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martedì 27 maggio 2014

Sull'ultimo numero di Arte&Arte: Pier Toffoletti

la copertina di Arte&Arte

Pier Toffoletti


Sull'ultimo numero, ora in distribuzione, copertina dedicata al grande e prezioso amico Pier Toffoletti ed all'interno, l'articolo scritto dal sottoscritto....

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Un antico proverbio orientale recita più o meno così: “è impossibile guardare due volte lo stesso fiume”. E così avviene per l’opera di Pier Toffoletti. In continuo movimento, in continua ricerca, in continua evoluzione. 
L’artista friulano (classe 1957), riesce sempre a stupire.

E’ così anche nell’ultima evoluzione del suo percorso stilistico.
E’ lì che troviamo l’ennesima metamorfosi.
Corpi e forme che si fondono in un armonico abbraccio. 
C’è dinamismo, c’è forza, c’è teatralità. 

Le recenti esperienze di arte performativa hanno, senza ombra di dubbio, partecipato alla nascita di questo nuovo ciclo espressivo intitolato “Body Splash”. 



Le figure indagate, ancora una volta femminili (e come poteva abbandonare quel soggetto a lui tanto caro che di fatto ha contribuito al consolidamento del suo successo) sono risolte in maniera gestuale, istintiva.
Nascono da un ideale ed ipotetico caos che tutto genera. Un lessico potente che permette a colui che guarda di immergersi completamente nella tela, diventando a sua volta partecipe e non più solo spettatore. Di fatto, la struttura filosofica dell’arte di Toffoletti rimane immutata. 

C’è spazio però all’innovazione. Il colore sostituisce le biacche, le calci
che riempivano i lavori di solo pochi anni fa come possiamo ben constatare nell’opera “senza tempo” che qui ho voluto riproporre.
In quel ciclo il rimando ad un classicismo era ben evidente, tangibile e tutto si risolveva con un ipotetico ponte fra moderno, antico e contemporaneo. 


In “Body Splash” è il colore a fare la parte del leone. Tinte forti, a volte violente che danno forza e movimento al tutto, che altrimenti risulterebbe statico.


Una volta c'erano correnti di pensiero nell'arte (e nella letteratura) che spalancavano i cervelli come fossero porte e tutto prendeva forma, e i pensieri volavano come volano a volte i sogni. Ora con i “pensierini” che ci sono, si può al massimo aprire una finestra per fare un po’ di corrente d'aria.
Per fortuna oggi c'è ancora qualche artista senza tempo che veleggia e volteggia sul proprio sogno.
Pier è uno di questi.
Uno fuori dal coro, che fa tesoro prezioso degli insegnamenti della grande storia dell’arte e dai grandi temi in essa contenuti per farli propri.

Le sue, sono figure sospese: luce della mente, della memoria, della vita.

Dal 95 ad oggi, ho visto uscire dallo studio dell’artista il 90% delle opere e per chi è alla ricerca di qualcosa di reale  e concreto, l’opera di Toffoletti è la giusta applicazione.
Un percorso corredato da successi internazionali che lo ha visto protagonista da una all’altra sponda dell’atlantico, passando per la terra degli zar e quella del sol levante.
Mostre, fiere, biennali e pubblico sempre pronto a rimanere ammirato davanti al suo ultimo dipinto.
Il segreto del suo successo? Inarrestabilità e curiosità.
Sempre alla ricerca di una relazione fra uomo e ambiente. Una esperienza che affonda le radici nelle sue esperienze speleologiche che lo hanno portato naturalmente a guardare dentro le cose della vita, nelle viscere più profonde della terra e del genere umano.
Non essere oggetto di indagine ma indagatore. Senza mai porsi domande ma sempre alla continua ricerca di risposte.
Sono fresche, intriganti, coinvolgenti queste ultime creazioni, dove la decorazione lascia posto alla pittura, quella vera, quella dipinta senza però tradire le origini antiche della preparazione “a fresco” che hanno caratterizzato da sempre la sua cifra stilistica.
Non c’è firma della cultura dell’arte che non si sia interessata al lavoro di Pier Toffoletti e certamente non potrà esimersi dal farlo ora che ha toccato il vertice più alto della sua carriera produttiva.



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