RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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mercoledì 14 maggio 2014

Emotive Portraits di Raluca Andrea Hartea

Su LASTAMPA.IT (http://www.lastampa.it) è stato pubblicato qualche giorno fa dall'amico Fortunato D'Amico, un bell'articolo/intervista ad Raluca Andrea Hartea, vincitrice della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani. Un talento che avevamo individuato in tempi non sospetti e che ora giustamente cavalca gli onori della visibilità con questo suo ultimo interessante progetto.

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Emotive Portraits è un progetto rivoluzionario della giovane artista rumena Andreea Hartea che coniuga arte e ipnosi. Un'opera unica nel suo genere che racconterà in un libro dʼartista 50 personaggi del panorama artistico italiano attraverso un linguaggio innovativo che privilegia l'uso dell'istinto rispetto alla ragione. 

 
FORTUNATO D'AMICO INTERVISTA RALUCA ANDREEA HARTEA  

 
FDA:  Come ti sei avvicinata al mondo dell'arte?  
RAH: Sono cresciuta a Palermo, una città meravigliosa, dove ho trascorso l’adolescenza e mi sono nutrita inconsapevolmente di tanta storia dell’arte. Ma il richiamo più forte l’ho avuto dalla tv. Incredibile no!? Un programma pomeridiano trasmetteva biografie sulla vita di politici, scienziati, imperatori, rivoluzionari e artisti. Tutte persone che hanno inciso profondamente sulla realtà che li circondava, trasformandola secondo i loro desideri. Ne rimasi impressionata e mi appassionai alle loro storie, in particolare a quelle degli artisti. Così ho iniziato a leggere biografie e a guardare documentari, diventando monotematica. Il libro e il video li ho sempre considerati strumenti magici perché hanno la capacità di riassumere e trasmetterci le tappe fondamentali della vita di qualcuno: i fallimenti in cui si sono imbattuti, ma che sono sempre stati fonti di grandi ispirazioni per superare l’ottusità morale e spirituale degli altri con forza e coraggio, l’incrollabile fede nella vita, gli alti e bassi. In seguito ho frequentato La Nuova Accademia di Belle Arti, poi L’Istituto di Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica.  

 
FDA: Ma tu non sei Italiana?  
RAH: No, non lo sono. Ma d'italiano ho l’accento, 20 anni di residenza, e un po’ la mentalità. Sono nata e ho vissuto l’infanzia a Bucarest, durante il regime di Ceausescu, ma solo adesso, perché sono cresciuta in Italia, percepisco i segni lasciati dal comunismo. E’ stato un sistema che ha impedito di guardare alla realtà e che ha imposto di adeguarla sempre a uno schema preconfezionato. Con delle conseguenze molto limitanti che la mia generazione paga tuttora.  

 
FDA:  Sei una delle giovani artiste italiane che si è avvicinata all’arte partendo da un punto di vista molto originale. Di che cosa si tratta?  
RAH: L’arte è fatta dagli uomini per gli uomini… Nel mio caso, la fascinazione per l’essere umano mi porta a indagare l’universo interiore come metodo per esplorare il mondo che mi circonda. Attraverso il mio lavoro esploro il significato di soggettività relazionandomi al contenuto dell'opera e alla percezione emotiva dell'osservatore, cercando di coniugare la psicologia analogica, la biologia della percezione, dell'emozione e dell'empatia. Attraverso la tecnica dell’ipnosi porto l’interno all’esterno, poi ritorno all’interno, come punto di partenza per pensare all’ambivalenza delle pulsioni per analogie; sicché la combinazione tra il familiare e l’incognito esprime il ritorno del rimosso, la ritualizzazione dei complessi infantili sopiti. Detto così sembra molto complicato, ma il risultato è tutt’altro..... 

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