Su LASTAMPA.IT (http://www.lastampa.it) è stato pubblicato qualche giorno fa dall'amico Fortunato D'Amico, un bell'articolo/intervista ad Raluca Andrea Hartea, vincitrice della seconda edizione del Premio Patrizia Barlettani. Un talento che avevamo individuato in tempi non sospetti e che ora giustamente cavalca gli onori della visibilità con questo suo ultimo interessante progetto.
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Emotive Portraits è un progetto rivoluzionario della giovane artista
rumena Andreea Hartea che coniuga arte e ipnosi. Un'opera unica nel suo
genere che racconterà in un libro dʼartista 50 personaggi del panorama
artistico italiano attraverso un linguaggio innovativo che privilegia
l'uso dell'istinto rispetto alla ragione.
FORTUNATO D'AMICO INTERVISTA RALUCA ANDREEA HARTEA
FDA: Come ti sei avvicinata al mondo dell'arte?
RAH: Sono cresciuta a Palermo, una città meravigliosa, dove ho
trascorso l’adolescenza e mi sono nutrita inconsapevolmente di tanta
storia dell’arte. Ma il richiamo più forte l’ho avuto dalla tv.
Incredibile no!? Un programma pomeridiano trasmetteva biografie sulla
vita di politici, scienziati, imperatori, rivoluzionari e artisti. Tutte
persone che hanno inciso profondamente sulla realtà che li circondava,
trasformandola secondo i loro desideri. Ne rimasi impressionata e mi
appassionai alle loro storie, in particolare a quelle degli artisti.
Così ho iniziato a leggere biografie e a guardare documentari,
diventando monotematica. Il libro e il video li ho sempre considerati
strumenti magici perché hanno la capacità di riassumere e trasmetterci
le tappe fondamentali della vita di qualcuno: i fallimenti in cui si
sono imbattuti, ma che sono sempre stati fonti di grandi ispirazioni per
superare l’ottusità morale e spirituale degli altri con forza e
coraggio, l’incrollabile fede nella vita, gli alti e bassi. In seguito
ho frequentato La Nuova Accademia di Belle Arti, poi L’Istituto di
Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica.
FDA: Ma tu non sei Italiana?
RAH: No, non lo sono. Ma d'italiano ho l’accento, 20 anni di
residenza, e un po’ la mentalità. Sono nata e ho vissuto l’infanzia a
Bucarest, durante il regime di Ceausescu, ma solo adesso, perché sono
cresciuta in Italia, percepisco i segni lasciati dal comunismo. E’ stato
un sistema che ha impedito di guardare alla realtà e che ha imposto di
adeguarla sempre a uno schema preconfezionato. Con delle conseguenze
molto limitanti che la mia generazione paga tuttora.
FDA: Sei una delle giovani artiste italiane che si è avvicinata
all’arte partendo da un punto di vista molto originale. Di che cosa si
tratta?
RAH: L’arte è fatta dagli uomini per gli uomini… Nel mio caso, la
fascinazione per l’essere umano mi porta a indagare l’universo interiore
come metodo per esplorare il mondo che mi circonda. Attraverso il mio
lavoro esploro il significato di soggettività relazionandomi al
contenuto dell'opera e alla percezione emotiva dell'osservatore,
cercando di coniugare la psicologia analogica, la biologia della
percezione, dell'emozione e dell'empatia. Attraverso la tecnica
dell’ipnosi porto l’interno all’esterno, poi ritorno all’interno, come
punto di partenza per pensare all’ambivalenza delle pulsioni per
analogie; sicché la combinazione tra il familiare e l’incognito esprime
il ritorno del rimosso, la ritualizzazione dei complessi infantili
sopiti. Detto così sembra molto complicato, ma il risultato è
tutt’altro.....
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