MoMA di New York e il Museo Puškin di Mosca. Muore a Milano il 3 giugno 1997.

DAL 24 OTTOBRE AL 23 DICEMBRE 2012

Milano, Palazzo Pirelli - Spazio Eventi 1° piano (via Fabio Filzi 22)

Ingresso libero

Catalogo: Fondazione Salvatore Fiume

Ufficio stampa

Simone Carriero
Lombardia Notizie
02-67655315
simone_carriero@regione.lombardia.it

mercoledì 22 agosto 2012

Dialoghi Contemporanei a cura di Giuseppe Filistad e Giuseppe Morgana



Artisti presenti:
Carla Accardi, Giulio D’Anna, Salvatore Fiume, Antonio Freiles, Emanuele Giuffrida, Piero Guccione, Renato Guttuso, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Giuseppe Mazzullo, Giuseppe Migneco, Fausto Pirandello, Fabio Salafia, Togo, Giuseppe Veneziano

giovedì 20 gennaio 2011

Di due giorni a Milano e altre storie...

Rientro da una due giorni in terra lombarda veramente intensi e produttivi...
Non sto qui a sottolineare i vari appuntamenti di lavoro di cosiddetta "routine" (trovare opere, incontrare collezionisti, proporre acquisti e quant'altro...) parlo di energie... di idee, di proposte, di progetti...


Ma andiamo per gradi.


Parto subito da una notizia veramente interessante: il Museo del Design di Torino (http://www.museodeldesign.it/index.jsp?ixPageId=102&ixMenuId=106 ), mi ha confermato (per ora in modo ancora ufficioso) la mostra personale di Karina Chechik presso la loro sede, curata da Monica Nucera Mantelli, Direttrice dello stesso, per il prossimo mese di novembre in contemporanea alla edizione di Artissima 2011. 
Con il prof. Luigi Meneghelli e l'artista Ester Negretti si sono messi a punto gli ultimi ritocchi alla mostra che si terrà il prossimo maggio a Como presso lo storico Palazzo del Broletto.


Risolutivo l'incontro con Ivan Quaroni, gli artisti Marco Mezzacappa e Valerio Melchiotti per gli ultimi step in previsione della mostra bi-personale che si terrà ad aprile presso la Galleria San Lorenzo, della quale vi darò a brevissimo ulteriori informazioni. 
Sempre con Ivan Quaroni presso la Obraz di Milano ho avuto l'opportunità di prendere visione della preziosità del progetto ITALIAN NEWBROW (vedi: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2011/01/italian-newbrow-incisioni-dei-misteri.html ). 

Una telefonata con Carlo Cane che mi ha confermato la sua presenza in una importante mostra madrilena (notizia ancora top-secret...). 


Mi ha lusingato l'invito, giuntami dalla Dott.sa D'Amelio, di entrare a fare parte del comitato scientifico della prossima edizione del Premio ArtGallery (http://www.associazioneartgallery.org/ ), cosa che, se non si va ad accavallare ad altri impegni già assunti, accetterò di buon grado. 


Grandi notizie mi sono arrivate anche dall'incontro avuto con Giuseppe Bombaci (in un futuro molto vicino: mostre, premi, spazi pubblici... insomma ancora una volta dimostra che, l'amico Giuseppe, è un vero talento da seguire sempre con maggiore attenzione.


Progetti ugualmente ambiziosi con Thomas Berra, con il quale, dopo un incontro molto produttivo, si messe le basi per confermare la sua valenza artistica anche oltre i confini di madre Patria. 


In tutto questo sono riuscito a ritagliarmi anche un po' di tempo per andare a visitare la mostra di Salvatore Fiume, ospitata in questi giorni negli ambienti di Spazio-Oberdan Provincia di Milano (http://www.provincia.milano.it/cultura/manifestazioni/oberdan/fiume/fiume_anticonformista.html ). Ogni volta che vedo una mostra di uno qualsiasi di questi "mostri" sacri del '900, mi rattristo. Il constatare come artisti di questo valore, di questa cifra pittorica  (e troppi sarebbero gli esempi da citare) negli ultimi anni della loro vita hanno mandato tutto in vacca, proponendo e propinando cose lontane dal loro vero essere grandi artisti, mi mette veramente malo umore!


E poi ancora grandi notizie su Roberto Braida (al quale dedicherò un post a breve), la conferma della partecipazione della Galleria San Lorenzo alla prossima edizione di Arte Accessibile (e anche questo sarà un prossimo argomento trattato in questa "Stanza") ed infine Papeschi e Attanasio, ma questa è un'altra storia...