RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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lunedì 10 ottobre 2011

ITALIAN POP SURREALISM :: Nascita di una Nazione - a cura di Andrea Oppenheimer

Bella Mostra non c'è che dire. Uno spaccato reale, anzi surreale, di un settore del contemporaneo che incontra sempre più l'interesse di molti collezionisti. Tra gli altri mi piace sottolineare la presenza di Papeschi, Rapa e Siva e, senza fare nomi, sottolineare l'assenza di altri...
  
ITALIAN POP SURREALISM Nascita di una Nazione 
alla Mondo Bizzarro Gallery - Roma
fino al 2 novembre 2011

Artisti

Anonymous Art
Bafefit
Nicoz Balboa
Erica Calardo
Antonella Caraceni
Luca Coser
Luciano Civettini
Camilla d'Errico
Desiderio
Dilka
El Gato Chimney
Max Ferrigno
Gabriels
Michele Guidarini
Hackatao
Hogre
Siva Le Duc
Otto Majer
Luisa Montalto
Amedea Morgan
Virginia Mori
Jonathan Pannacciò
Max Papeschi
Paolo Petrangeli
Elena Rapa
Marco Rea
Sone
Marco Tarascio
Ania Tomicka
Elio Varuna
Giuseppe Veneziano
Nicola Verlato
Amelia Von Grune
Valentina Zummo

a cura di Andrea Oppenheimer

ITALIAN POP SURREALISM è una mostra antologica che presenta al pubblico italiano e internazionale i più grandi giovani talenti del Pop Surrealism made in Italy.

Nato con l’etichetta non sempre apprezzata di Low Brow (proprio per prendere le distanze dall’arte fatta «da e per» l’élite), il Pop Surrealism ci rende spettatori di una piccola ma significativa rivoluzione. Sono gli artisti per primi ed il pubblico subito dopo a capire e saper leggere il tempo che viviamo, dimostrando grande preparazione ed infinito interesse nei confronti di quel che si presenta come nuovo ma immediatamente recepibile grazie a codici e sottocodici comunicativi con cui siamo costretti a convivere.

Il Pop Surrealism si pone in tutto il mondo come la corrente culturale più attuale, scardinando finalmente il concetto di arte “contemporanea”, dichiarandola semplicemente «contemporanea agli anni ’70, quindi ormai passata».

L’immaginario collettivo che presentiamo è quindi ricco di icone della nostra infanzia e adolescenza, quando non sapevamo di essere già dei target commerciali studiati dalle multinazionali. Vi offriremo uno scenario ricco di apparenti contraddizioni, di specificità hollywoodiane e di gigli fiorentini. Il ritorno al piacere della tecnica più raffinata utilizzata per rappresentare il quotidiano, vedrà il banale che si tinge di surreale in un panorama reale ed impossibile al tempo stesso.

Degli artisti in mostra alcuni già da tempo abitano all’estero, altri non lasceranno mai l’Italia, altri ancora si sono appena affacciati ad un mondo dell’arte in continuo cambiamento, e si godono il momento, quasi inconsapevoli di vivere un fenomeno del tutto inedito, dove il pubblico ne sa più del gallerista e dove l’artista è fiero di essere un artigiano padrone delle proprie capacità.

Il Pop Surrealism è l’unico movimento che racchiude le peculiarità dell’immediato, che attraversa il significato squarciando il significante, in un perfetto seppur apparentemente impossibile connubio tra la realtà e il sogno, dove l’uno influenza l’altro nella realtà “vera” e non solo nella rappresentazione di essa.

In un’epoca diversa sarebbe stato facile mettere a tacere questo movimento da parte dei polverosi accademici difensori della propria poltrona, relegandolo ad una sottocultura, ma il nostro presente, supportato da tecnologie che rendono possibile la condivisione in tempo reale di immagini e pensieri in qualunque parte del mondo, ha reso possibile il manifestarsi di una presa di coscienza unica: non può essere relegata a sottocultura ciò che è, di fatto, accessibile a tutti come contenuti e riferimenti concettuali di critica e sarcasmo nei confronti della società di massa.

Con queste premesse ci proponiamo di analizzare il movimento Pop Surrealista italiano, definendone i poliedrici confini e indagandone le similitudini con i suoi rappresentanti californiani, ma anche le dovute differenze, andando a scoprire come le ultime generazioni si sono cibate di cultura visuale americana e giapponese moderna, traendone ispirazione ma modellandole con lo spirito del tempo.

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