la copertina di Arte&Arte |
Pier Toffoletti |
Sull'ultimo numero, ora in distribuzione, copertina dedicata al grande e prezioso amico Pier Toffoletti ed all'interno, l'articolo scritto dal sottoscritto....
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Un antico proverbio orientale
recita più o meno così: “è impossibile guardare due volte lo stesso fiume”. E
così avviene per l’opera di Pier Toffoletti. In continuo movimento, in continua
ricerca, in continua evoluzione.
L’artista friulano (classe 1957), riesce
sempre a stupire.
E’ così anche nell’ultima
evoluzione del suo percorso stilistico.
E’ lì che troviamo l’ennesima
metamorfosi.
Corpi e forme che si fondono
in un armonico abbraccio.
C’è dinamismo, c’è forza, c’è teatralità.
Le recenti esperienze di arte
performativa hanno, senza ombra di dubbio, partecipato alla nascita di questo
nuovo ciclo espressivo intitolato “Body Splash”.
Le figure indagate, ancora
una volta femminili (e come poteva abbandonare quel soggetto a lui tanto caro
che di fatto ha contribuito al consolidamento del suo successo) sono risolte in
maniera gestuale, istintiva.
Nascono da un ideale ed
ipotetico caos che tutto genera. Un lessico potente che permette a colui che
guarda di immergersi completamente nella tela, diventando a sua volta partecipe
e non più solo spettatore. Di fatto, la struttura filosofica dell’arte di
Toffoletti rimane immutata.
C’è spazio però all’innovazione. Il colore
sostituisce le biacche, le calci
che riempivano i lavori di
solo pochi anni fa come possiamo ben constatare nell’opera “senza tempo” che
qui ho voluto riproporre.
In quel ciclo il rimando ad
un classicismo era ben evidente, tangibile e tutto si risolveva con un
ipotetico ponte fra moderno, antico e contemporaneo.
In “Body Splash” è il
colore a fare la parte del leone. Tinte forti, a volte violente che danno forza
e movimento al tutto, che altrimenti risulterebbe statico.
Una volta c'erano correnti di
pensiero nell'arte (e nella letteratura) che spalancavano i cervelli come
fossero porte e tutto prendeva forma, e i pensieri volavano come volano a volte
i sogni. Ora con i “pensierini” che ci sono, si può al massimo aprire una finestra
per fare un po’ di corrente d'aria.
Per fortuna oggi c'è ancora qualche artista
senza tempo che veleggia e volteggia sul proprio sogno.
Pier è uno di questi.
Uno fuori dal coro, che fa tesoro
prezioso degli insegnamenti della grande storia dell’arte e dai grandi temi in
essa contenuti per farli propri.
Le sue, sono figure sospese: luce
della mente, della memoria, della vita.
Dal 95 ad oggi, ho visto uscire
dallo studio dell’artista il 90% delle opere e per chi è alla ricerca di
qualcosa di reale e concreto, l’opera di
Toffoletti è la giusta applicazione.
Un percorso corredato da
successi internazionali che lo ha visto protagonista da una all’altra sponda
dell’atlantico, passando per la terra degli zar e quella del sol levante.
Mostre, fiere, biennali e
pubblico sempre pronto a rimanere ammirato davanti al suo ultimo dipinto.
Il segreto del suo successo? Inarrestabilità
e curiosità.
Sempre alla ricerca di una
relazione fra uomo e ambiente. Una esperienza che affonda le radici nelle sue
esperienze speleologiche che lo hanno portato naturalmente a guardare dentro le
cose della vita, nelle viscere più profonde della terra e del genere umano.
Non essere oggetto di
indagine ma indagatore. Senza mai porsi domande ma sempre alla continua ricerca
di risposte.
Sono fresche, intriganti,
coinvolgenti queste ultime creazioni, dove la decorazione lascia posto alla
pittura, quella vera, quella dipinta senza però tradire le origini antiche
della preparazione “a fresco” che hanno caratterizzato da sempre la sua cifra
stilistica.
Non c’è firma della cultura
dell’arte che non si sia interessata al lavoro di Pier Toffoletti e certamente
non potrà esimersi dal farlo ora che ha toccato il vertice più alto della sua
carriera produttiva.
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